Le Tribute Band
A proposito delle Tribute Band, mi riempie sempre di gioia ascoltare, cantare e ballare le loro canzoni, specialmente “dal vivo”. Dopo 40 anni, sono così attuali.Pensate che anche i ragazzi giovanissimi li ascoltano, allo stesso modo in cui lo facevamo noi. Io li “conobbi” a scuola, grazie ad un’amica che ha sempre avuto ottimi gusti musicali, ma ritengo che anche i genitori possano esercitare una certa influenza. Sempre che amino la musica. In casa mia, io sono l’unica maniaca: i miei ascoltano un po’di tutto, ma senza un reale interesse, né preferenze.
torna all’indiceUna biografia molto speciale
Il libro
Nel 2019, prima della pandemia, ho letto una
biografia di Freddie Mercury meravigliosa.Praticamente tutta la sua vita privata raccontata dal suo assistente personale, che lo ha accompagnato per moltissimi anni e gli è stato vicino anche in punto di morte. In questo libro, ho appreso diversi elementi che vorrei condividere con voi. Innanzitutto, il libro si intitola: Freddie Mercury. Una biografia intima, di
Peter Freestone. Lo trovate su
Amazon. Ve lo consiglio caldamente.
Le sue amicizie; abitudini e comportamenti
A parte essere dedito – e dipendente – a feste, gozzovigli, serate passate in compagnia dei suoi amici (e di qualche droga), da questa biografia esce un Freddie molto solo e riservato. I suoi confidenti erano principalmente i membri della band e la sua ex-fidanzata storica.Era
molto esigente, sia in termini di costumi e vestiti, ma anche – soprattutto – in termini di arredamento. Non solo in fatto di musica e rendimento.La sua dimora di Kensington era il risultato di anni di raccolta di oggetti rari e costosi. Peccato non sia possibile visitarla, sarebbe un museo imperdibile!Amava la compagnia di donne forti, un po’ mascoline. Non aveva tantissimi amici e spesso di ritrovava solo in compagnia dei numerosi
gatti che giravano per casa, di cui era follemente innamorato. In molti, infatti, approfittavano della sua generosità senza dare nulla in cambio. Freddie era solito regalare oggetti costosi non solo ai suoi amici più intimi, ma anche a chi conosceva da poco, in particolar modo ai suoi amanti.Non stento a crederlo, pare che abbia avuto tantissime relazioni, in stile mordi e fuggi. Molto poche quelle serie. La sua prima fidanzata gli è stata vicino fino alla morte ed è stata la sua migliore amica. La canzone
Friends will be friends è dedicata proprio a lei.Con il senno di poi, se si fosse accontentato di una vita sentimentale più tranquilla e monogama, probabilmente oggi sarebbe ancora vivo. Dopotutto, sappiamo che i geni, in qualunque campo, hanno delle debolezze enormi, al di là della nostra comprensione, che li inducono a rovinare la stessa vita e molto spesso li conducono alla morte.
I documentari
Ho visto moltissimi documentari, di cui vi parlerò in seguito, in cui i membri della band si commuovono sempre tantissimo quando parlano della morte di Freddie. Lo hanno amato moltissimo.Non sempre accade che i membri di una band siano stati così legati, così in sintonia. Capita piuttosto che il cantante, di solito più estroverso e – certamente – più esposto, manifesti un ego smisurato che inasprisce i rapporti con gli altri.
Billy Corgan, ad esempio,
era dispotico. Spesso suonava gli strumenti degli altri Pumpkins e litigava per i comportamenti poco dediti al successo della band. Il frontman di una band è il leader; naturale che pretenda il massimo dai suoi team-members. Anche in questo i Queen sono unici.Ognuno si è sempre speso al 100% per il successo della band. Non per nulla, le canzoni più famose sono state scritte da ciascuno di loro. Tutti erano maniaci del dettaglio e non si lamentavano di dover ripetere anche trenta volte lo stesso pezzo, pur di arrivare alla perfezione. Santi Queen.
La malattia
Quello che più mi ha colpito della biografia, è stato il periodo di manifestazione della malattia.Freddie dapprima si sentiva stanco, poi cominciava a provare molto dolore per le piaghe che cominciavano a formarsi, soprattutto sui piedi. Nel mentre, aveva perso diversi Kg ed appariva sottile ed etereo. Successivamente, anche la pelle del suo viso iniziò a guastarsi, peggiorando di giorno in giorno, ed era obbligato a nasconderla dietro a pesante trucco.Tuttavia,
non si è mai lamentato, né tantomeno arreso, e ha continuato sia a scrivere sia a registrare i video.
Miracle, ad esempio, è stato girato mettendo dei bambini (bravissimi!) ad interpretare i ruoli dei membri della band. È stata un’idea geniale.Oppure, nel video
I am going slightly mad, Freddie appare molto deperito, stenta a stare in piedi ed è visibilmente malato. Il gioco su cui si basa il video (e il testo) è farlo sembrare un po’ matto, quasi come il Capellaio in Alice in Wonderland.Nonostante le difficoltà oggettive a cui era soggetto, non sbagliava mai una nota, anzi come spesso affermano gli altri membri della band, raggiungeva vocalizzi ancora più alti, anche se meno potenti.La sua vita era la performance, lui è nato per quello. Per questo Brian May ha scritto per lui
The show must go on. È esattamente ciò in cui Freddie ha eccelso per tutto il tempo.
La morte
In punto di morte è successo di tutto, è stato straziante. Ho pianto tanto mentre lo leggevo. Dev’essere stato estremamente difficile sopportare un dolore simile per chi gli è stato accanto e gli voleva un bene incondizionato.Il giorno prima di morire, Freddie, ormai circondato da curiosi, fotografi appostati di fronte alla sua casa di Kensington, apparve in TV e dichiarò di essere malato e di aver contratto l’HIV. Sembrava essere stato fatto apposta. Non credo si fosse reso conto di essere così vicino alla fine.
Aveva trascorso gli ultimi mesi a Montreux in Svizzera, dove aveva uno studio di registrazione. Voleva allontanarsi da chi cercava di insinuarsi nella sua vita privata. È sempre stato molto riservato, non ha mai reso evidente ciò che faceva della sua vita, figuriamoci in un momento così delicato. Un po’ come ha scelto la nostra Raffaella Carrà che non ha rivelato nulla della sua malattia per non farsi compatire.
torna all’indiceMontreux
Il festival
Montreux è sempre stata una città legata alla musica. Il festival che ne porta il nome ne è un esempio. Quando ero ragazzina ne sentivo spesso parlare in TV quando al Tg nominavano i Duran Duran.
La statua
A Montreux c’è una
statua in bronzo meravigliosa, che ritrae Freddie in una delle sue pose più celebri. L’ho usata come immagine per questo articolo.Sono andata a rendergli omaggio nel 2019. L’emozione è stata molto forte. Ancora oggi ci sono molte persone che si fermano, scattano foto e lasciano un omaggio floreale.Similmente a quanto ho visto accadere alla tomba di Jim Morrison, nel cimitero di Père la Chaise a Parigi. Da me visitato anche quello, ben due volte.
La città
Capisco perché Freddie abbia scelto quella città, anch’io l’ho amata subito. Sorge in riva ad un lago calmo e pulitissimo, dal colore che ricorda quello del mare, piena di fiori e negozi di lusso. Davvero un posto incantevole.Si percepisce che la gente non è curiosa e ci si sente al sicuro, protetti, quasi in una campana di vetro. Gli Svizzeri sono super riservati e in questo li ammiro profondamente.In questo posto è anche stato prodotto il disco postumo
Made in Heaven. Non è così conosciuto come gli altri, tuttavia, è favoloso e molto emozionante.
torna all’indiceConclusioni
Freddie a Montreux è una vera e propria celebrità: ogni anno si organizzano una serie di avvenimenti in suo onore. Concerti e molto altro.Quest’anno si sarebbero celebrati due eventi:
75 anni dalla sua nascita e
30 dalla sua morte.Peccato che, a causa della pandemia, tutto è saltato. Ci sarei dovuta essere anch’io. Speriamo che, com’è successo per le Olimpiadi, rimandino al prossimo anno. In tal caso, non mancherò!Spero che questo articolo sul mio amato Freddie Mercury vi sia piaciuto.In caso, condividetelo sui vostri canali Social, utilizzando il flyer che compare sulla pagina.Come ho scritto in un altro
articolo, sulla Radio, sento di avere un legame speciale con lui. Forse ci siamo incrociati in una vita parallela. Chi lo sa!Vi aspetto la prossima settimana sul mio blog per un altro imperdibile articolo.
Ciao Cinzia, io sono Mario, è appena passato in tv “Bohemian Rapsody”, l’ ho rivisto e mi sono messo a cercare qualche testimonianza di fans presenti al Live Aid…beh non ho trovato granchè ma mi sono imbattuto nella tua pagina del blog. Ho letto con piacere tutto, mi ha colpito in particolare quando scrivi di aver pianto molto leggendo le pagine che raccontano i giorni della morte e “sento di avere un legame speciale con lui” : beh probabilmente molti altri fans nel mondo condividono queste sensazioni, io non saprei spiegare meglio di cosi le mie. Quando sento Freddy è la voce di un amico dell’adolescenza che non c’è più, quello che ti manca e che, al solo sentirlo, ti metti a piangere. Ogni fan ha un legame personale con Mercury e probabilmente è questo che lo contraddistingue, Freddy è stato ed è ognuno di noi!
Ciao Mario! Il tuo è davvero un commento speciale. Ti ringrazio per aver condiviso con me le tue emozioni. Freddie rimarrà sempre nel cuore dei suoi fan, vecchi o nuovi che siano! Eeeehhhooooohhhh!!!