Ascolta l'articolo
Indice
1. Introduzione
2. Temo Pievani - Antropocene, la nuova era dell’uomo
3. Antonio Bicchi – Sfide robotiche
4. Massimo Tarenghi – Costruire i più grandi osservatori: una sfida tra cielo e terra
5. Massimo Temporelli – Le tecnologie che hanno cambiato il mondo
6. Martino Verga – Un sacco di batteri
7. AIRC - La prevenzione è servita
8. Riccardo (Reynor) Romiti - Vita da Gamer
9. Francesco Facchinetti, Andrea Delogu - Se leggessi così?
10. Stefano Boeri - Le città green del futuro
Prima puntata
Di nuovo in presenza!
Anche quest’anno ho avuto il piacere di seguire il Focus Live, un evento organizzato dalla rivista scientifica Focus: protagoniste le sfide affrontate dell’uomo. Finalmente, come prima della pandemia, quest’edizione si è svolta in presenza al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
Fortunatamente per chi, come me, seppur appassionata degli argomenti, non poteva recarsi in presenza, alcuni incontri sono stati trasmessi in streaming.
Questi articoli (ebbene sì, si tratta di due) riassumono gli interventi più significativi ed interessanti.
Sul canale ufficiale YouTube di Focus troverete tutti i video caricati, in caso voleste rivederne qualcuno per intero.
Introduzione
Gli argomenti trattati, incentrati sul tema delle sfide in diversi campi, sono stati super-interessanti. Proprio per questo motivo, ho scritto talmente tanto a riguardo, che ho deciso di dividere in due parti l’articolo. Tra una settimana, potrete leggere anche la seconda.
Se vi interessa sapere quali argomenti sono stati trattati nella scorsa edizione, leggete l’articolo sul Focus Live 2020 che ho pubblicato sulla mia pagina Facebook Cimacchi-blog.
A differenza del 2020, tuttavia, questa edizione è stata più umano-centrica e meno scientifico-centrica. Senza dubbio, gli effetti prodotti dalla pandemia sono tuttora piuttosto acuti e sentiamo il bisogno di tornare a preoccuparci in primis di noi e dell’umanità intera. Ripercorrere alcune tra le più significative sfide che l’uomo ha superato nel passato o che si prefigge di vincere nel futuro è indubbiamente di stimolo per tutti noi.
Temo Pievani – ANTROPOCENE, la nuova era dell’uomo
Intervento del filosofo incentrato sull’attività umana che sta modificando il Pianeta. L’uomo è entrato nell’ Antropocene, un’era geologica “proposta”, nella quale l’essere umano con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad incidere su processi geologici.
Questo nuovo termine, entrerà presto nei libri di testo, con probabile inizio nel 1945, quando fu sganciata la prima bomba atomica, che ha lasciando un segno inconfondibile a livello geologico; oppure, come altri vorrebbero, da quando primo bipede apparve sul Pianeta (l’Australopitecus).
Si parte dall’analisi delle costruzioni dell’uomo: qualcuno ha calcolato il peso di tutto quanto “non naturale” sia presente sulla Terra (strade, ponti, palazzi, oggetti, ecc. – senza considerare i rifiuti), definita anche la massa antropogenica: tutto ciò pesa come l’insieme di tutti gli esseri viventi (biomassa)!
L’uomo in numero è pari al 0.01% degli esseri viventi, ma il 34% della biomassa; 4% di wildlife.
L’uomo cambia il mondo per adattarlo alle proprie esigenze (contrario di quello che afferma Darwin). Cambiando il mondo troppo velocemente o troppo (es. il clima e di conseguenza, un innalzamento della temperatura) l’uomo si deve adattare al “nuovo pianeta” (es. le isole che affondano se si sciolgono i ghiacci). Si tratta di un gioco evolutivo molto pericoloso, che diventa etico, perché il cambiamento è subito da molti Paesi, ma anche dai giovani che prenderanno il nostro posto.
Il biologo conclude con una battuta sulle self-endangered species: oltre all’alce irlandese (corna), è presente anche l’homo sapiens; la differenza è che l’alce non lo sapeva che si stava estinguendo, ma lui (ovvero noi) sì!
Antonio Bicchi – SFIDE ROBOTICHE
Nel 1999 fu messo in vendita il primo cane robotico Sony: da quel giorno, dove siamo con la robotica oggi?
C’è una vera e propria rivoluzione in corso! I robot nel mondo produttivo sono ormai molto diffusi: i cosiddetti cobot, robot collaborativi che aiutano l’essere umano nella produzione. Hanno raggiunto una notevole abilità motoria: guardate lo straordinario video in cui uno di questi, realizzato dalla Boston Dynamic, balla con Mick Jagger.
I robot nell’industria
Per quanto riguarda i robot destinati a vivere accanto alle persone (simbiosi), dopo Asimo, uno dei primi umanoidi, sono stati realizzati molti altri progetti simili. Robot super-antropomorfi, come Sofia, RoBee per sostituire l’uomo nei lavori usuranti, ecc.). Il trend, sempre più attuale, è la partecipazione dei robot alla vita quotidiana.
La sfida dei robot umanoidi
Gli Italiani sono i primi (in alternanza con gli USA) nel campo della ricerca robotica in questo campo: I-cube (per interazione con bambini autistici), I-cue, Abel (interazione emotiva – robot psicologo: eccita e analizza), Rodyman (fa addirittura la pizza!).
La mano è l’arto che ci ha permesso di evolvere rispetto alle altre specie (bipede!) ed è la fonte di ispirazione per lo sviluppo robotico: complicata a livello “meccanico”, ma per noi semplice da usare (a volte, non ce ne rendiamo nemmeno conto di usarla). Al contrario, la mano robotica dev’essere comandata in tutti i suoi movimenti: ciò è molto faticoso per l’operatore (impegnativo a livello mentale) e alla fine è abbandonata.
La ricerca e le applicazioni: sfida futura
Tuttavia, Maria Fossati, disabile e designer IIT (mano protesica), si è creata ad hoc una mano protesica (molto simile alle mani robotiche), perché da anni partecipa ad un progetto che le ha permesso di capire molto di più sulla mano umano (prende forma dalla funzione che deve svolgere). Partecipa, con la sua squadra, al Cybathlon, una competizione – una serie di sfide, per l’appunto – che aiuta la ricerca a portare alcune delle tecnologie sviluppate e lì applicate nella vita di tutti i giorni. Stupenda la dimostrazione pratica! Alla domanda di come riesca a completare azioni complicate in assenza di feedback da parte dell’arto robotico, risponde che è la vista a compensare.
Esistono anche delle protesi mioelettriche: a seconda del muscolo attivato, si comanda un’azione alla mano (intelligenza meccanica). Ci sono pulsanti, schermi, app…
L’ospite a sorpresa
Come ospite speciale, è salito sul palco Alterego: un avatar comandato dall’operatore tramite VR (un casco). Il robot umanoide ripete i gesti che esegue l’uomo (che vede attraverso le telecamere del robot stesso). Tuttavia, possiede una sua autonomia e intelligenza (sta in piedi da solo) e anche un certo istinto. I suoi arti superiori sono dotati di veri e propri muscoli artificiali: possono essere rilassati o contratti, in maniera totalmente diversa dai comuni attuatori.
Alterego, un progetto open source rappresenta il primo esempio di robot aiutante: potrebbe essere comandato da remoto, ad esempio, per dare da mangiare al gatto, aprire al postino o curare un malato al nostro posto. Mi auguro che questo progetto sia commercializzato al più presto!
Massimo Tarenghi – Costruire i più grandi osservatori: una sfida tra cielo e terra
Questo grande astrofisico ha progettato alcuni tra i più grandi sistemi di osservazione al mondo, tra i quali, l’Extremely Large Telescope (ELT): un telescopio estremamente grande, progettato per essere il telescopio ottico di prossima generazione dell’Europa, il cui specchio primario misura ben 39 metri di diametro!
L’Europa con questo progetto si è riportata in una situazione di parità rispetto alla capacità di osservazione del cielo degli USA.
Il dott. Tarenghi ha spiegato che la sfida più dura è stata quella “contro” le condizioni climatiche proibitive del luogo scelto per la costruzione di quest’osservatorio, in Paranal in Cile.
La vera sfida
La storia raccontata durante l’incontro ha dell’incredibile. Lui e la sua squadra ha persino dovuto spinare un monte, costruire una strada e vincere le insidie di un luogo senza vita, né acqua, ma luogo perfetto per via del suo cielo, libero dalle nuvole ogni notte.
Interessante anche la storia degli specchi: difficili da realizzare così grandi e che hanno costretto gli ingegneri a rivedere il processo per arrivare alla consegna. Questo percorso, attraverso la storia dei vari telescopi, ha dimostrato la grande passione di un uomo, messa al servizio dell’umanità.
Massimo Temporelli – Le tecnologie che hanno cambiato il mondo
La tecnologia è tutto, dagli oggetti che realizziamo, alle leggi, alla letteratura. La tecnologia non è solo per gli ingegneri. Usare la tecnologia, significa innanzitutto ragionare (digitale, Social Media, ecc.).
- Dieci oggetti rappresentano la tecnologia, tra i quali:
- Moka: oggetto prodotto della Rivoluzione Industriale (paradigma della macchina del primo Novecento riportata nel food)
- Telecomando
- Stampa 3D
- Microprocessore
Approfondisco l’ultimo, per ovvi motivi. Fu inventato da un italiano, Federico Faggin all’inizio degli anni ’70. Il microprocessore sta diventando sempre più intelligente, grazie agli algoritmi di Intelligenza Artificiale.
Pensate che esiste un progetto di Intel, applicato alle scuole, al fine di istruire e preparare i giovanissimi allo sviluppo degli skills in questo campo, perché attualmente mancano le professionalità per codificare. Infatti, mentre la capacità di processare ora (50 anni fa non era possibile svilupparla) è adeguata per permetterci enormi passi avanti in questa tecnologia, manca chi è in grado di scriverne gli algoritmi.
A questo proposito, ho appena scritto un articolo che parla di AI.
A voi lascio l’onere di scoprire gli altri oggetti nominati nell’intervento.
Martino Verga – Un sacco di batteri
Molto curioso quest’intervento, per nulla scontato, sulla produzione e utilizzo dei batteri nel food (formaggi, salumi, cacao, caffè, tè, pane, vino, birra, ecc.) e per il benessere della salute umana (integratori).
La sfida consiste nel prelevare i batteri buoni, isolarli da quelli pericolosi, coltivarli in vitro e infine inserirli correttamente negli alimenti suddetti.. Durante le fermentazioni il processo dev’essere super-accurato, al fine di assicurare che la cultura non si contamini con i batteri cattivi.
Alcune frasi che questo imprenditore ci ha lasciato durante il suo intervento:
Il sapere si trasmette con l’esempio
Il padrone non deve mai comportarsi da uomo ricco
Il che significa che un’azienda deve avere finalità sociali, ovvero crescere e far crescere i dipendenti), un po’ a mo’ del mitico Adriano Olivetti.
AIRC – La prevenzione è servita
Si inizia con la sfida della sportiva Elena Fanchini, della nazionale di sci, che ha affrontato per vincere la sua malattia. Il suo caso, tra i fortunati, è una testimonianza a favore della prevenzione, che funziona veramente!
La prevenzione è tutto, ma anche mantenersi in buono stato è fondamentale. Esiste una semplice regola, come raccontato in diretta da Tamberi: 0 5 30 – 0 sigarette, 5 porzioni di frutta, 30 minuti di ginnastica ogni giorno. Importante non bere alcool, non mangiare carboidrati alla sera, mangiare sano, con una dieta mediterranea variata. Restare in salute aiuta nella prevenzione, ovvero non facilita l’insorgenza della malattia, ma anche una volta che – sfortunatamente – si venga a contatto con la malattia, ci permette di reagire meglio, più in fretta.
Vita da Gamer
Riccardo Romiti, in arte Reynor (è il suo nickname), è il campione mondiale di Strar Craft, avendo vinto una sfida che ha dell’incredibile, una vittoria insperata. Da sempre, i Coreani sono i dominatori indiscussi in questi sport, i cosiddetti e-sport: giochi di strategia in tempo reale.
L’inizio della carriera e alcune curiosità
Riccardo gioca da quando aveva 8 anni, ha imparato da suo padre che a sua volta era un videogamer. Si allena al massimo tre ore al giorno, perché quest’attività è molto impegnativa, al limite del logorante! È anche bravo a scuola. Finora, ha accumulato un montepremi pari a 400000 $.
Ad oggi, il riconoscimento degli e-sports è ancora piccolo. La Corea, ovviamente, è molto avanti, insieme agli USA. In Europa, la Polonia è in cima alla lista.
Il rapporto con i genitori è buono, nei limiti del buon senso. Sta studiando informatica, ma per il momento ha deciso di non andare all’università, perché la sua attività procede molto bene. Ci andrà in futuro.
È sponsorizzato da Red Bull, molto attenta agli e-sport, sin da quando è diventato sedicenne, ovvero ha raggiunto l’età minima per ricevere un compenso.
La dimostrazione dal vivo, per chi come me, non segue lo streaming dei giocatori, è stata incredibile. È velocissimo nei comandi da testiera: in media, durante una partita, si tratta di 300 azioni al minuto; si arriva fino a 500-600 in alcuni momenti topici.
Limiti ai videogames: una sfida per i giovani?
Alcuni Paesi, come la Cina, hanno imposto limiti temporali (giornalieri) di utilizzo per i videogames. Sarà più difficile allenarsi per le competizioni internazionali e soprattutto vincere. La sfida sarà ancora più grande per questi utenti.
Francesco Facchinetti, Andrea Delogu – Se leggessi così?
Intervento dedicato ai bambini che soffrono di dislessia, (nel leggere) e/o disgrafia (nello scrivere) una disfunzione molto diffusa. La sfida sta nel rendersi conto subito del problema ed affrontarlo, con la consapevolezza che il percorso che porta alla fine del tunnel renderà il protagonista unico.
Interessante l’esperienza del DJ Francesco il quale, affetto da entrambe, ha dovuto lavorare molto su sé stesso. A scuola era una peste, perché nascondeva il suo problema. È stato espulso da diverse strutture, compresa la Montessori (e suo padre ha dovuto esibirsi gratis per compensare i disastri del figlio!)
Le raccomandazioni sono tutte per i genitori, più ansiosi riguardo questo problema dei bambini stessi, con il risultato di peggiorare la situazione, facendo sentire i figli “diversi” e mettendo loro più pressione.
Ricordiamoci che molti personaggi di successo erano dislessici: da Leonardo da Vinci a Winston Churchill; da John Kennedy a Tom Cruise; da Albert Einstein a Walt Disney; persino Galileo Galilei e Isaac Newton. È praticamente un onore essere come loro!
Stefano Boeri – Le città green del futuro
Architetto eccezionale, ha realizzato il progetto del Bosco Verticale a Milano (stupendo!!).
- I temi fondamentali su cui si accentrano le città sono:
- il Green
- le Energie rinnovabili (idrogeno)
- la Mobilità
Il 55% delle persone nel mondo abitano in città e producono il 75% della CO2 (quindi dell’inquinamento)
Da dove cominciare, quali sono le sfide principali?
Innanzitutto, si deve evitare di produrre anidride carbonica, dove possibile, anche nel nostro piccolo. La soluzione più semplice che sta implementando l’architetto Boeri è quella di piantare alberi, uno per ogni abitante di ciascuna città (a Milano ci sono 3 milioni di abitanti, pertanto si pianteranno 3 milioni di alberi), perché ci aiutano ad assorbirla. Le piante possono anche assorbire le polveri sottili (prodotte da agricoltura, auto, riscaldamento). Senza dubbio una bella sfida!
Il futuro: nuove sfide
L’architettura sta evolvendo, mettendo al centro anche la vegetazione, non più accessoria, ma che ospita “anche” umani. Le piante devono far parte dell’arredamento, non più come “oggetti” passivi, ma come coabitanti veri e propri. La loro presenza migliora notevolmente la qualità della vita.
Va ripensato in toto il rapporto tra gli esseri viventi. Durante la pandemia, abbiamo visto molti animali che hanno preso potere in alcune zone urbane (cinghiali, gabbiani, volpi). Questo rapporto è stato distorto dagli uomini negli anni, forzando in modo coercitivo le specie che vivono nelle vicinanze. Integrare i bisogni di tutti gli esseri viventi.
Boeri sta promuovendo un nuovo concetto di architettura: basta con i palazzi di vetro, che scaldano il terreno riflettendo i raggi del sole. Non ha senso tener fuori la natura dalla nostra vita. Un piccolo virus ci ha dimostrato che non siamo noi a comandarla, ma viceversa!
Infine, la mobilità elettrica non è la soluzione finale. Bisogna lavorare più intensamente sui mezzi pubblici. I giovani hanno compreso che l’auto privata è arrivata al capolinea; meglio condividerla, soprattutto all’interno delle città (pensate a Milano). In quest’ottica si deve ridurre il parco macchine: alcune non sono quasi mai utilizzate!).
L’Italia è uno scrigno di biodiversità, ancora oggi molto importante e va preservata a tutti i costi.
Le alternative alla città
Nonostante la Cina sia da sempre piuttosto restia al Green, ha iniziato la promozione dell’abbandono delle mega metropoli. Il Governo sta convincendo gli abitanti a tornare a riempire i piccoli centri urbani. Il fatto che tale Paese abbia partecipato alla COP26 è un segnale positivo di per sé e di cui tener conto.
Più di un anno fa, ho affrontato l’argomento “Fuga dalle città” in un lungo post sulla mia pagina Facebook.
Anche in Italia è in corso il progetto di ripopolamento dei Borghi. Il discorso legato alla pandemia: il digitale ci ha aiutato nel lavoro (divenuto agile), modificando il modo di lavorare (da remoto, senza andare in ufficio). Ciò ha reso possibile lo spostamento in altri posti. Ad ogni modo, le città resteranno pur sempre il fulcro. Riguardo ai centri storici, sarà necessario preservarli e renderli comunicanti con la periferia sempre più ipertecnologica.
Le sfide a livello globale: cooperazioni interessanti
Boeri ha citato l’esempio delle Cinture Verdi (progetto Green Belt): dal 2009 in Africa molti Paesi (Senegal, Etiopia, ecc.) stanno costruendo un vero e proprio muro verde per arrestare l’espansione del deserto del Sahara (desertificazione).
Come dicevo nell’introduzione, questa è solamente la prima parte dell’articolo. Leggete anche la seconda puntata!
A presto,
0 commenti