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Episodio numero 16 del mio Podcast Articoli in voce

Indice

1. 100 anni di Radio

2. La radio nella mia vita

3. Virgin Radio

4. La nuova radio

5. I Podcast

6. Conclusioni

Radio Gaga!

Oggi, 13 febbraio, si festeggia la giornata mondiale della Radio. In questo articolo vi racconto la storia di questo fantastico mezzo di comunicazione, dagli esordi fino a giorni nostri. Vi darò, come sempre, qualche dettagli personale, di vita vissuta. Sarà un viaggio appassionante e mai nostalgico.I’d sit alone and watch your light My only friend through teenage nights And everything I had to know I heard it on my radioRadio Ga Ga (Queen)Come avrai intuito, amo i Queen. A proposito, ho scritto un articolo in occasione del 75° anniversario dalla nascita di Freddie Mercury. Leggilo se sei un vero fan dei Queen!Stamattina il mio amico Mario Moroni nel suo Podcast “Il caffettino” ha ricordato che domani si festeggia la giornata mondiale della radio. Come non essere d’accordo che questo media meriti una festa dedicata?Ad esempio, la sto ascoltando mentre scrivo questo pezzo.

I 100 anni della radio

La radio ha festeggiato i 100 anni lo scorso anno: è del 1920 la prima trasmissione di massa, il broadcasting, una comunicazione unidirezionale verso molti.Chissà come dev’essere stato ascoltare per la prima volta una trasmissione radio. Penso all’emozione di poter udire persone parlare da molto lontano, in diverse lingue, la maggior parte sconosciute, ma che negli anni sarebbero diventate le prime celebrità.La Radio nei primi anni ebbe uno scopo sia informativo che educativo. Oltre ai libri di testo, con essa si potevano apprendere moltissime nozioni nuove, conoscere le abitudini in uso in Paesi lontani, apprendere altre lingue, ecc.Purtroppo, negli anni della seconda guerra mondiale, la Radio fu usata come mezzo principale di propaganda, essendo essa in grado di entrare nelle case di tutti. La più famosa era Radio Londra, che trasmetteva le notizie principali in tempo reale, oltre ad essere usata dai Partigiani per le loro comunicazioni.Ricordo anche i primi radioamatori, che dotandosi di particolari ricevitori e trasmettitori, tentavano di sintonizzarsi su frequenze alternative e inusuali, finendo a volte sui canali militari o istituzionali, come quello della NASA! Ancora oggi sono molto attivi, ma devono sottostare a regole ben precise.Altre trasmissioni deregolamentate, le cosiddette CB (da Citizens’ Band, la banda cittadina), inizialmente illegali, avevano uno scopo ben preciso: si comunicava tramite un gergo, una specie di codice, per evitare di essere compresi da ascoltatori estranei al gruppo, come ad esempio la Polizia.Riguardo ai tempi più recenti, vi posso parlare per esperienza diretta.torna all’indice

La radio nella mia vita

Essendo io della Generazione X, ho sempre ascoltato la radio, sin da piccola. Mi ricordo i primi viaggi in auto con i miei genitori con colonna sonora fornita dalla radio. Sentivo voci italiane per lo più, come Mina, Battisti, Celentano..Crescendo, con i primi impianti “stereo” ricevuti in regalo, l’ascoltavo sempre di più, anche perché, all’epoca mi ero fissata di voler diventare una cantante! Passavo ore a registrarmi sulle musicassette (!!), mentre imitavo Madonna (con lei era facile!).In quegli anni c’è stata anche la parentesi walkman che non prevedeva al suo interno la radio, ma era dalla radio che registravamo le cassette da ascoltare nelle cuffiette.Non appena presa la patente, grazie alla macchina, la radio è tornata prepotente: finalmente potevo ascoltare quello che mi piaceva! All’epoca mi sintonizzavo su Radio Lupo Solitario o Radio Freccia per la musica rock (la mia preferita) e Radio Deejay per i personaggi dietro al microfono: Albertino, Linus, Baldini. Che spettacolo! Ti intrattenevano facendoti sorridere, raccontandoti la storia dietro ad ogni pezzo, rivelando anche qualche piccolo segreto sulle band o i cantanti, perché loro li avevano intervistati o incontrati durate i concerti dal vivo.Certo, c’era anche MTV (quante ore perse a guardare i video!), ma la radio per me è sempre stata più comoda, perché totalmente portatile. Andavi a fare una gita? Portavi la radio. Andavi in spiaggia? Portavi la radio. Andavi dal vicino? Portavi la radio. Organizzavi una festa? Portavi la radio. Praticamente non ti abbandonava mai.Altro che “Video killed the radio stars”! Ho sempre preferito a questo, il grande brano Radio Gaga dei Queen, in cui Freddie ricordava con nostalgia i bei tempi della radio, con la speranza che presto tornasse ad essere quella di prima, grazie alla quale aveva “formato” i suoi gusti musicali e non solo.Quando cominciai a lavorare, la radio aveva il suo orario fisso alle 8 e alle 18. Non ricordo esattamente chi trasmettesse su Radio Deejay al mattino, ma alle 18 c’erano la Pina e Diego. Due ore in loro compagnia (a volte capitava di rimanere imbottigliati nel traffico) ti passavano senza nemmeno accorgerti.torna all’indice

Virgin Radio

Dopo la parentesi in Francia, Paese in cui la Radio è sensibilmente diversa dalla nostra, nonostante abbia avuto la fortuna di vivere in una zona molto amante del rock, una volta tornata in Italia, mi sono affezionata a ad un’emittente rock:Virgin Radio. L’ascolto sempre, soprattutto oggi in occasione della giornata della Radio. In caso non la conoscessi, dai un’occhiata al sito ufficiale e scarica l’app!Di questa emittente radiofonica amo il palinsesto, ma soprattutto i deejay. Un lavoro che avrei voluto fare anch’io, perché, a detta di tutti quelli che mi hanno conosciuto, ho la parlantina adeguata, non “mangio” le parole e soprattutto non mi “impappino” mai. Forse in un’altra vita, chi lo sa. Probabilmente, oltre a queste caratteristiche, bisognerebbe anche avere una “bella” voce: qui si potrebbe aprire un dibattito, perché si entra nel soggettivo. Ad esempio, in molti ritengono che una voce maschile alta possa essere meno piacevole di una grave, mentre, ne sono più che convinta, con il tempo e l’abitudine, non solo ce la farà apprezzare, ma addirittura ci farà affezionare. Le voci particolari, diverse, inusuali, sono quelle che ti restano più nel cuore e riconosci tra mille. Perciò, non bisogna scoraggiarsi. Personalmente non ho mai ritenuto di avere una bella voce, eppure in molti mi hanno detto l’opposto.De gustibus non disputandum est.Ad ogni modo, la mia preferita è Paola Maugeri. Una voce unica, tanto per cominciare, e una professionalità altrettanto inimitabile. Ha grinta e dolcezza allo stesso tempo e sa toccarti nel profondo. Il suo modo di sviscerare le storie dei protagonisti della scena musicale mondiale, mentre ti legge in diretta estratti dalle loro biografie, è incredibile.Mi piacciono tantissimo anche Mr Cotto e Dr Feelgood, anch’essi molto preparati, oltre che divertenti: li seguo ogni mattina appena mi sveglio. In quell’ora di preparazione per il lavoro, in azienda o smart che sia, oltre all’ottima musica, mi godo l’intervento di Antonello Piroso che intreccia battute con i due “debosciati”.Nel weekend appuntamento fisso con Francesco Allegretti, molto bravo, dalla voce sexy e totalmente allineato ai miei gusti in quasi tutto!Negli anni la Radio ha combattuto tante battaglie, ma non è mai stata sconfitta. In tanti l’avevano data per morta con l’avvento dei video e successivamente con i canali tematici che li tramettevano, come, appunto MTV. torna all’indice

La nuova radio

Con l’avvento del web si diceva che in poco tempo tutti avrebbero fatto radio, eppure la Radio, con la erre maiuscola, è rimasta sé stessa, anzi, è cresciuta con la tecnologia. Tutte le radio ormai si ascoltano tramite app e le più importanti hanno un canale TV dedicato dove trasmettono i video delle interviste, ad esempio. Si può interagire anche via Whatsapp inviando messaggi ai deejay per rispondere ad alcuni sondaggi, per dare la propria opinione o per semplicemente lasciare un messaggio. Un tempo potevi solamente sperare di prendere la linea per parlare.Diciamocelo, non è così semplice “fare radio”: teniamo innanzitutto conto che trasmettere in diretta non è per tutti. Oltre alla qualità del suono, è necessaria una regia che curi tutti gli aspetti, dai pezzi, alle inserzioni pubblicitarie, dagli argomenti da toccare, alle band di cui parlare, rispettando nei minimi particolari la scaletta, assicurandosi che tutto funzioni alla perfezione, sempre pronti a risolvere eventuali imprevisti tecnici e non.La professionalità è alla base di chi fa il lavoro del deejay: in primis, è raccomandabile che conosca (e parli, ovvero pronunci) bene l’inglese, soprattutto se trasmette brani in quella lingua, in modo da capirne realmente il significato e condividerlo con il pubblico. Deve essere sempre informato sulle band emergenti, sui nuovi brani, sui programmi per il futuro, ma anche sulle band storiche del passato: tutto ciò si trasforma in valore aggiunto per l’ascoltatore. Nel caso di Virgin Radio, i suoi deejay sono al top.Durante il lockdown la radio ha vissuto un altro momento d’oro, essendo rimasti tutti in casa per un paio mesi e ancora oggi, fino a qualche giorno fa, non essendo stati liberi di fare esattamente ciò che volevamo. Personalmente, l’ho ascoltata tantissimo e non ho più perso l’abitudine. Se non mi sintonizzo per qualche giorno non mi sento bene, mi scoppia la testa. La musica per me è terapica, non per nulla, esiste una disciplina ufficialmente riconosciuta, la musicoterapia. Non solo la musica, ma anche le parole dei deejay, mi scaricano, mi rilassano, mi ispirano, mi emozionano, mi caricano, a seconda del brano o della band, e a seconda di chi è dietro al microfono. Quando scrivo, ad esempio, accendo sempre la radio, perché essendo molto concentrata, raramente mi distraggo e soprattutto riesco ad andare avanti per ore senza neppure rendermene conto. Meglio se con una colonna sonora!torna all’indice

I Podcast

Negli ultimi anni la trasmissione radio, più in generale, vocale, per fortuna, è tornata alle origini.Infatti, la radio ha ispirato altri modi di espressione a mezzo della voce, come i Podcast, che personalmente amo moltissimo. Analogamente alla prima Radio, gli scopi principali di queste trasmissioni sono proprio l’intrattenere, l’educare, l’ispirare e l’informare. La maggior parte degli episodi, così si chiamano, non sono improvvisati, anche se molti ormai trasmettono in diretta, ad esempio quando invitano ospiti per parlare di argomenti specifici, o intervistano personaggi importanti e non.Per tutti questi aspetti mi sono dedicata allo sviluppo del mio canale. Se non l’avete mai ascoltato, andate ad ascoltarlo nella pagina a lui dedicata “Articoli in voce” sulle varie piattaforme (Apple Podcasts, Google Podcasts, Spotify, Audible).Ho registrato ovviamente un episodio dedicato alla giornata della radio.È proprio la varietà ciò che rende uniche queste trasmissioni. A chi importa sentirsi dare dei nostalgici quando si offre e si beneficia di tali opportunità?Pensate che oggi il Social più alla moda è basato interamente sull’audio: sì, sto parlando nuovamente di Clubhouse (gli ho dedicato un post la scorsa settimana, se non l’avete letto, andate a cercarlo, è molto interessante).Il bello di ascoltare la Radio, i Podcast, e l’ultimo arrivato, è che non occorre essere presenti al 100%, ma si possono mettere in sottofondo anche mentre si lavora, o si mangia; si cammina o si corre; ci si riposa o si fanno i lavori in casa, ecc. senza perdere necessariamente il filo del discorso. A me tengono anche compagnia e nel caso specifico di Clubhouse si rischia pure di imparare qualcosa o di approfondire la conoscenza dei nostri beniamini (nel bene e nel male). Su Clubhouse troviamo celebrità del livello di Elon Musk o Mark Zuckerberg, per farvi un paio di esempi.Anche chi non ama la musica ascolta la radio o i media basati sull’audio per diverse ragioni: per restare aggiornato sulle notizie, per ascoltare dibattiti, anche politici o per ricevere consigli di ogni tipo, persino per essere guidato in cucina. Sotto questo aspetto, gli IoT hanno dato una grossa mano alle trasmissioni vocali perché con Alexa, Google Home e simili, è molto bello ascoltare. Se non altro, l’ascolto stimola la fantasia e ci aiuta ad immaginare, esercizio che probabilmente crescendo abbiamo praticato sempre meno.Che dire infine degli audiolibri? Certo, non si tratta di radio, ma pur sempre di voce. Personalmente, mi piace molto farmi leggere i libri da Alexa, è rilassante e la sua voce mi coccola.Da qualche anno si sente dire che il prossimo sarà quello della voce. Sono fermamente convinta che dal momento in cui quelle onde radio hanno attraversato l’Oceano, sia sempre stato il suo anno e lo sarà per sempre.Voi ascoltate la radio o i Podcast oppure siete su Clubhouse? Se vi va, scrivetelo nei commenti.Spero che anche questo articolo vi sia piaciuto! Mettete un like e condividetelo!Vi abbraccio tutti!
Firma Cinzia
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