Indice
1. Top Gun originale vs Maverick
2. F-14 Tomcat vs F-18 Super Hornet in Top Gun
3. I velivoli da caccia di 5° generazione in Top Gun Maverick
4. Passato vs presente
5. Piloti vs Ingegneri
6. Conclusioni
35 anni di attesa per un sequel non all’altezza
Dopo quasi quarant’anni è arrivato il sequel del mitico film Top Gun. L’attendevo da due anni, perché, a causa della pandemia, è stato rinviato al 2022.
Ad ogni modo, l’aspettativa è cresciuta, soprattutto perché i geni del marketing hanno cominciato a parlare del film già dalle prime riprese, diffondendo su YouTube alcune scene girate a bordo dei caccia.
Non mi sono note le ragioni precise per cui questo film abbia tardato così tanto ad uscire dal 1986; di solito, se un film ha successo, i registi cavalcano l’onda per realizzarne un secondo, a non più di due anni dal primo.
Top Gun originale vs Maverick
Forse non hanno voluto rovinare il mito pazzesco che si era creato intorno al primo Top Gun, che, oltre a consacrare definitivamente Tom Cruise come attore, divenuto successivamente uno dei più grandi nei film d’azione, ha costituito una vera e propria propaganda per i giovani, affinché si arruolassero in Marina.
Ecco il trailer originale:
In the Navy
Infatti, La Navy americana ha realmente collaborato nel girare le scene del film. Già all’epoca, Tom Cruise era davvero salito a bordo dell’F-14 Tomcat, in modo da rendere le riprese il più realistiche possibile. Senza la partecipazione diretta della Marina, sarebbe stato impossibile girare certe scene a bordo delle portaerei, riprendere i meccanici mentre si accingono a preparare i velivoli per il decollo, mentre esultano ad ogni appontaggio. Sarebbe stato difficile soprattutto avere un’idea così precisa di come comandanti, ammiragli, e, in generale, i vertici della gerarchia militare navale gestiscono le situazioni di emergenza, di tensione o di attacco e infine di insubordinazione.
La scuola di addestramento Top Gun
Interessantissimo, ovviamente, l’aver puntato sulla scuola di volo dei piloti d’eccellenza, la United States Navy Fighter Weapons School, che i piloti chiamano Top Gun, che all’epoca aveva sede a Miramar, mentre oggi è si trova in Nevada. Chi è del settore sa perfettamente che qualunque pilota di caccia ha questo sogno nel cassetto: entrare nella scuola d’élite. Pensa che a renderla famosa al grande pubblico è stato proprio il film!
Maverick
In caso non lo sapessi, Maverick è il nome di un missile tattico aria-superficie, anche se in inglese significa cane sciolto o anticonformista. Ad ogni modo, è un bel nome da combattimento!
Con un soprannome così, il protagonista, Pete Mitchell, ovvero Tom Cruise, non poteva che essere un asso dei cieli e una persona un po’ fuori dalle righe; un “character” per dirla all’americana. È proprio per questo che ho amato fin dalle prime immagini questo film e credo fermamente che ciò sia il segreto del suo successo.
Ci vuole carattere
Personalmente, non amo sottostare alle regole, preferisco crearne di nuove. Maverick/Pete Mitchell è proprio l’incarnazione di questa visione: essere diversi non per vanità, ma per diventare i migliori nel proprio campo. Mav non pensa, agisce. Infatti, sia nel primo che nel secondo film, Maverick è sempre sul filo del rasoio, sia quando fa la barba alla torre, il cosiddetto “tower fly-by”, sia quando esegue le manovre al di sotto della quota limite, solo per dimostrare che è in grado di abbattere il suo istruttore, oppure quando combatte. È istintivo, talentuoso, veloce, imprevedibile, sente con la pancia: un pilota tipico, sì, ma anche superdotato.
Essere piloti
La maggior parte dei piloti, se arrivano ai massimi livelli, ricalcano, in effetti, la personalità di Maverick. I piloti della Top Gun esistono davvero, sono persone reali. Infatti, nella mia carriera, ho avuto la fortuna di incontrarne alcuni. Certamente, non tutto ciò che si vede è oro, molti di essi sono delle primedonne, spesso pieni di sé, con l’atteggiamento di chi crede di sapere tutto, di essere il migliore, ecc. Ma, del resto, chi ha il coraggio di effettuare certe manovre, un po’ pazzo e iper determinato deve pur esserlo.
Ciò si evince benissimo in entrambi i film, non tanto da parte di Maverick, che rimane modesto a modo suo, ma da parte di tutti gli altri, che, tuttavia, all’avanzare della storia, ridimensionano questo lato negativo. L’anti-eroe che si trasforma in un co-eroe.
Top Gun
Il primo film, indubbiamente, è un capolavoro; non tanto per la qualità della storia raccontata, ma per la fotografia e scenografia e la realizzazione impeccabile delle scene di addestramento e combattimento a bordo dei caccia più amati d’America. Anche dal divano di casa, sembra di essere veramente lassù, a 1.2M di velocità, di compiere manovre incredibili per seminare i nemici ed evitare i missili. Ognuno di noi vive l’adrenalina di un vero pilota.
Una storia d’amore deve per forza esserci, per sdrammatizzare e rendere il film un po’ più romantico (in modo da attrarre anche il pubblico femminile, soprattutto degli anni ’80), ma anche per evitare che fosse solamente percepito come un mega spot della Marina Militare americana.
Top Gun: Maverick
Passando invece al secondo, avevo letto recensioni molto buone, addirittura migliori del primo. In realtà, per il mio modestissimo parere, continuo a preferire di gran lunga l’originale.
Nel nuovo ci sono tantissimi richiami alle situazioni vissute nel vecchio – non ti voglio dire troppo se non l’hai ancora visto e comunque ne vale la pena, sia al cinema sia a casa – perché il regista ha volutamente inserito molti passaggi forse simili all’originale. Ciò per rendere ancora più forte il legame con il mito. Tuttavia, dopo la seconda metà, il film diventa più adrenalinico e, finalmente, si assiste a scene di volo molto belle e coinvolgenti, soprattutto a livello di tecnica di pilotaggio.
Nonostante sia stato realizzato oggi, il film risulta ancora piuttosto lento: ci sono passaggi che avrei ridotto, soprattutto perché dura più di due ore.
Ecco il trailer:
Colonna sonora di Top Gun
La colonna sonora di Top Gun Maverick non è all’altezza del primo. Una delle domande che mi frullavano in testa, riguardava proprio questo tema: difficile, se non impossibile, battere quelle musiche, tra le migliori scritte per un film d’azione, quasi al pari di quella di Rocky. In effetti, stiamo parlando di titani del botteghino cinematografico. Più che altro, non vedevo l’ora di gustarmi la canzone di Lady Gaga, Hold my hand, uno degli elementi che hanno aumentato l’aspettativa. Purtroppo, bisogna aspettare parecchio per sentirla: farà da sfondo per una delle scene più romantiche.
Mi viene il leggerissimo dubbio che il video promozionale di Lady Gaga sia stato una specie di specchietto per le allodole. Però ha funzionato!
F-14 Tomcat vs F-18 Super Hornet in Top Gun
Rispetto al primo Top Gun, il velivolo cambia, ma neanche più di tanto: se negli anni ’80 a far da padrone sulle portaerei era l’F 14 Tomcat, in questo film, il protagonista è l’F-18 Super Hornet. Se l’F-14 è specialmente adatto per l’imbarco sulle portaerei, lo stesso vale per la versione “navy” dell’F-18: le ali si piegano all’estremità per occupare meno spazio. Ciò nonostante, in Top Gun Maverick, le scene più incredibili sono realizzate proprio a bordo di un Tomcat!
Perché il Super Hornet
Questo velivolo, nonostante porti bene i suoi anni, è vecchio: appartiene agli anni ‘90. Infatti, pur utilizzando la tecnologia del fly-by-wire, ereditata dal fratello minore F-16, non appartiene alla categoria dei caccia di quinta generazione, spesso citati nel film e che, invece, sono utilizzati dai “bandit”, ovvero dai nemici.
La scelta dell’F-18 è interessante, per diversi aspetti, te lo dico da professionista del settore. Da un lato, si vuole dimostrare che la tecnologia conta moltissimo, ma conta ancor più il pilota; infatti, sembra che i nuovi caccia siano in grado di fare tutto da soli. Dall’altro, si insinua diverse volte l’ipotesi che in un prossimo futuro esisteranno solo velivoli a pilotaggio remoto, quindi droni senza pilota a bordo.
In realtà, sappiamo benissimo che un velivolo da caccia, per quanto super moderno, per quanto superattrezzato anche a livello di armamenti, per quanto user-friendly per il pilota, per facilitare le operazioni, diminuendone il “work-load”, e concentrarsi sulla manovra, più che sullo status del velivolo, senza un pilota più che capace, non è sufficiente per sopravvivere in un combattimento aereo.
Le leggi di controllo dell’F-18
Le leggi di controllo del Super Hornet sono probabilmente tra le migliori mai realizzate, forse anche meglio di quelle russe che ho ammirato su Mig e Sukhoi. Se ti interessa approfondire il tema, ho scritto un bell’articolo sui velivoli civili che adottano la stessa tecnologia.
Dopo questo modello, infatti, si è passati ai caccia di generazione successiva che sfruttano il progresso tecnologico. Nel film, l’F-18, oltre ad essere in grado di raggiungere angoli di attacco impensabili, looping a bassissima quota, addirittura raggiunge un valore di G superiore al suo limite strutturale (di design, in realtà): ciò non significa che non sia possibile superarlo, ma, come risultato, la macchina subirà delle deformazioni permanenti alla struttura e, pertanto, non sarà più possibile utilizzarla.
Ho sempre amato il Super Hornet: ho avuto la fortuna di vederlo in azione in diversi saloni e airshow; è stato anche immortalato come sfondo in una mia foto in cui il pilota esegue l’inchino per me. Possiedo numerosi modellini (anche quelli di Planes!) e persino un pilota con tanto di tuta anti-g! Probabilmente resterà per sempre il mio caccia preferito.
Il dogfight è morto?
Questo è il secondo passaggio interessante: da anni il “dogfight”, ovvero il combattimento aereo ravvicinato, non si pratica più, tant’è che i recenti velivoli realizzati, già a partire dal Rafałe o dall’Eurofighter, e, successivamente, quelli di quinta generazione (F-22 e F-35), non sono stati progettati per questo tipo di manovre. Sono velivoli multi-role (bombardieri, ricognitori, ecc.) che danno il meglio ad alta quota.
Infatti, nel film si dice che i piloti moderni ormai sono abituati a volare a quote altissime e sganciare bombe, sempre che ciò non sia effettuato da droni pilotati da terra. L’incontro ravvicinato tra velivoli di 5° generazione è più remoto. Già a partire dal 1991, da quando la guerra fredda si è conclusa, questa tattica è stata progressivamente abbandonata.
Il dogfight, per definizione, era eseguito da piloti di eccellenza, come quelli della Top Gun. Rappresentava il massimo livello di pilotaggio, perché si portava la macchina ai limiti della tenuta strutturale (rappresentato dall’inviluppo di volo), al limite delle sue leggi di controllo, al limite delle capacità del pilota di resistere mentalmente e fisicamente all’operazione.
Il Tornado
A proposito, anche noi in Italia avevamo un aeroplano “simile” al Tomcat: il famoso Tornado che utilizzava un’ala a geometria variabile – così si chiama – che, cambia la sua forma a seconda della velocità del velivolo. Ad esempio, come vedrai bene in Top Gun Maverick, al decollo l’ala è aperta, perché deve generare più portanza possibile per permettere il decollo (non avendo i flap), mentre non appena termina la fase di climb (salita), il pilota la chiude, per diventare un’ala a delta che consente il volo supersonico. Sicuramente, l’F-14 è uno dei più famosi caccia della storia americana. È sufficiente guardare i film realizzati su di lui e in quanti abbiano acquistato lo stesso giubbotto di pelle indossato da Cruise (persino il mio ex fidanzato dell’università ce l’aveva!).
I velivoli da caccia di 5° generazione in Top Gun Maverick
Gli F-22 o 35, perché nati in epoca in cui non servivano realmente caccia di questo tipo, o perché i droni cominciavano a essere sempre più utilizzati per gli attacchi mirati, per ridurre al minimo gli effetti collaterali, non li ho molto apprezzati, né approfonditi a dovere. Oltretutto, negli ultimi anni ho lavorato piuttosto nel settore civile, con una bella parentesi su droni. Sono, tuttavia, velivoli molto interessanti.
Gli APR (Aeromobili a pilotaggio remoto)
Restando su questo tema, ti ho già citato in altri articoli, ad esempio quello sulle guerre al terrorismo, alcuni film sui droni che ti consiglio.
Si basano più sulla psicologia del pilota che, da remoto, dev’essere in grado di valutare precisamente le morti collaterali di un eventuale attacco missilistico, anche dopo ore passate in un container, più che sulla sua capacità di pilotaggio. La stabilità mentale è la caratteristica fondamentale di questo nuovo tipo di figura professionale.
Il futuro
L’aviazione si sta aprendo sempre di più all’impiego dell’Intelligenza Artificiale che aiuterà il pilota, elaborando l’infinita mole di dati che arrivano dei sensori esterni ed interni, al fine di eseguire la manovra in maniera pressoché perfetta.
Paesi, come ad esempio la Turchia, stanno sviluppando un caccia di 6° generazione, basato proprio su questa tecnologia. Mi riallaccio un secondo alla guerra in Ucraina (trovi i miei articoli sul tema nella categoria Politica), per dirti che, in effetti, nonostante sia parte della NATO, tale Paese non ha ottenuto gli F-35 americani, perché aveva acquistato in precedenza armamenti russi. Ragion per cui Erdogan, che non è di certo uno sprovveduto, sta progettato “in house” i propri velivoli da caccia, affidando il compito alla Turkish Aerospace. Pur non possedendo il know-how tecnico necessario per realizzarlo da soli, gli ingegneri stanno collaborando con diversi Paesi. Sinceramente, sono molto curiosa di vedere quale sarà il risultato finale.
Passato vs presente
Ammetto di aver rimpianto la vera voce di Tom Cruise per tutta la durata del film: l’ho sempre visto in lingua originale e conosco le battute a memoria in inglese. Il doppiatore italiano è comunque all’altezza del personaggio.
Devi sapere – in caso tu non l’hai già letto da qualche parte – che Tom Cruise ha girato le scene anche di questo secondo Top Gun a bordo di veri F-18 (ovviamente, al posto del navigatore). Si dice sul web, e non stento a crederci, che alla veneranda età di sessant’anni (che compirà il prossimo 7 luglio), è stato l’unico attore a non svenire durante queste sessioni a G elevati. I ragazzini, con 30 anni di meno, tutti “fisicati”, con tartarughe e bicipiti ben formati, perdevano i sensi costantemente.
Ecco un video con Tom in azione:
Tom super sexy
Questo ti fa capire quanto Tom sia ancora un figo spaziale, sia a livello recitativo, sia a livello di presenza scenica e di carisma. Secondo me Cruise è uno dei migliori attori esistenti al mondo, non solo per il fisico prestante, che non è la sua arma vincente: lo sguardo e il sorriso sono i suoi killer! Ad ogni modo, nel film lo vediamo di nuovo a torso nudo, praticamente con la stessa forma fisica di quando aveva vent’anni. Chapeau a Tom Cruise e soprattutto al fatto che giri tutte scene dei suoi film senza stuntman, qui compresa quella della moto che sfreccia sulla pista accanto ai velivoli senza casco!
Iceman
Sorte decisamente diversa, mi spiace molto, è capitata a Val Kilmer.
È risaputo che anni dopo avesse avuto un pesante tracollo fisico (ricordo alcune foto scattate dai paparazzi), peggiorato successivamente da un cancro alla gola, dal quale non si è ancora liberato. Infatti, in questo film appare in stato non buonissimo; tuttavia, vista la sua difficile situazione di salute, accettabile. Non voglio toglierti la sorpresa riguardo al suo cammeo recitativo, ma ti dirò che fa “un po’ anguscia” osservare come sia cambiato a causa della malattia. Il regista gli ha reso onore richiamandolo per il sequel: come Tom Cruise, anche Val Kilmer è un grande attore.
E Charlie?
Ti sarai chiesto, se non hai ancora visto il film, dove sia finita Kelly McGillis. Purtroppo, come Val Kilmer, non è stata baciata dalla fortuna. Ha avuto una vita difficile, due matrimoni con figli per poi fare outing nel 2009. Infine, ha avuto seri problemi di salute e da anni si è ritirata a vita privata. Secondo le indiscrezioni, l’avrebbero esclusa dal sequel perché brutta e grassa. No comment.
Piloti vs Ingegneri
Riguardo ai piloti e al loro carattere, ne ho conosciuti, dicevo, parecchi nel corso degli anni, dai giovani rampanti, ai più attempati; da piloti di caccia, a piloti civili. Tutti hanno tratti caratteriali molto simili. Sono personalità molto forti, vogliono sempre avere ragione e, soprattutto, la pensano molto differentemente dagli ingegneri; il che mi ha sempre affascinato.
GLI ingegneri a terra, i piloti in aria
Noi ingegneri siamo più teorici, teniamo all’eleganza del progetto, siamo più per la precisione che per il pilotaggio da manico, amiamo la sicurezza, a cui non possiamo rinunciare, sia per il bene della macchina, ma soprattutto per quella del pilota. I piloti, invece, sono pragmatici, pratici, detestano stare ore nel simulatore o restare a terra per troppo tempo: vogliono solo volare, perché solamente lì sono felici. Anche in Top Gun Maverick, Pete Mitchell ha continuato la sua carriera da pilota, dopo aver lasciato la Top Gun e, anche quando si ritirerà del tutto dalla marina, continuerà a volare sul suo aeroplano privato. Questo accade a moltissimi piloti.
Carriere alternative
Non riescono a stare lontano dall’aria e quando, ad esempio, succede qualcosa di grave, vuoi un’eiezione all’ultimo minuto, oppure un incidente, o emergono problemi alla schiena, ecc., piuttosto cambiano tipo di velivolo, prediligendo, ad esempio, un C-27J o un C-130, velivoli da cargo, per definizione più “tranquilli”.
Oppure abbandonano la carriera militare ed entrano in aziende come piloti collaudatori; infine, volano per le compagnie aeree o charter come piloti di linea, una carriera di tutto rispetto, perché hanno la responsabilità delle tantissime persone a bordo. In ultimo, resta anche il pilotaggio di droni che non è riduttivo: se, da un lato si sta con il culo per terra, al sicuro dentro la Ground Station, dall’altro, il completamento di un’operazione portata a termine nelle tempistiche e nei modi assegnati è molto impegnativo.
I piloti, primedonne, ma leali
È doveroso a proposito del film parlare dell’amicizia, della lealtà, del rimorso per una vita spezzata. Nel primo Top Gun, Goose, il navigatore di Maverick, muore in un incidente di cui Maverick si sente responsabile, nonostante la Corte Marziale lo abbia assolto totalmente. Tutte le volte che riguardo quella scena piango tantissimo. Un momento molto bello, anche se crudo, è quando la moglie di Goose confida a Maverick che il marito adorava volare con lui e che avrebbe volato comunque, anche da solo.
Questa morte ha talmente segnato la vita di Pete Mitchell, che anche nel secondo film si evidenzia come soffra, nonostante i numerosi anni trascorsi. È rimasto sempre legato al figlio di Goose, cercando di crescerlo, per quanto possibile, come il figlio che non ha mai avuto, sostituendosi al padre che questo ragazzo ha perso. Infatti, Mav ha cercato di proteggerlo in tutto il film, ma in una scena capiterà qualcosa di inaspettato. Non te la rivelerò, per non spoilerare.
Sono fermamente convinta che ciò succeda realmente ai piloti che perdono un navigatore o un membro della squadra. Un legame di questo tipo non si spezza facilmente, perché i piloti sanno fare squadra, anche se si atteggiano a primedonne. In entrambi i film li osserviamo in entrambi i comportamenti: piloti che, inizialmente, cercano di prevalere gli uni sugli altri, a livello caratteriale, mentre alla fine tutti si vogliono bene e costituiscono un’ottima squadra, in cui ciascuno darebbe la vita per l’altro.
Sarebbe bello che ciò si verificasse anche in azienda. Ma forse sono io a pretendere l’impossibile.
Le donne in aviazione
Riguardo alle donne, la situazione in Aeronautica o in Marina non è ancora ideale. Nel film, ovviamente, tra i Top Gun c’è una ragazza, che tra l’altro è molto brava a pilotare. Ottima scelta da parte del regista, soprattutto, perché esistono veramente donne che pilotano caccia o altri tipi di velivolo, talmente brave da essere considerate degli assi.
I protégé
A volte capita che qualcuna di queste non riesca a raggiungere la vetta desiderata, perché l’Aeronautica e la Marina sono ambienti dove esiste la raccomandazione. Non è, infatti, strano essere a conoscenza di piloti la cui carriera è stroncata per un insignificante difetto fisico (ad esempio, una mezza diottria persa a causa dello stress) o per motivi pressoché inesistenti. Ne ho sentite tante di storie simili. Devo ammettere che, in questo caso, entrambe le rappresentanze sono colpite ugualmente.
Ciò accade persino nell’industria aeronautica dove, nonostante l’assetto militare non sia fisicamente presente, aleggia nell’aria lo stesso modus operandi, perché figli, fratelli, nipoti di generali sono messi più in evidenza di persone normali che non possono vantare una parentela con la forza armata. Purtroppo, siamo lontani dallo sconfiggere questo tipo di nepotismo, e non credo si riuscirà mai definitivamente in Italia.
In Top Gun Maverick si accenna velatamente ad un “protezionismo”, ma sempre basato sulla meritocrazia, anche se, probabilmente, essendoci molte lobby legate alle armi, dubito che gli USA siano immacolati da questo punto di vista.
Conclusioni
Negli ultimi mesi, dopo l’abbandono da parte delle truppe statunitensi dell’Afghanistan e il presente stato in cui versa e, specialmente, a causa della guerra in Ucraina, mi sono un po’ allontanata dalla cultura americana che tanto apprezzavo e stimavo a vent’anni.
Tuttavia, questo film non è riuscito nell’intento di riavvicinarmi agli Stati Uniti e alla loro vision, quella di atteggiarsi a salvatori del mondo. L’unico loro interesse è potenziare se stessi, soprattutto a livello geopolitico. Infilandosi in tutti i conflitti mondiali, tra l’altro, procurano lavoro all’industria delle armi e della difesa.
Infatti, molte aziende del settore, sia negli Stati Uniti, sia in Europa (e perfino in Italia), hanno visto crescere il loro volume d’affari, destinato ad aumentare anche nei prossimi anni, in vista dei Paesi che desiderano aggregarsi alla NATO. Spero che, ovviamente per soli motivi di pace, questo business si ridimensioni ASAP: significherebbe per noi il ritorno ad uno stato di quiete (a livello psicologico) che manca da troppo tempo.
Spero che questo articolo, misto tra il tecnico e l’intrattenimento, ti sia piaciuto e che leggerai anche gli altri in esso linkati. Se conosci qualcuno che è appassionato di Top Gun, di aeroplani o di piloti, condividilo con lui e, se ti va, lasciami qualche commento per dirmi se anche per te il migliore resta il Top Gun originale oppure se hai preferito Top Gun Maverick.
A presto,
Ottimo articolo .
Quindi sei un ingegnere aerospaziale … Wow .
Vedendo il film effettivamente la virata x fare Mac 10 mi è parsa pericolosissima ed irreale , ed i SAM in quantità così elevata su 4 aerei in uno spazio così ristretto una assurdità non buttar giù i caccia .
Invece mi incuriosiva la tua opinione tecnica sulle manovre F14 vs banditi .
Perché io credo il TOMCAT superiore se il pilota ha il manico , in uno scontro così ravvicinato . Grazie.
Grazie Gabriele per il tuo commento! In effetti, il Tomcat è più un velivolo disegnato per il dogfight e il pilota a bordo fa la differenza. Come dicevo, già il Superhornet è più tattico, in quanto il Fly-by-wire consente sì di tirare parecchi g e di effettuare manovre al limite della fisica (l’ho visto fare quasi un looping quadrato!!), ma non consente (per motivi strutturali) al pilota di fare ciò che vuole….se poi andiamo sugli EFA o Rafale e poi ancora sugli F-35, è sempre peggio! Sono velivoli multi-role e per definizione inadatti al combattimento aereo. L’F-16, pur avendo il FBW se la cava bene. Lo ho visti dal vivo in dogfight con i Mirage…meravigliosi!
Cara Cinzia sei riuscita ad interessare anche uno come me che non sempre legge ciò che di interessante scrivi. Complimenti
Grazie! Leggili tutti, se riesci, perché scrivo sempre cose interessanti 😀