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Episodio numero 12 del mio Podcast Articoli in voce
Indice
1. L'invasione di massa
2. Il ruolo dei Social
3. Donald Trump
4. Libertà d'espressione
5. Conclusioni
Il sogno americano è morto?
Oggi vi parlerò dei tragici eventi verificatisi al Campidoglio il 6 gennaio a Washington e nel contempo approfondire il ruolo che hanno avuto i Social in tutto questo.
L’invasione di massa
Le manifestazioni di massa sono pericolose. Sempre. Che siano di destra o di sinistra, che abbiano buoni intenti o meno, alla fine ci scappa qualche morto o qualche ferito. Ovunque siano nel mondo. La gente, dopotutto, non è facilmente controllabile. È piuttosto facilmente manipolabile, ma una volta aizzata, istigata, pompata, agisce la con propria testa. Inoltre, molto spesso accade che ai “normali” manifestanti, si uniscano pericolosi rivoltosi, che nulla hanno a che vedere con la intenzioni della protesta, ma che approfittano della confusione per crearne di più e, magari, pestare gratuitamente.
È successo anche a Gallarate
Non so quanti di voi abbiano seguito la notizia della rissa organizzata, più propriamente una spedizione punitiva o regolamento di conti tra gang di giovanissimi, a Gallarate il 7 gennaio pomeriggio. Gallarate, la mia città, che ho sempre reputato tranquilla e piuttosto anonima, solitamente lontana da eventi simili. Eppure, qualcosa si è rotto anche qui: certamente un po’ avrà influito lo stress diffuso trai giovani a causa della pandemia, ma molto più probabilmente, i canali Social hanno dato una marcia in più a chi ha chiamato “alle armi” (potrei quasi togliere le virgolette, visto che negli zaini di questi ragazzini sono state trovate vere e proprie armi, anche se bianche) i partecipanti. Attualmente, la procura sta indagando sulle origini del fatto.
E prima a Roma
Fatto che molti hanno ricondotto alla rissa del Pincio avvenuta a Roma, a metà dello scorso dicembre, scatenata, così parrebbe, dal furto di un cellulare e da gelosie banali tra due ragazzine di 14 anni. Anche in questo caso, il tam tam sui Social ha fatto il resto. I curiosi che avrebbero dovuto unicamente assistere al duello tra le ragazzine si sono trasformati in co-protagonisti della rissa. Leggo poco fa di una rissa analoga anche a Parma. Adesso sì che mi sto preoccupando seriamente.
Che ruolo hanno i Social in tutti questi eventi violenti?
Per ogni fenomeno, movimento, strumento, canale di comunicazione, e così via, esistono due lati della medaglia: di solito, uno è edificante e l’altro devastante, con vari livelli.
Il lato buono dei Social è la connessione e la condivisione; la globalità e la solidarietà. Ne ho parlato e scritto tanto a riguardo, perciò in questo approfondimento, vorrei affrontarne principalmente il lato oscuro.
Giochi mortali
Abbiamo sentito parlare in più occasioni dei giochi mortali postati sui Social: a seconda della moda del momento, qualcuno lancia una sfida assurda e pericolosa e invita altri a imitarne il comportamento e postandone i momenti salienti sui vari canali. In questo modo, il gioco si diffonde rapidamente e una volta che ci scappa il morto, apprendiamo la notizia dai giornali.
È possibile prevedere questi fenomeni e fermarli prima di leggerli sulla cronaca nera?
Il mio cervello si sta attualmente dibattendo tra libertà di espressione e controllo delle informazioni.
Dipendenza
I giovani d’oggi sono totalmente dipendenti dai Social. Per assurdo, hanno più amicizie virtuali che reali. Si fanno influenzare da quanto leggono sui vari canali, al punto da andare in depressione, fino a commettere suicidio.
La loro salvezza è nell’amicizia vera, in persona e, soprattutto, nei loro genitori, chiamati ad essere presenti per i loro figli. Altrimenti, mi chiedo, perché li avete messi al mondo?
Ho scritto un articolo interessante sulle psicosi giovanili.
Il Campidoglio
Proprio in questi giorni non si smette di gridare al “bruciate i Social”, che non hanno bannato gli utenti che hanno contribuito all’innesco di fenomeni di massa pericolosi, come quello della presa del Campidoglio.
Ma qual è il limite corretto al di là del quale si dovrebbe intervenire?
Donald Trump
Ad esempio, dopo la manifestazione turbolenta al Campidoglio, il profilo di Trump su Twitter è stato rimosso dalla piattaforma stessa, addirittura in via definitiva.
Mi chiedo, innanzitutto, se sia stato davvero lecito e perché, allora, non farlo prima.
Purtroppo, non sempre ho il tempo di seguire tutti gli avvenimenti su tutte le piattaforme, pertanto non posso spergiurare che il Presidente Trump abbia o meno volutamente forzato la mano ai suoi sostenitori e dato origine all’assalto dello scorso mercoledì.
Per fortuna, non molto tempo fa, ha avuto inizio la saga Musk-Twitter, che vede il CEO di Space X in dirittura d’arrivo per l’acquisto della piattaforma Social, con lo scopo di garantire la totale libertà di espressione sulle pubblicazioni dei suoi utenti. Ancora una volta, Elon incarna la figura di paladino della libertà. Inoltre, renderà l’algoritmo della piattaforma “open”, in modo che chiunque lo potrà modificare.
Ti racconto tutto questo, perché Elon ha deciso di restituire l’account all’ex Presidente Trump. Ben fatto!
Trump e Facebook
Sta di fatto che su Facebook (ho letto tutti i suoi post degli ultimi giorni, da prima dell’invasione del Campidoglio) Donald ha dichiarato innumerevoli volte di essere stato truffato nelle votazioni: nel giro delle 24 ore del giorno della presa del Campidoglio, ha postato almeno 20 volte similmente, e in alcuni aizzava i suoi elettori a non rimanere immobili dinnanzi a questo furto. Ora, non potendo accedere al suo account su Twitter, non ho potuto leggerli Né tantomeno contarli, ma immagino siano stati dello stesso genere e molto numerosi.
Nel mio piccolo, posso senza timore affermare che un Presidente, specialmente se ancora in carica, non dovrebbe sputare sulla Costituzione e sulle sue leggi, al fine di contestare l’elezione del nuovo Presidente. Un modo più elegante sarebbe stato quello di accettare (almeno per finta) il verdetto elettivo e poi lavorare sodo per una ricandidatura successiva. Ma sappiamo che Trump non è elegante, tantomeno ama perdere e molto probabilmente è conscio di non aver molte chance di vincere tra 4 anni. Perché stando alle previsioni attuali, Biden sarebbe in grado di riportare gli Stati Uniti allo splendore di un tempo. Personalmente, ne dubito, ma lo spero per il bene degli Americani.
Purtroppo, tutti questi sono segnali che l’American Dream si è sgretolato. La Nazione si sta dividendo sempre di più e ci vorrà un grande sforzo umano, politico ed economico per far convivere pacificamente due fazioni molto diverse e lontane tra loro.
Le divisioni interne negli USA
La vicenda del Campidoglio è l’ultima di una tragica serie. Trump probabilmente ha inasprito una situazione che, come ho scritto in altre occasioni, si è originata già ai tempi del governo di Obama-Biden, ed essendo il leader naturale dell’America sudista, armata e bianca, conservatrice ed egemonica, non può che fomentare questa divisione. Eppure non ha mai promosso una guerra durante il suo mandato, anzi, ha risolto brillantemente persino la tensione con la Corea del Nord, incontrando molte volte il giovane leader e spostando il dibattito su nuove condizioni economiche in vigore tra i due Paesi. Purtroppo, tale questione si sta riaprendo proprio in questi giorni, alla luce dell’insediamento ormai prossimo di Biden alla Casa Bianca.
Trump è un uomo odiato da tanti, ma anche molto amato e stimato. Credo che questo sia l’aspetto che lo rende così detestabile, al punto, forse, da mettere in scena quanto visto a Washington.
Uno sciamano al Campidoglio
Avendo un po’ di tempo, ho approfittato di curiosare tra i vari Social alla ricerca di informazioni sullo Shaman (sciamano) che appare in tutti i notiziari e addirittura fotomontato su un episodio passato dei Simpsons che, tradizione vuole, finora abbiano previsto tutte le vicende politiche legate al Presidente.
Innanzitutto, pare che sia un sostenitore QAnon. Chi di voi ne ha mai sentito parlare prima di questo tragico evento? Su Facebook hashtag relativo è stato rimosso.
Complotto (gomblotto) che ha coinvolto il Campidoglio?
Si tratterebbe di una teoria del complotto (ancora!?!) dell’estrema destra che agirebbe, tramite poteri occulti, contro Trump e i suoi sostenitori perché questi vorrebbero scardinare il nuovo ordine mondiale colluso con una serie di pratiche indecorose e illegali.
Per non saper né leggere, né scrivere, su Wikipedia qualcuno ha scritto che questo movimento attira molti seguaci anche in Europa e che Salvini ne farebbe parte (e te pareva!).
Lasciando da parte il fatto che questo sciamano sia intelligente o ignorante, che creda ai complotti o meno, vorrei farvi notare che il suo profilo sui Social è inesistente: nessun account Instagram, nessuno su Twitter e idem su Facebook. Guarda caso, la sua pagina Wikipedia è stata creata il 7 gennaio, il che significa che prima di quel giorno era una persona anonima quanto me.
Le vere motivazioni dietro all’evento del Campidoglio
Non è che siano di fronte ad un classico esempio di capro espiatorio?
Parliamoci chiaro: non sto difendendo Trump, non sarebbe dovuto succedere quello che è successo, specialmente non i morti e i feriti, ma allo stesso tempo ho visto passare diverse notizie che mi hanno fatto accapponare la pelle. Non so quanti di voi abbiano letto di quella che l’Europa accusava Trump di un colpo di stato e che le forze federali fossero d’accordo. Ritengo che se tali forze avessero sospettato una tale azione da parte di Trump, l’avrebbero subito arrestato.
Mi piacerebbe pensare che Trump sia stato un po’ “naive” (o naif come diremmo noi) e che non abbia previsto un tale seguito di persone pronte a manifestare in suo nome. Se non erro, il giorno del suo giramento erano presenti molte meno persone davanti al Campidoglio. Questo è il potere dei Social: negli anni del suo mandato, Trump ha guadagnato moltissimi followers.
Perfino Greta Thunberg si è servita dei Social per il suo scopo (in effetti un tantino più nobile di quello dell’ex Presidente). Ho scritto un interessante articolo sul Climate Change e su come la strategia di marketing usata da Greta abbia mosso milioni di giovani a battersi per una stessa causa. Lo potete trovare a questo link.
Il fatto che i Village People, come li ha definiti un meme apparso sui Social, possano essere i veri protagonisti di un’azione che, sfortunatamente, entrerà nella storia americana, mi fa un po’ specie. Per questo sospetto si tratti di una montatura. Hanno scelto un bel personaggio per screditare fino all’ultimo il Presidente Trump e costringerlo alle dimissioni immediate e accusarlo di impeachment per impedirgli una futura candidatura.
Vedremo quali nuove informazioni i media decideranno di darci in proposito.
Come mio solito, ho cercato di analizzare la situazione nel modo più oggettivo possibile per capire qual è il vero fenomeno dietro agli eventi mediatici.
Libertà di espressione
Jack Ma
Tornando al discorso Social e al loro controllo, credo che sia una materia molto complessa e difficile.
Sto pensando anche al caso Jack Ma, uno dei più ricchi imprenditori cinesi, sparito dai Social da qualche settimana e che tutti stanno cercando.
Nella sua biografia, molto interessante e in contrapposizione con quella di Elon Musk, Jack Ma è descritto non come un tecnico, tantomeno un nerd, ma ha un’innato talento per gli affari e possiede elevate qualità umane, tali da renderlo un capo ideale.
È stato incluso nel 2009 da Forbes tra i 100 uomini più influenti del mondo, il primo imprenditore cinese ad entrare in questa classifica. Grazie alla sua mentalità molto occidentale, quasi imitando la filosofia della prima Silicon Valley, dopo aver reso Alibaba (in pratica l’Amazon cinese) la più grande compagnia privata cinese e pronto alla quotazione in borsa, non andata a buon fine per cause imprecisate, qualcosa si è spezzato.
Il Governo Cinese
Ha cominciato ad attirare in modo negativo l’attenzione del governo cinese che vede nella sua popolarità, anche oltre oceano, una minaccia per il Partito Comunista. Jack Ma ha anche pubblicamente criticato il Governo Cinese e, a causa di ciò, pare che Pechino voglia la sua testa: ha appena bandito tutte le notizie riguardanti le indagini sulla sua scomparsa. Come se non bastasse, il Governo avrebbe intenzione anche di nazionalizzare il suo impero commerciale.
Libertà di espressione e comunicazione: quanto la diamo per scontata.
La Cina, come altri Paesi asiatici, controlla tutte le comunicazioni, stabilisce quali social si possono o non possono usare, possiede la propria rete internet. La privacy dei cittadini in pratica non esiste. Se da un lato ciò ha permesso di contenere la pandemia con successo, dall’altro le limitazioni imposte sono assurde: non si può protestare, non si può esprimere la propria opinione se diversa da quella permessa, non si può scegliere liberamente, pena l’arresto (quando va bene) o la sparizione.
Non importa quanto si è famosi o utili per altre persone: se il Governo decide di far sparire qualcuno, lo fa e basta.
Mi dispiace molto per Jack Ma, spero di rivederlo presto.
È un uomo simpatico e ha dato lavoro a più di 100 mila persone.
Nel caso di Trump siamo agli antipodi del problema: troppo permissivismo.
Conclusioni
Le mie domande
Ma quando andrebbe limitata davvero la libertà di espressione?
Chi deve decidere di bannare o meno un contenuto sui Social?
Quali regole sarebbero necessarie?
Quando un post può diventare pericoloso?
Sono tutti quesiti di non facile risposta e potrebbero generare dibattiti infiniti.
Naturalmente le decisioni a riguardo non possono essere prese dai proprietari delle piattaforme in autonomia, ma unicamente in accordo con le leggi e le regolamentazioni dei Paesi Europei o degli Stati Uniti.
Scusate se ho iniziato l’anno 2021 con un piede un po’ pensante, ma gli eventi degli ultimi giorni non mi hanno lasciato indifferente e volevo condividere le mie considerazioni con voi.
Spero che vi sia piaciuto comunque!
Vi ringrazio anticipo per il tempo che avete dedicato alla lettura del mio primo articolo di questo nuovo anno! 😍
A presto per un nuovo approfondimento.
Cinzia
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