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Episodio numero 34 del mio Podcast Articoli in voce

Indice

1. I ricordi che ho di Freddie

2. I Queen dal vivo

3. Una biografia molto speciale

4. Montreux

5. Conclusioni

5 settembre 1946

Sarebbe stato il suo 75° compleanno, come per mio padre, seppur a qualche giorno di distanza.Invece, il più talentoso cantante della storia del rock – e non solo – è morto appena quarantacinquenne. Stroncato da una malattia oggi “curabile”, che all’epoca era stata scoperta da alcuni anni ed era letale, anche quando diagnosticata all’inizio del decorso.

I ricordi che ho di Freddie

L’annuncio

Ricordo benissimo il giorno della sua morte: il 24 novembre del 1991 ero davanti alla TV e al telegiornale dissero che Freddie Mercury era morto di AIDS. Ero abbastanza giovane e non mi sono resa conto subito di cosa significasse, sapevo solamente che il mio cantante preferito di sempre era morto e che non avrebbe cantato mai più. Ero talmente sconvolta che non ci volevo credere.

La sua vita privata

Freddie era bisessuale, ma l’aveva esplicitato dopo qualche tempo. Infatti, la sua prima storia seria fu con una ragazza, conosciuta nel negozio dove lavorava come commessa. Divenuto famoso, però, grazie alle tournée, ebbe la possibilità di conoscere moltissima gente. In effetti, la faccia tosta non gli è mai mancata, e il suo fascino era a dir poco irresistibile. Facile mietere vittime ad ogni tappa.Anch’io ho sempre ritenuto Freddie molto sexy, seppur non possedendo le caratteristiche fisiche che prediligo in un uomo (altezza, tratti somatici “nordici”, ecc.). Per me, era il suo talento a renderlo estremamente desiderabile. Non la sua fama, l’uomo stesso, l’artista, il performer. Credo fermamente che la mia opinione si stata condivisa dal 100% delle persone che ascoltavano musica negli anni in cui i Queen erano al top.

Quando non c’era Internet

A inizio anni Novanta, Internet non esisteva e noi poveri ragazzi potevamo vedere i nostri beniamini solamente in TV, quando andava bene.Da appassionata di musica, mi sintonizzavo quotidianamente su MTV. Seguivo diversi artisti, tuttavia ancora minorenne, i Queen erano quelli che amavo maggiormente, insieme ai Doors.Come molti di voi sanno, amo principalmente il rock, ma mi ritengo eclettica anche nei gusti musicali. Ad ogni modo, nella vita rocchettara, ho amato tantissimo gli Smashing Pumpkins, i Nirvana e poi i Foo Fighters e i Cranberries. Poi sono arrivati i MUSE. Ora ascolto i Greta Van Fleet, i Nothing But Thieves e Yungblud. Sempre gruppi alternativi, anche se piuttosto celebri.

Come scelgo le rock band

Quello che mi fa innamorare di una band è la voce del cantante. Deve avere qualcosa di speciale. Se ci fate caso, in tutte quelle che ho nominato è così. Nelle band più famose, infatti, il cantante è talmente unico, che si distingue dagli altri all’istante. Ovviamente, a ben ascoltare il brano, si riconosce anche lo stile della band, gli arrangiamenti, a volte la produzione; sono tutti elementi che considero secondari.

La voce

Freddie aveva una voce pazzesca. Una capacità vocale incredibile, che gli consentiva di toccare note difficili anche per una donna. Pensate che al concerto in suo omaggio, nel 1992, tutte le canzoni dei Queen sono state abbassate di un tono per permettere agli altri – tra cui anche George Michael – di cantarle! Questa capacità è condivisa con un altro grande cantante, Matthew Bellamy. Parrebbe che possieda le corde vocali di una donna.

I testi

La voce è fondamentale, ma i testi sono ugualmente importanti. Infatti, Freddie scriveva testi fantastici. Venivano dalla sua anima, dal suo profondo. Pensate che quando lo dovevano intervistare, lui replicava di non aver nulla da dire, perché si poteva trovare tutto era nelle sue canzoni.Come Bohemian Rapsody, la canzone del suo coming out. Un testo struggente e delicato al tempo stesso, poetico ma potente. Un mix perfetto.torna all’indice

I Queen da vivo

Il rapporto con il pubblico

Eppure, i Queen alla critica non sono mai piaciuti. Pensate che la EMI, la loro casa discografica, si stava rifiutando di pubblicarne il singolo, perché più lungo dei cinque minuti canonici. Era il pubblico a adorarli ed è grazie ai fans se hanno ottenuto quello che meritavano. Un successo planetario.Il rapporto di Freddie con il pubblico era speciale. Considerava i fans come un suo prolungamento. Teneva in modo maniacale alle sue esibizioni in pubblico, non lasciava nulla a caso, tutto doveva essere perfetto.Per chi non ha visto ion diretta il Live Aid, nel lontano 1985, ma solamente il video pubblicato su YouTube oppure il film Bohemian Rapsody, ha sicuramente comunque capito perché quella performance è passata alla storia.Freddie era già malato e sapeva di non avere più tutte le energie che quel tipo di concerti richiedevano. Voleva tuttavia lasciare il segno – come se non lo avesse ancora fatto! – e, ovviamente, il segno è diventato indelebile, perenne.Quel concerto, insieme a quello di Wembly del 12 luglio dell’anno successivo, fu incredibile. Poco dopo, a Firenze, i Queen apparirono live per l’ultima volta.

I Queen in concerto

Mi rammarico di non averli mai visti in concerto. Credo che li avrei amati ancora di più. Ora potrei rifarmi, perché da qualche anno i Queen hanno ripreso i tour dal vivo, grazie ad una nuova formazione, che vede Adam Lambert al posto di Freddie. Lui è bravo, ma non è Freddie e probabilmente, l’esperienza non sarebbe totale e memorabile.Se qualcuno di voi ha visto i Queen in questa formazione, me lo scriva nei commenti. Potrebbe diventare un interessante scambio di opinioni.

Il film Bohemian Rapsody

Ho visto diverse Tribute Band dei Queen, tutte molto brave, alcune proponevano somiglianze sbalorditive, soprattutto per Freddie. Quasi meglio di Rami Malek.Vorrei parlavi brevemente del film Bohemian Rapsody, anche perché è stato da poco annunciato che ci sarà un sequel.Inizialmente ero molto scettica a riguardo, mi aspettavo la solita storia romanzata, lontano dalla verità. Invece, perfino in questo i Queen si sono distinti. Il film, anche se non tocca gli aspetti più intimi e profondi di Freddi o degli altri membri della band, è comunque un grandissimo tributo.In ciò, ha colpito perfettamente nel segno. Grazie, senza dubbio, alla straordinaria interpretazione di Rami Malek, uno dei miei attori moderni preferiti.A proposito del Live Aid, prima citato, vi consiglio di guardare questo video, in cui hanno paragonato l’esibizione originale a quella del film. Rami è identico. Ha studiato ogni minimo atteggiamento, movenza, espressione di Freddi. Se a livello fisico era perfetto, i tratti somatici del volto non lo erano, ma l’atteggiamento, i sentimenti che esprimeva l’attore, ti facevano dimenticare le diversità. Incredibile. Un Oscar come miglior attore protagonista super-meritato.

Le Tribute Band

A proposito delle Tribute Band, mi riempie sempre di gioia ascoltare, cantare e ballare le loro canzoni, specialmente “dal vivo”. Dopo 40 anni, sono così attuali.Pensate che anche i ragazzi giovanissimi li ascoltano, allo stesso modo in cui lo facevamo noi. Io li “conobbi” a scuola, grazie ad un’amica che ha sempre avuto ottimi gusti musicali, ma ritengo che anche i genitori possano esercitare una certa influenza. Sempre che amino la musica. In casa mia, io sono l’unica maniaca: i miei ascoltano un po’di tutto, ma senza un reale interesse, né preferenze.torna all’indice

Una biografia molto speciale

Il libro

Nel 2019, prima della pandemia, ho letto una biografia di Freddie Mercury meravigliosa.Praticamente tutta la sua vita privata raccontata dal suo assistente personale, che lo ha accompagnato per moltissimi anni e gli è stato vicino anche in punto di morte. In questo libro, ho appreso diversi elementi che vorrei condividere con voi. Innanzitutto, il libro si intitola: Freddie Mercury. Una biografia intima, di Peter Freestone. Lo trovate su Amazon. Ve lo consiglio caldamente.

Le sue amicizie; abitudini e comportamenti

A parte essere dedito – e dipendente – a feste, gozzovigli, serate passate in compagnia dei suoi amici (e di qualche droga), da questa biografia esce un Freddie molto solo e riservato. I suoi confidenti erano principalmente i membri della band e la sua ex-fidanzata storica.Era molto esigente, sia in termini di costumi e vestiti, ma anche – soprattutto – in termini di arredamento. Non solo in fatto di musica e rendimento.La sua dimora di Kensington era il risultato di anni di raccolta di oggetti rari e costosi. Peccato non sia possibile visitarla, sarebbe un museo imperdibile!Amava la compagnia di donne forti, un po’ mascoline. Non aveva tantissimi amici e spesso di ritrovava solo in compagnia dei numerosi gatti che giravano per casa, di cui era follemente innamorato. In molti, infatti, approfittavano della sua generosità senza dare nulla in cambio. Freddie era solito regalare oggetti costosi non solo ai suoi amici più intimi, ma anche a chi conosceva da poco, in particolar modo ai suoi amanti.Non stento a crederlo, pare che abbia avuto tantissime relazioni, in stile mordi e fuggi. Molto poche quelle serie. La sua prima fidanzata gli è stata vicino fino alla morte ed è stata la sua migliore amica. La canzone Friends will be friends è dedicata proprio a lei.Con il senno di poi, se si fosse accontentato di una vita sentimentale più tranquilla e monogama, probabilmente oggi sarebbe ancora vivo. Dopotutto, sappiamo che i geni, in qualunque campo, hanno delle debolezze enormi, al di là della nostra comprensione, che li inducono a rovinare la stessa vita e molto spesso li conducono alla morte.

I documentari

Ho visto moltissimi documentari, di cui vi parlerò in seguito, in cui i membri della band si commuovono sempre tantissimo quando parlano della morte di Freddie. Lo hanno amato moltissimo.Non sempre accade che i membri di una band siano stati così legati, così in sintonia. Capita piuttosto che il cantante, di solito più estroverso e – certamente – più esposto, manifesti un ego smisurato che inasprisce i rapporti con gli altri.Billy Corgan, ad esempio, era dispotico. Spesso suonava gli strumenti degli altri Pumpkins e litigava per i comportamenti poco dediti al successo della band. Il frontman di una band è il leader; naturale che pretenda il massimo dai suoi team-members. Anche in questo i Queen sono unici.Ognuno si è sempre speso al 100% per il successo della band. Non per nulla, le canzoni più famose sono state scritte da ciascuno di loro. Tutti erano maniaci del dettaglio e non si lamentavano di dover ripetere anche trenta volte lo stesso pezzo, pur di arrivare alla perfezione. Santi Queen.

La malattia

Quello che più mi ha colpito della biografia, è stato il periodo di manifestazione della malattia.Freddie dapprima si sentiva stanco, poi cominciava a provare molto dolore per le piaghe che cominciavano a formarsi, soprattutto sui piedi. Nel mentre, aveva perso diversi Kg ed appariva sottile ed etereo. Successivamente, anche la pelle del suo viso iniziò a guastarsi, peggiorando di giorno in giorno, ed era obbligato a nasconderla dietro a pesante trucco.Tuttavia, non si è mai lamentato, né tantomeno arreso, e ha continuato sia a scrivere sia a  registrare i video.Miracle, ad esempio, è stato girato mettendo dei bambini (bravissimi!) ad interpretare i ruoli dei membri della band. È stata un’idea geniale.Oppure, nel video I am going slightly mad, Freddie appare molto deperito, stenta a stare in piedi ed è visibilmente malato. Il gioco su cui si basa il video (e il testo) è farlo sembrare un po’ matto, quasi come il Capellaio in Alice in Wonderland.Nonostante le difficoltà oggettive a cui era soggetto, non sbagliava mai una nota, anzi come spesso affermano gli altri membri della band, raggiungeva vocalizzi ancora più alti, anche se meno potenti.La sua vita era la performance, lui è nato per quello. Per questo Brian May ha scritto per lui The show must go on. È esattamente ciò in cui Freddie ha eccelso per tutto il tempo.

La morte

In punto di morte è successo di tutto, è stato straziante. Ho pianto tanto mentre lo leggevo. Dev’essere stato estremamente difficile sopportare un dolore simile per chi gli è stato accanto e gli voleva un bene incondizionato.Il giorno prima di morire, Freddie, ormai circondato da curiosi, fotografi appostati di fronte alla sua casa di Kensington, apparve in TV e dichiarò di essere malato e di aver contratto l’HIV. Sembrava essere stato fatto apposta. Non credo si fosse reso conto di essere così vicino alla fine. Aveva trascorso gli ultimi mesi a Montreux in Svizzera, dove aveva uno studio di registrazione. Voleva allontanarsi da chi cercava di insinuarsi nella sua vita privata. È sempre stato molto riservato, non ha mai reso evidente ciò che faceva della sua vita, figuriamoci in un momento così delicato. Un po’ come ha scelto la nostra Raffaella Carrà che non ha rivelato nulla della sua malattia per non farsi compatire.torna all’indice

Montreux

Il festival

Montreux è sempre stata una città legata alla musica. Il festival che ne porta il nome ne è un esempio. Quando ero ragazzina ne sentivo spesso parlare in TV quando al Tg nominavano i Duran Duran.

La statua

A Montreux c’è una statua in bronzo meravigliosa, che ritrae Freddie in una delle sue pose più celebri. L’ho usata come immagine per questo articolo.Sono andata a rendergli omaggio nel 2019. L’emozione è stata molto forte. Ancora oggi ci sono molte persone che si fermano, scattano foto e lasciano un omaggio floreale.Similmente a quanto ho visto accadere alla tomba di Jim Morrison, nel cimitero di Père la Chaise a Parigi. Da me visitato anche quello, ben due volte.

La città

Capisco perché Freddie abbia scelto quella città, anch’io l’ho amata subito. Sorge in riva ad un lago calmo e pulitissimo, dal colore che ricorda quello del mare, piena di fiori e negozi di lusso. Davvero un posto incantevole.Si percepisce che la gente non è curiosa e ci si sente al sicuro, protetti, quasi in una campana di vetro. Gli Svizzeri sono super riservati e in questo li ammiro profondamente.In questo posto è anche stato prodotto il disco postumo Made in Heaven. Non è così conosciuto come gli altri, tuttavia, è favoloso e molto emozionante. torna all’indice

Conclusioni

Freddie a Montreux è una vera e propria celebrità: ogni anno si organizzano una serie di avvenimenti in suo onore. Concerti e molto altro.Quest’anno si sarebbero celebrati due eventi: 75 anni dalla sua nascita e 30 dalla sua morte.Peccato che, a causa della pandemia, tutto è saltato. Ci sarei dovuta essere anch’io. Speriamo che, com’è successo per le Olimpiadi, rimandino al prossimo anno. In tal caso, non mancherò!Spero che questo articolo sul mio amato Freddie Mercury vi sia piaciuto.In caso, condividetelo sui vostri canali Social, utilizzando il flyer che compare sulla pagina.Come ho scritto in un altro articolo, sulla Radio, sento di avere un legame speciale con lui. Forse ci siamo incrociati in una vita parallela. Chi lo sa!Vi aspetto la prossima settimana sul mio blog per un altro imperdibile articolo.
Firma Cinzia

2 Commenti

  1. Mario

    Ciao Cinzia, io sono Mario, è appena passato in tv “Bohemian Rapsody”, l’ ho rivisto e mi sono messo a cercare qualche testimonianza di fans presenti al Live Aid…beh non ho trovato granchè ma mi sono imbattuto nella tua pagina del blog. Ho letto con piacere tutto, mi ha colpito in particolare quando scrivi di aver pianto molto leggendo le pagine che raccontano i giorni della morte e “sento di avere un legame speciale con lui” : beh probabilmente molti altri fans nel mondo condividono queste sensazioni, io non saprei spiegare meglio di cosi le mie. Quando sento Freddy è la voce di un amico dell’adolescenza che non c’è più, quello che ti manca e che, al solo sentirlo, ti metti a piangere. Ogni fan ha un legame personale con Mercury e probabilmente è questo che lo contraddistingue, Freddy è stato ed è ognuno di noi!

    Rispondi
    • Cinzia

      Ciao Mario! Il tuo è davvero un commento speciale. Ti ringrazio per aver condiviso con me le tue emozioni. Freddie rimarrà sempre nel cuore dei suoi fan, vecchi o nuovi che siano! Eeeehhhooooohhhh!!!

      Rispondi

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