Un’amicizia di lunga data

In questo episodio ti racconterò le tre storie più romantiche ed affascinanti dell’aviazione e dello spazio. Sai che esistono alcune mascotte che hanno compiuto viaggi anche al di fuori dell’atmosfera terrestre?

Snoopy e la NASA

Il primo racconto riguarda proprio lo spazio: Snoopy è la mascotte ufficiale della NASA.
È risaputo che già all’epoca delle missioni Apollo, la NASA abbia stipulato un contratto con Schulz, il creatore di Peanuts, per sponsorizzare un team speciale dedicato alla sicurezza delle missioni.La nascita di questa unione originale, nata nel 1969 e durata fino ai giorni nostri, è originata da un avvenimento molto spiacevole.

La spilletta Silver Snoopy

Nel 1967, poco prima del lancio della missione Apollo 1, Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee morirono nella cabina in cima al Saturno V durante un test. Un arco elettrico causò un incendio nell’abitacolo e, poiché chiuso dall’esterno, gli astronauti rimasero intrappolati e morirono nell’incendio.

Questa tragedia spinse la NASA ad aumentare i controlli durante tutti i processi, con lo scopo di ridurre al minimo la probabilità che tali eventi si verificassero nuovamente. Ad esempio, modificò la composizione dell’aria all’interno della cabina, rendendola meno infiammabile. Inoltre, da quel momento, per premiare coloro che si fossero impegnati duramente in questa crescita virtuosa, la NASA decise di regalare una spilla, il famoso Silver Snoopy, ispirato alla mascotte, che simboleggia l’intento e lo spirito della consapevolezza del volo spaziale. La spilla è donata dagli astronauti a ingegneri, tecnici, ecc., che non possedevano categorie di comando all’interno della NASA.

Da allora Snoopy restò accanto agli astronauti in tutte le missioni successive del programma Apollo.

The Apollo Secrets: il cortometraggio

Un documentario (meglio dire un cortometraggio) girato da Ron Howard con Jeff Goldblum narra di un personaggio misterioso a bordo delle missioni Apollo: si tratta ovviamente di Snoopy! Non solo era la mascotte delle missioni, ma addirittura era un membro segreto dell’equipaggio e che, personale NASA escluso, nessuno ne era a conoscenza. La storia di Snoopy non è finita con il programma Apollo, ma è continuata fino ai giorni nostri.

Ecco il trailer del cortometraggio:

Artemis I: c’era anche Snoopy!

Infatti, è stato protagonista anche della missione Artemis I. C’è un video che illustra la realizzazione della tuta di Snoopy, disegnata e realizzata conforme all’originale sia nel materiale utilizzato (la stoffa è la stessa delle tute degli astronauti), sia nei dettagli. Snoopy è stato dotato di uno speciale sensore, detto gravità zero, per registrare il momento preciso in cui sarebbe entrato in regime di microgravità e avrebbe fluttuato nella navicella.

Guarda il video con cui illustrano il procedimento per realizzare la tuta:

A proposito della Missione Artemis I, ho scritto un articolo approfondito: leggilo qui.

Snoopy nello spazio, une serie originale

Apple ha trasmesso, sulla sua piattaforma streaming Apple TV+, una serie di cartoni animati, Snoopy nello spazio. Si tratta di episodi di breve durata – circa 10 minuti – molto simpatici e divertenti, perlopiù per bambini.

The Flying Ace

Ad ogni modo, per Snoopy volare (persino nello spazio) non è una novità. Da sempre Snoopy ha avuto un rapporto molto intimo con il volo. Te lo ricordi quando, a bordo della sua cuccia, simulava un dogfight con il Barone Rosso (Frederik von Richthofen)? Indossava un casco di cuoio, gli occhialoni, la sua sciarpa sempre tesa, come se fosse realmente in volo e imprecava contro il suo acerrimo nemico. In quest’occasione Snoopy diventava un vero e proprio asso dei cieli!

Walt Disney e il Mouse

Ora ti racconto un’altra bella storia legata – questa volta – agli aeroplani e a Walt Disney. Prima utilizzando l’aviazione commerciale, in seguito quella privata, di cui ne intuì prima di altri, le potenzialità, Disney ha viaggiato per il mondo per realizzare i suoi progetti.

Disney e il suo amore per il volo

Un po’ come Snoopy, è sempre stato un amante del volo (pare che da ragazzo, alla fine della WWI, abbia pagato un pilota francese per effettuare un volo con lui sul suo aereo da guerra) e, pur non avendo mai ottenuto il brevetto da pilota, è stato un precursore nell’utilizzo dell’aviazione d’affari, più flessibile.

I suoi velivoli

Durante la sua vita acquistò diversi aeroplani: il primo, nel 1963, un turboelica Beechcraft Queen Air 80 e, quando i jet furono abbastanza abbordabili, fu letteralmente catturato da un Gulfstream G-159 (anche Elon Musk possiede un jet della stessa azienda: ne ho parlato nell’articolo a proposito dell’aviazione privata e ElonJet). Un velivolo veloce, da 15 posti, capace di portarlo rapidamente da un luogo all’altro degli USA, dalla California alla Florida, per seguire la realizzazione dei suoi film in località remote (si narra che quella utilizzata anni dopo per i Pirati dei Caraibi fu proprio scoperta durante quei voli), ma anche per il progetto Florida, ovvero per la costruzione del Disney World ad Orlando.

Successivamente, è stato realizzato anche Disneyland a Los Angeles. Ho avuto la fortuna di visitarli entrambi anni fa. Sono state fantastiche esperienze, direi indimenticabili, a qualunque età le si viva: ti rimangono nel cuore.

Un vero e proprio ufficio in aria

Così come tutti i suoi film e i suoi personaggi, alcuni, come Mickey Mouse divenute mascotte famosissime. Disney utilizzava questo aeroplano come un vero e proprio ufficio, poteva partire quando voleva ed arrivare dove voleva e, naturalmente, si portava con sé tutto il suo staff. Aveva a sua disposizione una personalissima postazione di lavoro grazie alla quale realizzava bozzetti.

Mickey Mouse, la mascotte per eccellenza

Perché ti sto raccontando dell’aeroplano di Wall Disney? In primis, perché questo Gulfstream aveva (anzi, ha tuttora) una livrea molto particolare, dedicata alla sua prima creazione, Mickey Mouse.

Inizialmente registrato con una targa diversa, in seguito gli fu assegnato il numero November (N) 234 MM. Anche se la FAA disse di averlo fatto  casualmente, la maggior parte delle persone lo ritenne un omaggio sia al personaggio, ma soprattutto al suo creatore Walt Disney.

La figura di Mickey Mouse compare sulla deriva e lo rappresenta nel modo più classico che tutti conosciamo.

Ecco qui una bellissima immagine di The Mouse:

The Mouse: il Gulfstream che Walt Disney utilizzò per tutti i suoi spostamenti.

Crediti Immagine rickpilot_2000 from Hooksett, USA, CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0) via Wikimedia Commons

La morte prematura di Disney e l’ordine cancellato

Per soddisfare meglio le sue esigenze di spostamento, gli consigliarono di cambiare velivolo e di acquistarne una versione turboelica, che con un range elevato e la capacitò di atterrare su piste corte, lo avrebbe condotto ovunque. Purtroppo, sappiamo il grande Disney ha lasciato questo mondo troppo presto, a soli 65 anni e, pertanto, quest’ordine fu annullato.

La vita dopo la morte del suo proprietario: da velivolo a mascotte

Tuttavia, anche dopo la sua morte il suo amatissimo Gulfstream non terminò immediatamente la sua vita, anzi.

Dopo essere stato utilizzato ancora dai suoi collaboratori per altri venti anni, per completare molti altri progetti, fu messo a terra nel 1992 dopo trent’anni di onorato servizio, senza interni, né motori, né gli equipaggiamenti deperibili. Successivamente, fu portato nel parco a tema della Disney-MGM, dove rimase fino al 2014.

The Mouse riposerà a Palm Springs

Finalmente, il Mouse starà per sempre vicino al suo proprietario a Palm Springs, nel museo dell’aviazione. Lo scorso dicembre sono stati annunciati lavori di ristrutturazione, per replicare la cabina e i suoi interni, soprattutto la postazione preferita di Walt Disney, allestita con un altimetro, un orologio con il simbolo di Mickey Mouse e un telefono con cui poteva parlare con i piloti.

Come sorpresa per i visitatori, gli ideatori hanno pensato di mettere in corrispondenza del finestrino della postazione di Walt, la silhouette del suo profilo. Se mi capiterà di tornare gli Stati Uniti, sicuramente visiterò questo museo.

Flati e la Patrouille Suisse

Infine, ti voglio raccontare un’altra storia divertente, anche questa legata al mondo dell’aviazione, non più privata, ma militare.

La mascotte della Pattuglia Acrobatica Svizzera

Mi riferisco al fatto che la Pattuglia Acrobatica Svizzera possiede una mascotte speciale. Una piccola premessa tecnica: la pattuglia è composta sei F-5 Grumman Tiger, caccia non nuovissimi, ma molto agili, che permettono ai piloti di realizzare le loro fantastiche manovre acrobatiche, come le nostre Frecce Tricolori. A questo proposito, ho pubblicato un episodio sul mio podcast Articoli in voce, dedicato alla manifestazione dello scorso ottobre ad Alassio, in Liguria.

Flat Eric

In effetti, la mascotte di cui ti parlo qui è un elemento che mi accomuna alla Patrouille Suisse. Si tratta del famosissimo “pupazzo giallo” della Levi’s, Flat Eric, che comparve la prima volta nel 1999 in uno spot pubblicitario. Te lo ricordi, in auto, accanto al guidatore umano, mentre agitava la testa a tempo di musica?

Bene, questo pupazzo ovviamente era anche il protagonista del video della canzone stessa, composta da un noto dj francese Mister Oizo (Flat Beat era il titolo). È incredibile quanto questo personaggio sia famoso: ancora oggi esistono profili Instagram che lo ritraggono in tutti modi, come se fosse una persona vera, in vacanza, mentre fa il bagno, addirittura mentre mangia, dorme, o ascolta la musica… ce n’è per tutti gusti! Altro che semplice mascotte!

Non ci credi? Guarda questa foto pubblicata dal profilo Instagram ufficiale della Patrouille Suisse:

La mascotte Flati (Flat Eric) della Patrouille Suisse

Non per nulla, anche il mio (che si chiama Zeccolino) è vestito e possiede un discreto guardaroba. LOL

Flati, la mascotte

Il Flat Eric, mascotte della Pattuglia Acrobatica Svizzera, è soprannominato Flati (leggi Flèti), con la umlaut sulla a, ed è un membro onorario, nonché pilota veterano. Entrato nel 2000 (un anno dopo la sua creazione), fu rapito nel 2004 dalle Red Arrows (la pattuglia acrobatica inglese) e restituito qualche anno dopo, nel 2006. È per questo motivo che Flati indossa una tuta da pilota collaudatore, di colore arancione, con la Union Flag.

Sempre a bordo del velivolo numero 2

Non ci crederai, ma Flati sale realmente a bordo del velivolo numero 2 ad ogni manifestazione aerea. Il pilota che lo ospita è stato più volte ripreso in fotografia, con il tettuccio aperto, mentre mostra orgoglioso Flati al pubblico.

Ritengo la Pattuglia Acrobatica Svizzera una delle migliori, non solo perché l’ho ammirata in azione sia per lavoro che per diletto e i suoi piloti sono molto bravi, precisi, non sbagliano mai un allineamento, ma anche perché, secondo me, sono un po’ fuori di testa per aver mantenuto negli anni questo rapporto con la loro super-mascotte.

Persino la brochure ufficiale parla della mascotte Flati

Sono talmente legati a Flati che lo ritraggono e descrivono anche nella brochure della pattuglia che ogni anno è pubblicata sul sito ufficiale e in cui vengono presentati i piloti, il programma delle manifestazioni, ecc. Non solo la foto in cui Flati è ritratto insieme ai piloti e ai velivoli, ma possiede persino la sua pagina da pilota della pattuglia. Voglio veramente bene a questi ragazzi e alla loro a pattuglia!

Ti invito a dare un’occhiata anche al loro sito ufficiale della Patrouille Suisse.

Le Mascotte: il legame con la creatività

Probabilmente esistono altre mascotte che hanno fatto o fanno parte dell’aeronautica o dello spazio, ma queste erano le tre di cui volevo farti conoscere la storia appassionante che ci insegnano come coltivare un lato infantile non sempre sia sintomo di immaturità. Non occorre esser seriosi per essere professionali, anzi, possedere un legame con l’infanzia può persino aumentare la creatività e contribuire alla realizzazione i nostri sogni.

Le mascotte sono uno strumento di marketing

Chiudo con una nota di marketing (dato che mi occupo anche di questo): le mascotte aiutano le aziende (penso soprattutto alla NASA) ad ampliare la propria sfera di influenza, nonché la loro popolarità, anche presso i più giovani. Tra loro potrebbe essere nascosto un futuro astronauta, o un ingegnere!

La nuova NASA

La NASA lo sa molto bene, infatti, begli anni ha saputo trasformarsi, da agenzia chiusa ad un’azienda moderna e aperta. Non solo trasmette ogni giorno in diretta sul proprio canale YouTube, ma è presente su tutti i Social Media, da TikTok a LinkedIn; da Facebook ad Instagram. Durante le principali missioni, organizza challenge artistici, invitando i follower a postare il loro disegni o le foto scattate ispirati all’oggetto della missione stessa, tramite un hashtag creato ad hoc.

Spero che questo episodio ti abbia emozionato, così come ha emozionato me nell’approfondire queste storie. Magari anche tu hai una mascotte personale, alla quale sei particolarmente legato.

Ti ringrazio per aver volato con me anche questa settimana. Ti aspetto a bordo anche la prossima!

Tratto dal PodcastArticoli in voce

Firma Cinzia Macchi
2 Commenti
  1. Aldo

    Cinzia come sempre piacevole leggere i tuoi post curiosi e interessanti

    Rispondi
    • Cinzia Macchi

      Grazie! Stavolta sono riuscita a parlare anche di Zeccolino!

      Rispondi

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