in memoria di un virus
La vita che molti di noi hanno vissuto nell’epoca del “io resto a casa”.
Il mio ebook scritto e pubblicato durante il primo (ed indimenticabile, purtroppo) lockdown tra marzo e maggio 2020. Credo che questo sia stato uno dei motivi che mi hanno dato la forza e il coraggio per sopravvivere a questo momento così drammatico e intenso.
Leggi l’estratto!
Guarda la recensione del mio eBook da parte di Giancarlo, un lettore appassionato di classici e non solo!
Capitolo 1
La storia
La prima immagine che ho scelto di inserire in questo libro è la mappa ufficiale di diffusione del Covid-19 pubblicata, e regolarmente aggiornata, dal sito dell’Università di John Hopkins, per ricordare a tutti la moltitudine di nazioni colpite dalla pandemia, che ha portato con sé dolore e morte in tutto il mondo, al punto di cambiare le nostre vite per sempre. Persino i nostri ricordi ne risentiranno: questo momento rimarrà a lungo impresso nella nostra memoria, nel bene e nel male.
Oggi, 10 maggio 2020, giorno in cui ho terminato la prima stesura del libro, si contano nel mondo più di 4 milioni di contagiati, circa 280000 decessi, di cui più di 30000 solamente in Italia.
Vi ricordate com’è cominciato tutto?
Le prime notizie della Cina arrivavano dall’inviata speciale del Tg2, la giornalista Giovanna Botteri, la quale ci parlava di questo virus sconosciuto che si stava diffondendo nella regione di Hubei. Alcune similitudini con quello della SARS, trasmesso all’uomo da un animale infetto, da molti temuto per il suo enorme potere letale, ci facevano pensare ad un nuovo incubo. Dopo alcuni giorni altri aggiornamenti ci rassicuravano, riportando che, essendo questo nuovo ceppo molto meno aggressivo della SARS, era meno letale. Era circa metà novembre 2019.
Per qualche giorno era stata considerata anche l’ipotesi di un virus sfuggito al laboratorio di massima sicurezza di Wuhan, città da dov’era partito il focolaio. Le prime scoperte parlavano di un tipo nuovo di coronavirus, capace di effettuare il salto di specie, dall’animale all’uomo, probabilmente avvenuto nel mercato umido di Wuhan, famoso per la varietà di specie animali vive in vendita come cibo. Non erano ancora chiaro quali fossero la capacità di diffusione, la reale gravità, il periodo d’incubazione, i sintomi o se gli asintomatici fossero comunque in grado di diffonderlo. Si sapeva unicamente che nel caso più serio si sarebbe sviluppata una polmonite, che avrebbe potuto portare alla necessità di respirazione assistita in terapia intensiva. Esattamente come la SARS.
In seguito, i contagi erano aumentati velocemente e dopo circa un mese, la Cina aveva isolato Wuhan e provincia, quasi sessanta milioni di persone, per evitare che il contagio si diffondesse nelle altre regioni. Sinceramente, avevo iniziato ad essere preoccupata proprio da quel momento. Giornalmente, mi collegavo al sito della già citata Università di John Hopkins,
(https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6) che pubblicava i numeri del contagio, gli andamenti, le regioni colpite.
La mia apprensione aumentava, finché i Cinesi cominciarono a proibire a tutti di uscire di casa alla loro maniera (avrebbero sparato a chi avesse contravvenuto agli ordini): a quel punto, la preoccupazione si trasformava in certezza. Alle persone della regione era addirittura consegnata la spesa a domicilio tramite robot mai usati prima. Quando avevo capito che chiunque al mondo aveva traffici con quella regione, poiché centro importante, sia per il bestiame, sia per l’high-tech, avevo cominciato a chiedermi: ma chi viaggia da e per quella città, diffonderà il virus ovunque? Da questa domanda, scaturiva anche la “fobia” verso tutto ciò che era cinese o legato alla Cina, che si ripercuoteva sui negozi, i ristoranti, ecc., i quali ricevevano meno clienti, sempre più paurosi e diffidenti.
Mi ricordo di aver seguito con attenzione maniacale tutte le notizie attendibili a riguardo che giravano sui media tradizionali, ma anche sul web e sui Social: c’era una confusione tremenda. Il virus circolava anche in altri Stati asiatici e del Middle East, senza però destare più preoccupazione di quanto accaduto in Cina.
Il 20 febbraio, arrivava la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire: un italiano di Codogno, nel Lodigiano, aveva contratto il o il Covid-19 (Coronavirus Disease 19). Tutti i dubbi che avevo, sono svaniti con quella notizia. Il virus era arrivato anche in Italia.
Ora, mi chiedevo, come andrà a finire?
Panoramica
13 Capitoli
150 Pagine
Introduzione
L’epoca del coronavirus ha segnato le nostre vite per sempre. In questo libro, racconto la mia personale esperienza di vita vissuta in quarantena tra le mura domestiche. Dopo un riassunto dettagliato degli eventi, della situazione dei contagi, in Italia e nel mondo, dei vari decreti del Governo e dei provvedimenti economici, ho rivolto l’attenzione al mio privato.
Il significato della vita
In queste dieci settimane, ho avuto il tempo per riflettere sulla vita e sul suo significato, su ciò che è stato e che ancora arriverà. Ho riscoperto i valori fondamentali, come la famiglia, gli amici, il patriottismo.
Un aiuto dalla tecnologia
Grazie ad internet abbiamo avuto la possibilità di restare connessi anche se distanti e di partecipare ad eventi online da casa, usando un tablet o un computer; abbiamo avuto accesso a molta formazione, molto spesso di livello e gratuitamente. Ho raccontato le insidie della disinformazione e delle false notizie. Ho analizzato la situazione del lavoro in Italia, di come si sia proiettata rapidamente e goffamente verso il digitale; di quanto la mentalità di alcuni imprenditori deve evolvere per assicurare ai dipendenti stabilità e continuità e di quanto le scuole abbiano bisogno di un sistema di formazione più moderno.
Come sarà il nostro futuro?
Ho cercato di prevedere come cambierà il nostro futuro, dovendoci adattare tutti ad una convivenza forzata con questo virus per ancora tanto tempo: molti sono i dubbi e le domande.
Bisogna agire!
Infine, mi sono promessa di sfruttare quest’occasione unica per dare finalmente una svolta alla mia vita. Il restare ferma per tante settimane, mi ha reso consapevole di volere di più per me stessa e di agire subito.
Vorrei dare un consiglio a tutti: perseguite uno scopo nobile e non indugiate oltre e realizzate i vostri sogni.
Alcune pagine del mio ebook
Cosa dicono i lettori di In memoria di un virus….
In memoria di un virus è sempre attuale!
Da un paio di anni, ormai, entriamo ed usciamo da questo incubo, a seconda della pericolosità delle varianti del virus.
Anche per questo motivo, ho mantenuto nel tempo molte delle abitudini acquisite durante il primo lockdown. I consigli di sopravvivenza, dentro e fuori casa, che troverai all’interno dei vari capitoli, non hanno limite né di utilizzo, né di tempo!
Il mio ebook ti sarà utile ora, come in futuro.
Numero di parole
Pagine
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