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Episodio numero 50 del mio Podcast Articoli in voce

Indice

0. Per chi ancora non conosce Stranger Things

1. La storia: thriller o horror?

2. Il cast: celebrità e sconosciuti

3. La colonna sonora salva-vita

4. I fantastici anni ’80

5. La vita da ragazzi

6. Le relazioni umane

7. I riferimenti al cinema

8. Il mio personaggio preferito: Dustin

9. Le ambientazioni

10. I mostri

Conclusioni

La serie TV di Netflix che rimarrà nella storia – no spoiler!

Sarebbe sciocco non parlarne ora: luglio è il mese di Stranger Things! Proprio qualche giorno fa, sono usciti gli episodi inediti della serie TV più famosa prodotta da Netflix, giunta alla sua quarta stagione.

Per chi ancora non la conosce

Stranger Things è una serie TV realizzata dai Fratelli Duffer (Duffer Brothers), in realtà gemelli, e prodotta da Netflix.

La prima stagione di Stranger Things andò nel 2016. La quarta stagione era programmata per il 2020, ma tutti sappiamo quali enormi problemi ha dovuto affrontare anche l’industria cinematografica a causa della pandemia.

Stranger Things è ambientata ad Hawkins, in Texas, negli anni 80. Un gruppo di amici nerd, intelligenti e impopolari, vive alcune esperienze di tipo soprannaturale. Uno di loro, dopo essere sparito, viene a contatto con una creatura terrificante proveniente da un mondo parallelo, l’upside-down, ovvero il sotto-sopra. Per fortuna, in suo aiuto arriverà una ragazzina minuta, ma potente, con il nome di Eleven (Undici) che riporterà i mostri là da dove sono giunti.

I Fratelli Duffer

Se cercate sul web questi due autori e registi, troverete ben poco. A volte si dice: la fortuna del principiante. Mi piace pensare che sia esattamente così. In effetti, sono stati rifiutati da più di 10 produttori, prima di approdare a Netflix. Pare che l’incipit della serie derivi da Prisoners, un film con Hugh Jackman alla ricerca della figlia scomparsa.

L’idea geniale, ripresa ed elevata, si unisce all’ambientazione unica dei meravigliosi anni ’80, alla scelta di adolescenti protagonisti, al posto dei soliti adulti, e all’ingrediente horror per eccellenza, un mostro mangiatutto.

Il ritardo della quarta stagione

In virtù di una certa normalità riconquistata, eravamo convinti di poter gustare la quarta stagione già lo scorso anno. Invece, ritardi pesanti nelle riprese l’hanno fatta slittare per due interi anni. Forse proprio quest’attesa ha generato un’aspettativa ancora maggiore: i fans erano talmente impazienti che avrebbero perso la testa di fronte ad un altro annuncio di rimando.

Per fortuna, la stagione è stata annunciata, ma con una piccola sorpresa: sarebbe uscita in due tranche. I “geni” del marketing si sono pure permessi di creare ulteriore suspense per il solo gusto di farci impazzire!

Le novità della quarta stagione

Le puntate durano di più, alcune anche più di un’ora e nella seconda parte anche quasi due. Praticamente, un film ad ogni episodio.

Non poteva mancare qualche nuovo personaggio degno di nota, come il metallaro Eddie, a cui ci si affeziona immediatamente.

Analogamente alle precedenti, anche in questa nuova stagione ci scapperà il morto.

Il successo mondiale di Stranger Things

Dopo solo tre stagioni, questa serie era già un fenomeno di massa. Anzi, già dalla prima, in molti cominciarono ad appassionarsi totalmente, come è successo a me: da subito ho amato la storia, i personaggi, la musica e le ambientazioni.

Con il successo, apparivano anche numerosi gadget, andati a ruba e che ora valgono una fortuna. Come il set “IDEAS” di Lego che ha ritratto il mondo dell’upside-down, il cui costo, non proprio economico di 200 euro, ora vale più di 1000. Un bell’investimento. Peccato non averlo acquistato!

Sono fermamente convinta che Stranger Things dia assuefazione. Scambiando opinioni con chi ama e segue questa serie TV, ci siamo resi conto che non si riesce a smettere di guardare gli episodi, vecchi o nuovi che siano, quasi fosse una droga. La capacità di coinvolgimento da parte degli autori ha raggiunto i massimi livelli. Certamente, ti deve piacere questo “genere”.

Il genere di Stanger Things

Mi chiedo: ma è una serie fanta-science? È un thriller? Un drama, oppure un horror? Non sbaglio di certo nell’affermare che sia tutti questi generi insieme, fusi e intrecciati alla perfezione. Secondo me, è l’arma vincente della serie. Non classificarla in un unico genere la rende unica.

Oltretutto, un po’ come i libri della Rowling che raccontano di Harry Potter, anche la serie di Netflix è cresciuta di intensità e pathos negli anni. Chissà se diventerà un caso di studio per chi vuole diventare regista.

Ma cosa amano i fan di Stranger Things?

Ho provato ad elencare la top 10 dei fattori di successo di questa serie, della quale aspettiamo già con ansia (letteralmente) la prossima stagione.

1. La storia: thriller o horror?

La storia è semplice e, per dirla tutta, non è nemmeno tanto originale. Tuttavia, la sua non-originalità, invece di essere un punto debole, è un punto di forza. I richiami, specialmente se legati ad un passato lontano, meglio ancora se ad un periodo felice e spensierato della nostra vita o che comunque associamo a tale, si fanno largo in maniera preponderante nella memoria, affiorando al tempo presente. Quando guardo un episodio, mi sento catapultata in quegli anni, al punto da vivere la storia come se ci fossi io ad Hawkins. Mi immedesimo, non in uno dei protagonisti, ma in tutti, perché ognuno di noi nell’adolescenza ha incarnato un po’ la timidezza di Will, il coraggio di Eleven o l’inventiva di Dustin.

Hawkins

Gli autori hanno scelto questa piccola cittadina americana per rendere più anonimo possibile il racconto e, al tempo stesso, universale. In tal modo, i protagonisti, i loro genitori, i compagni di classe, ecc., essendo membri della stessa comunità, molto ridotta, lottano uniti e in prima linea per salvare la città dal mostro venuto da una sorta di al di là.

Lo storytelling

Tutte le stagioni hanno più o meno lo stesso ciclo: ad un certo punto compare (o ricompare) l’essere maligno; i ragazzi lo scoprono prima di tutti gli altri; Undici li aiuta; al gruppo, man mano, si uniscono uno o più coraggiosi ed intrepidi personaggi che, dopo varie peripezie (nonché alcune perdite), riescono nell’intento di ricacciarlo nel mondo da cui proviene.

Ovviamente, per permettere diverse stagioni, il maligno torna a tormentare il villaggio, più forte, più affamato e più potente di prima.

Le interazioni tra i personaggi (buoni o cattivi)

Sembra banale ciò che ho raccontato fin qui, eppure, la storia sottende ad un concetto molto potente, quello delle relazioni umane, il vero collante di tutte le grandi storie. Sia si tratti di amicizia o di amore, è l’ingrediente “segreto” che separa i “buoni” dai “cattivi”; è l’elemento che salva i protagonisti dalla sconfitta e dalla morte.

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2. Il cast: celebrità e sconosciuti

Il cast è straordinario, non tanto per la partecipazione di Winona Rider o David Harbour, ma soprattutto per gli sconosciuti (almeno per noi in Italia). Dustin, Mike, Will, Lucas, Max, Steve, Jonathan, Nancy, Robin, per citare i principali, ovvero tutti i protagonisti che, stagione dopo stagione, si sono aggiunti.

Le celebrities

Winona Rider non ha bisogno di presentazioni: icona degli anni ’90, ha recitato in alcuni film indimenticabili, come Autumn in New York, accanto a Richard Gere. Ha avuto una vita travagliata che tradisce nel suo bellissimo viso, un po’ provato, ma sempre molto attraente. Nella prima stagione non mi è piaciuta a livello recitativo, ma con l’avanzare della storia, il suo personaggio ha preso corpo, diventando più convincente. La mamma di Will, la compagna di David. Una donna sola che ha più coraggio di dieci uomini grandi e grossi.

Winona Rider - fotografata da Karon Liu at https://www.flickr.com/people/32153970@N07

Crediti immagine Winona Rider – fotografata da Karon Liu

David Harbour, famoso per alcuni ruoli in film di successo, ma mai da vero protagonista, è l’eroe per eccellenza. Diviene anche il custode di Eleven, a cui vuole un bene infinito e che tratta davvero come una figlia, proprio come quella che ha perso anni prima perché malata…

I ragazzi

I ragazzi sono pazzeschi, soprattutto perché la maggior parte non famosi presso il grande pubblico. Ad eccezione della bellissima 11, modella e già attrice in altre serie famose. Come in Harry Potter, è bello veder crescere i ragazzi con le stagioni. Il più grande cambiamento si avverte proprio in 11, nella quarta serie con i capelli lunghi ed inserita in un contesto quasi normale.

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3. La colonna sonora salva-vita

Sono da sempre appassionata di musica, in particolare di quella rock. Ho amato moltissimo anche quella degli anni ’80, forse i più pop tra i decenni rock avvicendatisi prima e dopo. La colonna sonora di Stranger Things è interamente basata su quegli anni ed è spettacolare.

Una delle mie canzoni preferite di quegli anni è Tarzan Boy e nella quarta stagione la si può ascoltare interamente! Adoravo anche Cyndi Lauper, naturalmente. Nella serie la ascoltiamo nella bellissima, quanto malinconica, Time after time.

Il salva-vita

Impossibile non citare la splendida Running up the hill di Kate Bush, uno dei pezzi più iconici dell’intera serie. Pensare che l’ho sentita suonare dai Placebo, che qualche anno fa ne avevano realizzata un’ottima cover, al Firenze Rocks. Ne parlo nel mio articolo dedicato.

L’intera playlist

Spotify ha una ragione di esistere, come minimo per questa playlist, dove troverai tutte le canzoni delle quattro stagioni. Super consigliata per restare nel mondo di Stranger Things, possibilmente quello giusto!

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4. I fantastici anni ’80

Cosa resterà di quegli anni ’80, cantava un noto volto della musica italiana. Secondo me, resterà molto di più di quello che credevano in molti. Gli anni ’80 hanno segnato il bivio tra prima del benessere e dopo. Da quel momento, gli abitanti dei Paesi occidentali non hanno più smesso di cercarlo, fino all’ossessione.
Ovviamente non è stato tutto perfetto, dietro al boom economico, si nascondeva un debito pubblico smisurato e, come in tutti i decenni, si sono susseguiti avvenimenti dolorosi e tragici in diverse parti del mondo.

La strategia dei fratelli Duffer

Tuttavia, nella serie non si hanno rimandi al mondo esterno; di per sé è sia un elemento di forza, sia di debolezza della narrazione. Se evitando il parallelo con in presente si mette nero su bianco che la storia è di pura fantasia, dall’altro la si rende totalmente inverosimile e priva di fondamento, con il rischio di relegarla nella serie B. I fratelli Duffer, anche in questo caso, hanno trovato il perfetto compromesso.

I maggiori avvenimenti degli anni ’80

Qui si seguito ho elencato i principali eventi, soprattutto dal punto di vista di un ragazzo americano di quegli anni. Se tu ne ricordi altri, o ritieni ve ne siano di più importanti, e vuoi condividerli con me, scrivilo nei commenti.

  • Reagan Presidente USA
  • I personal Computer (Apple ma anche Commodore); a questo proposito, ti consiglio di leggere il mio articolo su Steve Jobs
  • L’ascesa dei videogames (Nintendo)
  • Il disastro di Chernobyl, 1986
  • Lo Space Shuttle e l’incidente del Challenger nel 1986
  • Carl Lewis e le Olimpiadi di Los Angeles del 1984
  • Gli Wham! di George Michael, i Duran Duran e Madonna, ma anche gli Iron Maiden, i Kiss, i Queen, i Metallica e i Pink Floyd
  • La scoperta dell’AIDS e le prime vittime
  • Il seguito di Guerre Stellari, Ghostbusters, Superman, i Gremlins, Cocoon, Nightmare, Blade Runner
  • Le serie TV culto: da Magnum PI a A-team; da Dallas e Dinasty a Beautiful
  • Gorbačëv e la perestroika
  • Il matrimonio di Carlo d’Inghilterra e Diana Spencer
  • La guerra della Russia in Afghanistan
  • L’inizio della fine dell’Unione Sovietica e della Guerra Fredda
  • La protesta di Tienanmen e una delle immagini più iconiche del decennio

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5. La vita da ragazzi

Che meraviglia i mitici anni dell’adolescenza.

Gli anni ’80 per me sono stati splendidi, forse i migliori, grazie alla mia giovane età che rendeva tutto semplice, interessante, unico, imperdibile, straordinario ed indimenticabile. Anni in cui le uniche preoccupazioni erano (forse) legate alla scuola e ai compagni, alla popolarità e al look.

Se tutto è andato per il verso giusto, l’età tra i 13 e 17 anni è uno dei periodi che ricordiamo con nostalgia: l’innocenza, la totale fiducia nelle persone che ci circondavano, dai genitori, agli insegnanti, alla società in generale.

Ecco perché la serie ha attratto e fidelizzato così tanti spettatori. Ora, mi piacerebbe avere i dati di Netflix sul pubblico che segue Stranger Things per confermarti delle sensazioni. A mio avviso, potrebbe anche darsi che una bella percentuale abbia più di 40 anni, proprio per i motivi che ti spiegavo poco sopra.

Bullismo e dintorni

Ti sembrerà strano, ma io mi sono sentita molto vicina a Eleven nella quarta serie. Non perché abbia mai avuto dei super poteri, ma perché sono sempre stata impopolare a scuola, anche al liceo. Forse perché il mio aspetto un po’ da maschiaccio collideva con la mia intelligenza fuori dagli schemi. Riuscivo ad incantare con i miei testi una delle più severe prof di italiano che il mio liceo abbia visto. Eppure, riuscivo anche ad essere una delle migliori anche nelle materie scientifiche e talvolta in disegno artistico. Chiaro che i miei compagni mi detestassero. Ero una ribelle che prendeva ottimi voti e senza nemmeno sbattersi sui libri più di tanto.

I giochi di ruolo

Nella serie è più volte citato un gioco che, in Italia, è diventato famoso a inizio anni 90’: sto parlando di Dungeons & Dragons (D&D). Un gioco meraviglioso che, tuttavia, un po’ come altri giochi sfidanti, ha causato non pochi “danni” nei soggetti più sensibili.

Gioco originale Dungeons and Dragons

Ci abbiamo giocato per un periodo, intorno ai 20 anni. Ci trovavamo, esattamente come i ragazzi di Stranger Things, al sabato sera in casa di un nostro amico; dimora scelta perché aveva un’aurea misteriosa (a tratti paurosa), perfetta per ricreare l’atmosfera. Rigorosamente luci spente e candele. Il Dungeon Master era assegnato a chi aveva le doti migliori di storyteller. Infatti, il conduttore doveva creare la storia, le ambientazioni, i dialoghi, ecc., conducendo i partecipanti nel vivo del gioco. Impersonare un chierico (che alla fine era pure un medico) o un guerriero, o un mago, ecc. richiedeva un certo sforzo di fantasia. Una volta che il personaggio assegnato ti entrava nelle corde, risultava assi difficile liberarsene una volta usciti dal gioco. A questo proposito, uno dei miei amici ci rimase molto male quando fu ucciso, al punto di andare incontro ad una leggera depressione. Da allora non abbiamo più giocato.

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6. Le relazioni umane

Questo è, a mio avviso, il vero punto forte della serie Stranger Things. Le relazioni umane che si sviluppano e crescono durante le varie stagioni.

Come già nelle prime tre, sono proprio i forti legami e i sentimenti che uniscono i protagonisti e li salvano da morte certa. Nella quarta stagione ciò è ancora più evidente. Per ovvi motivi, non posso spoilerare, ma, se non vuoi seguire tutta la serie, ti consiglio di guardare questo video su YouTube: capirai moto di più.

L’amicizia e l’amore

L’amicizia è un grande sentimento, forse il più importante. Come disse qualcuno, gli amori vanno, gli amici restano. Ai giorni d’oggi è un po’ diverso, le vere amicizie sono più rare, e, con l’esperienza, diventa più facile accorgersi se si tratta di relazioni “farlocche”.

I veri amici non ti abbandonano

In passato, quando mi resi conto che la maggior parte dei miei “amici” era un gruppo di persone che passavano del tempo insieme (sto generalizzando, ma è per far arrivare un concetto), senza un vero coinvolgimento emotivo, sono partita per la Francia. Indovina un po’? Nessuno di loro è mai venuto a trovarmi in tre lunghi anni. Nessuno. E non stavo all’altro capo del mondo: ci separava una giornata di auto o un voletto da 1,5 ore. Direi che ho fatto bene ad andarmene, non ho perso nulla di fondamentale!

In Stranger Things, al contrario, tutti sono talmente affiatati da rischiare la propria vita per salvare quella dell’altro. Ciò vale sia per i teenagers che per gli adulti. È molto interessante questo approccio, anche perché abbastanza lontano dalla realtà, in alcuni casi. Ma in TV, tutto è possibile. Ritengo fortunato chi abbia amici così!

L’amore

L’amore è l’ingrediente pass part tout, l’evergreen, il sentimento che smuove le montagne.

In Stranger Things, anche l’amore narrato abbraccia più generazioni: da Joyce e Hopper, a Mike e Eleven, da Nancy e Jonathan/Steve. Storie d’amore tutte differenti, ma basate sugli stessi principi: il rispetto, l’affetto, la dedizione, il sacrificio e la lealtà.

I registi narrano anche l’amore tra genitori e figli: Hopper che cerca disperatamente in Eleven una figlia, per colmare il dolore della sua perdita, causa della fine della sua relazione con la moglie.

Non solo, si evidenzia che tutti i genitori, pur sospettosi, o punitivi, o apprensivi, alla fine si schierano sempre dalla parte degli adorati figli.

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7. I riferimenti al cinema

Il bello di Stranger Things è di essere posizionata nel passato. Non è necessario inventarsi nulla, basta ripescare in modo intelligente quanto di buono è emerso a livello cinematografico da quell’epoca. Lapalissiano che non si dovrebbe mai copiare, ma riutilizzare non è vietato, soprattutto se si fa con grande rispetto. Sono convinta che i fratelli Duffer ci siano riusciti alla perfezione!

Ho trovato così tanti riferimenti a film del passato che dovrei riguardare tutte e quattro le stagioni per segnarle con completezza.

  • A braccio, mi viene subito in mente uno tra i film più simbolici degli anni ’80, ET: nell’uso delle biciclette da parte dei ragazzi per spostarsi e fuggire; per il ruolo della polizia e dei genitori.
  • La prima e la quarta stagione ricordano Nightmare per gli incubi di Will e le visioni di Eleven. Pensa che per una parte dell’ultima stagione è stato proprio preso l’attore che impersonava Freddy Krueger (Robert Englund).
  • Anche se degli anni 2000, Minority Report è stato “plagiato” nella scena dei “precogs”, veggenti immersi in una piscina con tanto di completo bianco e cuffia: Eleven appare agghindata in maniera pressoché identica nella quarta stagione.
  • Anche Under the Skin, con Scarlett Johansson è stato imitato alla perfezione, anche se in questo caso, l’ambiente è positivo.
  • Il modo in cui, nell’ultima stagione, il mostro uccide le sue vittime, mi ha fatto pensare immediatamente a Sylar, il villan di Heroes, una serie TV molto famosa degli anni 2000. Ovviamente, i mostri ricordano anche il mitico Alien, per quella bava sempre presente quando apriva la bocca e soprattutto per quella cattiveria e accanimento ai limiti dell’esagerazione.
  • Infine, The neverending story, vero e proprio film cult degli anni ’80, è stato citato direttamente con un improbabile duetto di Dustin e la neo-fidanzatina Suzie cimentatisi nella sua colonna sonora.
Locandina originale del film Neverending Story

A te che altri film o serie TV sono venute in mente guardando Stranger Things? Scrivilo nei commenti, sono molto curiosa di saperlo!

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8. Il mio personaggio preferito: Dustin

Dustin è un NERD. L’ho scritto tutto maiuscolo perché si tratta del più secchione, intelligente, abile con i numeri, che conosce ed interpreta alla perfezione ogni legge della fisica, che si intende di fenomeni paranormali, che cita a memoria le regole di D&D. Dustin è più avanti a tutti, trova soluzioni a problemi impossibili. Non solo perché è un vero mago dei computer, ma soprattutto perché ragiona rapidamente. Nella quarta stagione i registi hanno regalato un approfondimento anche alla sua fidanzata Suzie, geniale almeno quanto lui.

Dustin è dolce, simpatico, altruista e generoso. Premuroso anche con gli animali, persino se si tratta di un piccolo Demogorgon (ma lui questo non lo sapeva…). In famiglia, soprattutto quando deve sistemare qualche casino, è un po’ sfuggente, ma quale teenager, alle prese con dei mostri che mettono a repentaglio la vita dei suoi amici, non lo sarebbe?

Il look di Dustin

Berretto, maglietta a maniche lunghe con sopra una maglietta a maniche corte. Pantaloni sportivi e sneakers. In effetti, ricorda molto lo stile di Sheldon Cooper di Big Bang Theory, altra serie TV capolavoro.

La sua malattia genetica

Sia l’attore, sia il personaggio soffrono della stessa malattia, la disostosi cleidocranica che causa problemi congeniti in alcune ossa. Ad esempio, Dustin non possiede una dentatura permanente e pare che non abbia le clavicole. Un elemento a favore di Stranger Things è quello di dare all’attore la possibilità di parlare apertamente della sua malattia rara, sdoganando un tema delicato e, al tempo stesso, confortando, non solo chi ne è affetto, ma anche chi soffre di sindromi analoghe o comunque non comuni. La condivisione è uno degli elementi più attuali della serie.

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9. Le ambientazioni

Siamo negli anni ’80 e, a prescindere da ciò che è accaduto, accade o accadrà, ad Hawkins le persone vivono esattamente come chiunque altro in quegli anni.

  • Spopola il Walkman (della Sony), che ha reso possibile portare la musica in qualunque luogo e in maniera discreta, rispetto a quei mangiacassette giganteschi con casse imbarazzanti.
  • Le auto di moda tra i giovani benestanti, per lo meno negli USA, sono BMW, Mustang e Ford; mi pare che, se escludiamo la new entry Tesla, la situazione non sia cambiata molto.
  • L’abbigliamento molto colorato, comodo e poco stiloso che rendeva simili tra loro ragazzi e ragazzi (altro che il gender fluid di oggi).
  • Le sneakers che da allora sono diventate dominanti per tutti gli adolescenti delle generazioni future. In particolare, mi riferisco alle Converse All Stars Chuck Taylor, le scarpe simbolo di quegli anni: se volevi appartenere ad un gruppo, quello più in voga, dovevi averne un paio. Infatti, Eleven ne indossa diversi modelli. Oggi rappresentano un capriccio alternativo, vintage e un po’ nostalgico; infatti, ne ho più di dieci paia e appena posso, ne aggiungo uno alla collezione.
  • I pattini a rotelle e le roller disco dove andare a pattinare a tempo di musica: ciò era possibile, purtroppo, solo negli Stati Uniti.
  • Le capigliature assurde, piene di ricci capricciosi, e mullet per tutti.

Sicuramente gli anni ’80 hanno lasciato un segno indelebile per questo modo light di vivere la moda. Ancora oggi tornano, ad anni alterni, i colori fluo, nati proprio in quegli anni e, per ragioni inspiegate, persino certe acconciature!

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10. I mostri

Non potevo che chiudere con l’elemento di forza – in tutti i sensi – di Stranger Things: i mostri.

L’idea della creatura mangia-umani non è nuova, siamo d’accordo; ma l’aver rigenerato una specie di Alien cattivo e spaventoso in chiave vegetale, è geniale.

Demogorgon o demiuRgo?

Innanzitutto, il nome arriva dalla mitologia greca. Ecco la definizione di Wikipedia, che mi piace molto:

Artefice e padre dell’universo, il Demiurgo è nel mito platonico una forza ordinatrice, imitatrice, plasmatrice, che vivifica la materia, dandole una forma, un ordine, e soprattutto un’Anima Mundi.

In chiave malvagia, è davvero quello che accade in Stranger Things: il mostro crea un mondo parallelo, quello dell’upside-down (sotto-sopra) in cui tutto, persone e cose, sono inquinate dal male e dove sono attirate e nascoste le persone che scompaiono dal mondo reale.

Il Demogorgon si ciba degli umani per accrescere la sua energia. Altro concetto molto utilizzato in passato nella cinematografia fantascientifica e horror.

Il fiorellino carnivoro

La sua forma, mi riferisco a quella del “volto”, è derivata dal fiore di una piccola pianta grassa, la stapelia variegata. Se cerchi qualche immagine sul web, ti accorgerai che non è così paurosa. Eppure, nelle mani dei fratelli Duffer, questo mix formato da un corpo magro e possente, con mani artigliate e da un fiore carnivoro al posto del volto, ti faranno urlare di paura!

Demogorgon di Stranger Things in vendita su Amazon

Il mostro evolve durante le stagioni, dall’aumentare le sue dimensioni da 2.5 m a più di 10, a diventare una creatura più umana e pertanto più spietata, potente ed intelligente.

Nella quarta stagione, finalmente, si comprende l’origine di tutti i mali. Molto interessante la narrazione, compreso lo stile dei flash-back, altro tema molto popolare nel cinema degli anni ’80.

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Conclusioni

Potrei continuare a scrivere di Stranger Things per molto tempo, ma mi rendo conto che le tue risorse in questo contesto sono limitate. Per questo mi sono concentrata sugli aspetti principali della serie, cercando di essere rilevante e abbastanza (!!) concisa.

Non è mia intenzione specializzarmi sulle serie TV, perché il mio intento resta quello di informare emozionando.

Tuttavia, tra qualche settimana scriverò di un’altra serie che mi ha toccato nel profondo per come affronta i temi riguardanti il lavoro, la vita dentro e fuori dall’ufficio, le relazioni famigliari, ecc. Per di più, è ambientata negli anni ’60 e parla di un’azienda di ADV. Hai capito a quale serie mi sto riferendo? Spero di sì. Ad ogni modo, non ti resta che visitare frequentemente il mio sito oppure seguirmi sui Social (Facebook o Twitter) dove abitualmente annuncio l’uscita dei nuovi contenuti.

Stay tuned!

A presto,

Firma Cinzia

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  1. Chiara Zanini - […] e, poi, Halle Bailey; Maya si è comunque presa la propria rivincita con la partecipazione a “Stranger Things”, serie…

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