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Episodio numero 42 del mio Podcast Articoli in voce

Indice

1. Ragazzi e salute mentale

2. Un ragazzo psicotico

3. Autolesionismo e dipendenze

4. Ansia e depressione

5. Anoressia e aggressività

6. Genitori impotenti, assenti o indifferenti?

7. Condividere e praticare, aiuta!

8. Conclusioni

Psychotic kids

Non se ne parla moltissimo nei notiziari, eppure la pandemia ha mietuto un altro tipo di “vittime”, questa volta tra i ragazzi. Sono vittime psicologiche. Infatti, il virus è arrivato in un momento non propizio, accentuando un fenomeno già dilagante, seppure in modo silenzioso.

Ragazzi e salute mentale

Ansia, depressione, attacchi di panico, aggressività, bulimia, anoressia, autolesionismo, dipendenze da droga e alcool: sono alcuni dei malesseri accusati dai ragazzi (e non solo) negli ultimi anni. Tuttavia, lo Stato non sembra volersene occupare e non stanzia aiuti economici a sostegno dei genitori che, spesso, si trovano ad affrontare da soli, senza mezzi, ragazzi psicotici tra le mura domestiche. Oltre che curare gli effetti, si dovrebbero soprattutto ricercare le cause, per evitare che altri cadano nella stessa trappola.

Connessi ma isolati

Parlando con due miei colleghi, ho avuto conferma di un fenomeno di isolamento dilagante già molto prima dell’arrivo del Covid-19. I ragazzi passano ore connessi ai Social, dove annoverano migliaia di amici. Peccato che di questi, gli amici reali siano inferiori all’1%. Tuttavia, mentre alla nostra epoca conoscevamo molto bene i nostri amici (abitudini, interessi, gusti, segreti, ecc.), i ragazzi di oggi sanno ben poco dei loro coetanei. È una sorta di vita connessa, ma sconnessa dalla realtà.

Molti genitori evidenziano che i figli non sanno più comunicare tra loro quando stanno insieme. Al di fuori delle partite ai videogames o di ciò che accade nel mondo dei Social, i ragazzi non hanno molti argomenti di cui parlare; pochi sono gli interessi che stimolino la discussione. Non seguono le vicende che accadono nel mondo.

Paradossalmente, i ragazzi di oggi sono più chiusi di quelli di 20 o 30 anni fa. Se non si interviene per tempo, la situazione è destinata a peggiorare.

L’isolamento da pandemia

Come più volte sottolineato, sempre più spesso, i ragazzi si ritrovano al centro di situazioni difficili, vuoi per via della famiglia, vuoi per l’ambiente che frequentano o semplicemente perché hanno una predisposizione che li conduce proprio lì. La pandemia, con la reclusione, i divieti, la DAD, la paura dei contagi, ecc. non ha che aumentato il disagio psicologico di molti ragazzi e non solo.

Il bisogno di stare insieme, anche a scuola

È risaputo che la scuola non è utile ai ragazzi solamente per imparare delle materie, ma per socializzare. Infatti, soprattutto nella scuola primaria, i giovani apprendono a gestire le dinamiche di gruppo e le interazioni sociali. Chi organizza le partite di calcio, chi è capoclasse, chi si trova a casa di qualcuno per studiare insieme. A ciascuno il suo ruolo.

Ruoli e attitudini

È in questi ambiti che si mettono le basi per diventare leader naturali o membri collaborativi di una squadra. Gli insegnanti devono saper cogliere queste attitudini individuali e stimolarle. Credo che questo sia uno degli insegnamenti fondamentali della scuola. Si possono imparare la matematica o le scienze anche da soli, leggendo libri o, adesso che è così semplice, cercando sul web. Per imparare a stare con gli altri, non ci sono alternative, bisogna sperimentare in prima persona.
Restare troppo tempo lontani da questi scambi interpersonali, soprattutto quando si è poco più che bambini, può minare seriamente il benessere psicologico.

Ricerche Google 2021

Pensate che una delle keyword più ricercate nel 2021 (leggi anche quell’articolo) è stata “salute mentale“. In moltissimi hanno cercato una sorta di aiuto sul web, non disponendo di altri mezzi.

Un problema di proporzioni enormi che, tuttavia, nonostante i fondi a disposizione del Governo, non ha ricevuto l’attenzione che merita. Infatti, nel PNRR non c’è traccia (per ora) di sussidi per le cure psicologiche per chi ne ha bisogno!

Proprio ieri Lucia Annunziata, nel suo programma Mezz’ora in più, ha sottolineato al Ministro Speranza questa necessità.

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Un ragazzo psicotico

Non a caso, il titolo di questo articolo porta il nome di un brano di YUNGBLUD, un giovane artista britannico, di cui vi avevo già parlato nell’articolo sui Måneskin. Lo cito spesso perché è davvero molto bravo.

Vi riporto una strofa della sua canzone qui sotto, giusto per entrare “in punta di piedi” nel cuore dell’argomento:

My mum thinks I’m on heroin (Mia madre pensa che sia fatto di eroina)
And my dad just thinks I’m gone (E mio padre pensa solamente che sia andato)
But they don’t know fucking anything (Ma loro non sanno un cazzo)
Say “Youth is wasted on the young” (Dicono “la giovinezza è sprecata nei ragazzi”)

Non potendo includere il video, vi metto il link per guardarlo su YouTube.

Dominic Harrison

È questo il suo vero nome, è un “messed up kid” (un ragazzino incasinato) che ha vissuto un’infanzia, prima, e un’adolescenza, dopo, piuttosto traumatiche. È rimasto segnato a vita dalle vicende di cui è stato testimone e protagonista.

Come so tutte questo? Semplice, Dominic lo racconta nelle sue canzoni, senza timori, senza vergogna e senza veli. Si può dire che questo giovane artista abbia saputo trarre un vantaggio da una situazione che avrebbe “ucciso” chiunque, riuscendo ad esprimere attraverso l’arte le sue fobie, i suoi demoni, la sua rabbia e la sua frustrazione.

Un Joker del mondo reale

Qualcuno l’ha paragonato a Joker, innanzitutto per via del suo look “bicolor” (ha ci capelli metà rossi e metà neri), ma soprattutto per quell’essere “nuts” (pazzo) e al tempo stesso geniale. Per nostra fortuna, Dominic ha liberato la sua anima perduta attraverso la musica e non attraverso il crimine.

Nei suoi testi parla di anfetamine, di erezioni mancate per l’ansia, di vari esperimenti sessuali per capire meglio sé stesso, di tradimenti dei genitori, di solitudine, di medicine, di terapie, di riabilitazioni, di notti insonni. Dev’essere stato davvero terribile vivere esperienze così complesse in età adolescenziale. Infatti, il suo primo album, da cui è tratto il brano, è arrabbiatissimo, pieno di odio, soprattutto verso sé stesso.

Ciò mi conduce esattamente dove volevo arrivare.

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Autolesionismo e dipendenze

Alla base di molte dipendenze e disturbi alimentari, in particolare quelle che colpiscono i ragazzi, ad esempio, c’è l’autolesionismo.

I ragazzi che si drogano o che non mangiano più non sono dei deboli, non mancano di coraggio. Sono innanzitutto molto soli.

Fuggire dalla solitudine

La solitudine negli ultimi due anni ha raggiunto livelli sempre più preoccupanti. I ragazzi ancora oggi stanno a casa da scuola appena c’è qualche positivo in classe. Tra questi, non sappiamo neppure quanti di essi siano soli tra le mura di casa, quanti abbiano davvero un PC o un device per seguire le lezioni, quanti abbiano genitori attenti alle loro esigenze.

Infatti, chi manifesta un disagio psicologico, spesso abita in famiglie dove entrambi i genitori lavorano e restano tutto il giorno fuori casa. Se poi si tratta di ragazzi timidi, poco inclini alla socializzazione, addirittura bullizzati a causa di questo comportamento, l’isolamento è una vera a propria fuga dalla realtà. Chi preferisce le connessioni virtuali, in generale, è proprio perché usa lo schermo per creare la “giusta” distanza e protezione dagli altri.

La conseguenza è cercare disperatamente un qualche tipo di attenzione (come capita alle persone anoressiche), oppure, sollievo nella droga o nell’alcool o in altre dipendenze.

Trovare rifugio

A dire il vero, ci sono anche molti ragazzi che si rivolgono alla droga e all’alcool per provare lo sballo, per combattere la timidezza, per divertirsi un po’ di più. Il pericolo, tuttavia, è sempre alle porte: passare alla vera dipendenza è un attimo. Il non cadere nel baratro dipende dai singoli e dalla loro maturità.

Chiaramente, la frequentazione è importantissima: se tutti gli amici si drogano, o bevono, è ovvio che molti adolescenti scelgano di imitare il gruppo per non esserne esclusi. Crescendo, si può capire che, in fin di conti, non è necessario appartenere ad una cerchia di persone per sentirsi accettati e che, invece, si può stare benissimo se ci si concentra di più su sé stessi.

Trovare un escamotage

Qui sta il trucco: bisogna guardarsi dentro e capire cosa si vuole dalla vita. È molto difficile saperlo a 15 anni, ma vi assicuro che ci sono persone che, fin da bambini, erano consce di chi sarebbero diventati da adulti. Vi cito il più grande di tutti: Elon Musk. Certo, mi direte voi, lui è l’eccezione che conferma la regola.

Può darsi, ma lo si può considerare anche come un esempio (modello) da seguire. A volte, per uscire da un brutto percorso, basta trovare quella luce che ci guida verso l’uscita. Imitare qualcuno che si stima o che si ammira può davvero stimolare i ragazzi ad essere migliori e soprattutto ad impegnarsi in qualcosa di più grande, salvandoli da un destino come minimo incerto.

Basta soffrire…e subito!

Per molti ragazzi problematici, droga e l’alcool sono viste come sostituti della felicità, che si ottiene subito e soprattutto senza alcuna fatica. Basta procurarsi una dose oppure comprarsi una bottiglia. Ci sono addirittura le consegne a domicilio! Al primo segnale di tristezza, inadeguatezza, di paura, di dolore, ecc. ed ecco che molti ragazzi si arrendono alle droghe, trascinando sé stessi in una spirale sempre più negativa: la dipendenza.

Un film sulla droga che mi ha molto colpito

In quanti film abbiamo visto questo genere di comportamento?

Ad esempio, in Traffic, con Michael Douglas. Qui, i ragazzi che si drogavano erano ricchi ed annoiati. La protagonista, in particolare, aveva anche problemi relazionali con la figura paterna ed è per questo motivo che è stata la più difficile da salvare, essendo arrivata anche a prostituirsi, con l’intento di ferire il padre, più che sé stessa.

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Ansia e depressione

L’ansia sta diventando sempre più frequente nei ragazzi. Rare volte, è la manifestazione di una patologia diversa, come una disfunzione tiroidea.

Nella maggior parte dei casi, invece, si tratta di una predisposizione alla paura che sfocia in una preoccupazione eccessiva per eventi di scarsa importanza. Quando arriva la prima crisi, il primo attacco di panico, si vive un autentico dramma. Si pensa di morire. Da lì in poi, si ha paura di aver paura. Se l’ansia non è curata per tempo, rischia di diventare cronica, con effetti devastanti.

L’ansia è in grado di impedire anche le attività più banali, come l’uscire con gli amici, andare alle feste, oppure sostenere gli esami scolastici, ecc.

La depressione

La depressione, è di due tipi: quella da cause esterne, e quella endogena, molto più pericolosa. Un ragazzo/a può diventare depresso/a senza un motivo. Non è sempre facile individuare un soggetto depresso, perché spesso sa nascondersi molto bene dietro a sorrisi, battute, ecc.

Eppure, questa malattia, è fra le più pericolose e può sfociare sia nelle dipendenze (da farmaci, da droghe, ecc.), sia in aggressività.

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Anoressia e aggressività

Anche l’anoressia è una “brutta bestia”: il rifiuto del proprio corpo conduce ad una morte lenta, provocata dalla mancanza di nutrimento. Ho letto che durante la pandemia molte ragazze e ragazzi navigando su Instagram, osservando in pratica solo corpi e cibo, hanno cominciato lentamente a rifiutare entrambi.

L’anoressia in Italia è arrivata quando io ero alle superiori: nella mia classe ben tre ragazze ne erano cadute vittima e persino io ci sono andata vicino qualche anno dopo.

La moda delle modelle super magre, la cultura della perfezione fisica di quegli anni era allucinante.

Purtroppo, se il fenomeno sembrava in diminuzione negli ultimi anni, grazie, ad esempio, al divieto di misure fisiche troppo restrittive, con l’arrivo dei Social e della condivisione, tutto è ricominciato e in maniera più potente e devastante.

Ferite dentro e fuori

Tuttavia, ci sono altri modi in cui i ragazzi esprimono autolesionismo a livello fisico: si provocano espressamente delle ferite, ad esempio tagli ai polsi, agli avambracci e in altre parti del corpo. Quando ci si odia, si arriva anche al suicidio.

Pare che molti ragazzi abbiano addirittura pianificato nei minimi dettagli come togliersi la vita. Accade che, in qualche caso, il piano si trasformi in azione.

Infine, considererei anche l’aggressività, in particolare, il bisogno di picchiare e farsi picchiare. Quante risse sono state organizzate durante la pandemia? A quanti episodi di violenza, singola o di gruppo abbiamo assistito?

Sono tutte forme di disagio inespresso, represso, che deve sfogarsi in qualche modo.

A volte, si sfoga persino nel sesso, fino agli stupri di gruppo.

Facile dire che questi ragazzi sono delinquenti, stupratori, violenti, ecc. Lo sono, indubbiamente. Ma qualcuno si è mai degnato di capire perché arrivano a tanto?

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Genitori impotenti, assenti o indifferenti?

A volte, sono gli stessi genitori ad essere ciechi, a non riuscire neppure a concepire che i loro figli possono avere problemi, perché sarebbe come ammettere di aver sbagliato in qualche cosa. Altri, invece, capiscono che c’è qualcosa che non va, ma spesso sono impauriti e non sanno come affrontare la questione e anziché chiedere aiuto, si chiudono in sé stessi.

Alcuni, invece, non sanno a chi rivolgersi; altri ancora capiscono che un aiuto da parte di un terapeuta potrebbe essere d’aiuto, ma non hanno i mezzi per permetterselo. Infine, chi può permetterselo, a volte decide in autonomia che non serve a nulla.

Gli USA e la psicoterapia

Negli Stati Uniti, ad esempio, hanno una concezione dello “shrink” molto diversa da noi. Da decenni, potrei dire, lo psicologo si occupa anche dei bambini. Per i genitori d’oltre oceano, è normale rivolgersi allo specialista di salute mentale se il loro figlioletto si comporta in modo strano, prima ancora che quell’anomalia si trasformi in qualcosa di più grave.

In psicologia, così come in altre discipline, bisogna intervenire immediatamente, prima che sia troppo tardi. Probabilmente, tutti noi avremmo avuto bisogno, ognuno per il proprio caso, di vedere uno strizzacervelli già in età adolescenziale. Pensate a quante menate, quanti casini, quante relazioni sbagliate, quanti comportamenti impropri, quanta sofferenza, quanta rabbia, quante giornate gettate al vento si sarebbero evitate!

In Italia qualcosa si muove

Per fortuna, anche in Italia da qualche anno esiste lo psicologo della scuola. Tuttavia, non è sufficiente. Sono necessari più specialisti in grado di seguire i ragazzi da vicino, anche in altri ambienti, come quello famigliare.

Serve soprattutto un piano di sostentamento per le famiglie con basso reddito che non possono permettersi queste spese “superflue”. Infatti, sono proprio questi ambienti disagiati a generare situazioni problematiche a livello mentale.

Per far fronte a molte necessità, senza avere la possibilità di intraprendere altro, spesso si ricorre alla terapia medica, che, ahimè, da sola non è sufficiente. Può essere d’aiuto in prima battuta, per placare i sintomi più gravi, ma successivamente, è necessario seguire un percorso con uno psicoterapeuta.

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Condividere e praticare, aiuta!

Molti consultori hanno chiuso, o stanno chiudendo, o soffrono di scarsità del personale; alcuni per lasciare posto agli studi privati. Da anni sono state chiuse una serie di strutture che avrebbero potuto ospitare tanti ragazzi psicotici o con problemi mentali più seri. Le comunità stanno in piedi più per l’azione di volontari, persone straordinarie che mettono i loro mezzi (case, denaro, ecc.) a completa disposizione per chi ne ha bisogno, che per le sovvenzioni statali.

Bisognerebbe che le Istituzioni facciano di più e in fretta.

Condividere è terapeutico

La condivisione di certe problematiche è importante, soprattutto per i ragazzi. Stare con altri che manifestano lo stesso disagio, rende consapevoli di una cosa importantissima: non si è soli nella sofferenza. Infatti, nessuno è il solo a provare quel malessere interiore, quel desiderio di fuggire, o addirittura di morire. Tutti, da qualche parte e in un momento di sconforto profondo, provano le stesse sensazioni.

È quello che la mia app di meditazione chiama la “shared human condition”.

Meditate, ragazzi, meditate

Quando siamo tristi, milioni di persone stanno provando la nostra stessa emozione nello stesso momento. Anche quando siamo felici, siamo sempre in moltissimi a sentirci così! Il relativizzare l’esperienza ci aiuta a non raggiungere livelli di disperazione assoluta, ci dà una nova speranza. È molto confortante che altri stanno soffrendo “insieme” a noi.

Per come la penso, la pratica meditativa va iniziata al più presto possibile. Meditare significa lasciare andare tutto ciò che è negativo, che assilla la nostra mente, che ci affatica e ci fa perdere energia per altre cose molto più utili e piacevoli. Meditare ci rende consapevoli del momento presente, che troppo spesso ci perdiamo, perché immersi nei meandri della nostra mente. Meditando, ci concentriamo maggiormente su noi stessi e le sensazioni che quella determinata azione ci trasmette. Ciò è d’aiuto anche ai ragazzi: meditare rende più forti e allontana da schemi mentali pericolosi.

Ne ho parlato in dettaglio in un altro articolo.

Praticate anche lo yoga!

Accanto alla meditazione, aggiungerei anche la pratica dello Yoga.

Anche lo yoga ci rende più consapevoli del nostro corpo. In questo caso, impariamo a volerci più bene, a mantenerci in salute, in un corpo che funziona meglio, è più calmo. Tuttavia, è, al tempo stesso, più pronto e in forma. Per praticare lo yoga ad alti livelli sono necessari molti anni e molta costanza. Il fisico si costruisce per passi, prima a livello di stabilità e controllo, poi a livello di forza e infine di equilibrio. Non so se abbiate mai visto le posizioni di cui certi yogi sono capaci, sono davvero incredibili!

Una posizione di Yoga

Attività utili per la salute mentale

Per uscire da uno stato di inquietudine o sofferenza, naturalmente ci sono diverse possibilità. Se non è una situazione patologica grave, i ragazzi possono anche riuscirci da soli, soprattutto se seguiti da vicino, specialmente all’inizio.

Ad esempio, imparare a disegnare, a suonare uno strumento, oppure uno sport, non può che essere positivo. Praticando con costanza, si impara la disciplina, il rispetto per sé e per gli altri. Si apprende che si può migliorare e che con il tempo si possono raggiungere anche certi risultati! E chissà che queste “terapie” non possano un giorno trasformarsi in vere e proprie passioni, tali da regalarci una carriera in quel campo!

So di un fotografo che ha percorso questa strada. Come racconta egli stesso nelle interviste, partendo da un profondo disagio interiore, ha iniziato a scattare foto alle persone che incontrava durante i suoi viaggi. Ebbene, questo ragazzo ha raggiunto risultati incredibili: è stato pluri premiato e le sue foto sono finite sulle copertine di giornali del settore e non solo.

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Conclusioni

La pandemia ha dato quello che si definisce il colpo di grazia, lasciando indubbiamente un segno indelebile in tutti noi.

Per questo, i genitori devono essere ancora più vigili ed attenti nei confronti dei figli, senza mai sottovalutare certi atteggiamenti, certe azioni che differiscono dalla routine.

Il consiglio che mi sento di dare è il seguente: appena notate qualche comportamento psicotico o comunque sospetto, portate i vostri ragazzi da uno specialista per una visita. Male che vada, avrete speso qualche soldo per nulla. Piccoli problemi, se trascurati, possono degenerare in situazioni complesse, dalle quali sarà poi più difficile (se non impossibile) uscire.

Spero che questo approfondimento vi sia piaciuto e che vi abbia reso consci, in caso già non lo foste, di un problema che sta dilagando sempre più nella società e che non è affrontato in maniera consona.

Condividetelo con chi ha figli, anche se “stanno bene”: non si sa mai!

Vi do appuntamento al prossimo lunedì per un altro super articolo.

A presto,

Firma Cinzia

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