Indice

1. I viaggi spaziali

2. Al primo posto: Virgin Galactic

3. Al secondo posto: SpaceX

4. Al terzo posto: Blue Origin

5. Al quarto posto: le varie agenzie di viaggi spaziali

6. Conclusioni

Saranno il futuro della New Space Economy?

A proposito di viaggi spaziali, durante il Live Show di Mario Moroni del 2020, Alessandro di Stefano, giornalista di Starup Italia, mi ha chiesto cosa ne pensassi di Elon Musk e della straordinaria impresa di Space X. Infatti poco più di un anno fa, in piena pandemia, la Dragon Crew ha portato sulla ISS (e riportato successivamente a terra dopo qualche giorno) due astronauti americani.

Ho pertanto ritenuto opportuno di scrivere un articolo sui viaggi spaziali e, in generale sul turismo spaziale, soprattutto perché più inerente alla mia formazione universitaria, nonché alla mia passione per lo spazio tout court.

Ne ho anche scritto un altro, sui Turisti spaziali. Andate a leggerlo!

I viaggi spaziali

Sicuramente i viaggi spaziali hanno da sempre stuzzicato la mia fantasia; ho letto moltissimi libri di fantascienza (da Jules Verne, ad Asimov e Clarke) e visto praticamente ogni film su missioni spaziali e viaggi interplanetari.

Pur senza essere astronauti, però, già una ventina di anni fa, si intravvedeva la possibilità di intraprendere un viaggio nello spazio come turisti.

Il primo turista dello spazio

Tutti ricordiamo che nel 2001, Dennis Tito, l’ex scienziato del JPL (Jet Propulsion Lab della NASA), compì la prima vera “vacanza spaziale”, facendosi ospitare 7 giorni nel “super hotel” ISS per “soli” 20 milioni di dollari. Non di certo economico, ma il soggiorno è entrato nella storia. Oltre a Dennis, altri sei milionari hanno ripetuto la sua fantastica esperienza.

Da quel giorno, varie aziende aerospaziali private hanno cominciato a prendere sul serio il business dei viaggi spaziali per turisti.

Cosa ci riserba il futuro?

Dopo aver assistito al recentissimo successo delle missioni di Space X, questo turismo d’élite è ormai realtà.

Probabilmente, saranno necessari ancora diversi anni prima che diventi “abbordabile” per la massa regalarsi un volo suborbitale, ma di sicuro il costo dei viaggi spaziali è sceso di un ordine di grandezza in un ventennio.

L’idea di ammirare la Terra da un’altezza inusuale, circondati dal nero dello spazio, non diversamente da come l’hanno vista certi astronauti o appare nei film, ha allettato e tuttora attira molti personaggi facoltosi, tra cui attori, banchieri, magnati del fashion, ecc., che possono permettersi una simile spesa. In certi momenti, sarei tentata anch’io di spenderli questi soldi (se solo li avessi…)!

Vediamo ora chi sono i principali programmi di turismo spaziale, che garantiranno viaggi spaziali per tutti, tuttora in vita e ancora credibili.

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Al primo posto: Virgin Galactic

Al primo posto metterei sicuramente Richard Branson e la sua Virgin Galactic, non tanto per la bontà del progetto in sé, ma perché alla base c’è una storia interessante.

Vi starete certamente chiedendo: ma come fa un privato ad avere un budget di spesa così elevato per un progetto ambizioso, quanto rischioso, come quello dei viaggi spaziali?

La storia di Richard Branson, il fondatore

Branson è in primis proprietario del Virgin Group, che racchiude, tra le altre, la notissima etichetta discografica, la catena di negozi di musica e di palestre sparsi in tutto il mondo, nonché la compagnia aerea Virgin Atlantic e la versione spaziale Galactic, cui fanno capo per l’appunto le attività legate allo spazio.

Oltre ad aver sempre avuto un certo fiuto per gli affari ed essere un visionario con la passione del design (mi ricorda qualcuno!) è un eterno sognatore che sin da ragazzo volava con la mente verso destinazioni inusuale ed esotiche. Quale lo è più di queste se non lo spazio?

Inoltre, parrebbe che sia un “cazzaro” – in senso buono – di prima categoria: si veste sportivo, adora andare alle feste e divertirsi; insomma, un estroverso a tutto tondo, il che lo rende simpatico a tutti, soprattutto ai suoi dipendenti, cui tiene molto. Grande!

L’azienda e il progetto

La Virgin Galactic è nata nel 2004 dalla fusione della sua SpaceShip Company (Virgin Group) con la Scaled Composite, che insieme a Paul Allen, il compassato cofondatore di Microsoft, aveva progettato la SpaceShipOne, la prima navicella sperimentale privata ad aver compiuto nel 2003 un viaggio suborbitale partendo dall’unico Spazioporto al mondo situato nel deserto del Mojave.

In seguito, Branson ne sviluppò l’erede, la SpaceShipTwo, presentata al pubblico nel 2009 come modello di serie della navicella designata al trasporto di passeggeri paganti per viaggi spaziali.

L’incidente

Purtroppo, nel 2014 la navicella si è schiantata al suolo durante un volo di prova, uccidendo uno dei due collaudatori a bordo.

La NTSB, dopo le analisi delle cause dell’incidente, ha dichiarato che si è trattato di un mix fatale di errore umano e di procedure di sicurezza non sufficientemente mature.

Infatti, secondo l’agenzia investigativa, il pilota avrebbe comandato il “deployment” delle alette di stabilizzazione troppo presto – o per errore – ad una velocità troppo bassa della navicella, che, unito all’assenza di un monitoring su tale azione, ha causato la perdita di controllo del velivolo. Ma ciò non ha fermato Branson nella corsa verso le stelle.

Branson non si arrende

Nonostante questo brutto incidente, Branson ha continuato ad investire sui viaggi spaziali. Ciò anche grazie al non trascurabile fatto di aver già “a bordo” (per ora virtualmente) 700 passeggeri che hanno sborsato in anticipo 250mila dollari per un volo di 90 minuti, di cui 65-10 minuti in microgravità, con velocità fino a Mach 3.

Facendo un rapido calcolo, la società ha preso “sull’unghia” ben 175M$ che, pur sembrando una cifra considerevole, non è di certo sufficiente per sviluppare un programma così complesso.

Ciò significa che l’azienda deve autofinanziarsi e trovare sponsor che le forniscano il sostegno adeguato.

IL successo di SpaceShip Two

Così, a fine dicembre 2018, la Virgin Galactic ha lanciato con successo il suo velivolo spaziale SpaceShipTwo oltre 50 miglia (80 Km) sopra la superficie terrestre. Per darvi un’idea, circa sei volte la quota a cui vola un aereo di linea!

Poco meno di un anno fa, il 28 luglio, Branson svelava, seppur in un tour virtuale, il design della cabina che avrebbe ospitato i primi turisti spaziali.

Meglio lasciar parlare le immagini, visibili a questo video. (fate scorrere qualche minuto perché è lo streaming di una diretta).

Elemento molto interessante: la navetta in futuro non sarà usata solamente per i viaggi spaziali, ma anche per esperimenti scientifici. Infatti, come si riconfigura spesso la cabina di un jet (tipicamente quelli busines), anche nel caso della SpaceShipTwo, sarà sufficiente rimuovere alcuni sedili e rimpiazzarli con dei rack pieni di strumenti per avere un laboratorio in microgravità. Very smart!

Se volete maggiori dettagli, vi consiglio il sito ufficiale: Virgin Galactic.

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Al secondo posto: SpaceX

Al secondo posto, sono “obbligata” a mettere Space X di Elon Musk, che, per quanto mi riguarda, considera i viaggi spaziali una specie di “effetto collaterale” delle sue iniziative ad ampio raggio, quali diminuire il costo delle missioni spaziali o condurre l’uomo ad una missione su Marte.

Il tutto a salvaguardia dell’umanità che “ben presto”, secondo le sue previsioni da puro marchettaro, sarà in grado di trasferirsi proprio sul Pianeta Rosso.

Un breve ritratto di Elon Musk, il fondatore

Al contrario di Branson, Elon Musk è un vero nerd, molto più preparato a livello tecnico, e seppur simile all’inglese nelle capacità di intrattenitore, ha uno stile diverso, un po’ da “sfigato” (passatemi il termine – personalmente, lo stimo moltissimo, alla Fantozzi), che lo rende irresistibile alla tregua di Sheldon (di Big Bang Theory).

È ufficialmente fidanzato con l’eccentrica cantante canadese Grimes, dalla quale ha avuto lo scorso anno il primo figlio (ricorderete di certo il nome assurdo che gli hanno dato!) che completa una serie di 5, avuti dalla l’ex-moglie.

Ben lungi da me l’essere una complottista, ma Grimes non è di questo mondo. Andatela a cercare sui Social e ditemi nei commenti cosa ne pensate!

Il primo lancio con equipaggio

Tutti abbiamo assistito in diretta lo scorso 31 maggio al successo del lancio della sua Crew Dragon a bordo del lanciatore Falcon 9, a come non solamente abbia portato sani e salvi e in maniera impeccabile i due astronauti sulla ISS. Ma anche con che facilità, sia i booster che il primo stadio, siano stati recuperati (i primi atterrati sulla terra ferma, l’altro su una nave drone), in modo da riutilizzarli nelle missioni future). Sembrava un film di fantascienza e invece è avvenuto sotto gli occhi di tutti!

La tecnologia

Pensate che quando ero all’università, la progettazione di un sistema riutilizzabile era un sogno, un “leit motiv” che ci martellava i cervelli.

All’epoca, infatti, volava lo Space Shuttle che perdeva ad ogni missione i suoi booster (razzi) laterali e il gigante serbatoio arancione. Stessa sorte per il lanciatore europeo, l’Ariane 5.

Il suo successore, Ariane 6, la cui realizzazione e campagna di dovrebbero terminare a metà del 2022, sarà finalmente parzialmente riutilizzabile e modulabile, in modo da abbattere i costi e competere così come il Falcon Heavy di Musk.

Quest’ultimo, il cui volo inaugurale avvenne il 6 febbraio 2018, possiede gli stessi booster e lo stesso stadio riutilizzabili del Falcon 9, ed è noto soprattutto per aver lanciato in direzione Marte la prima automobile nello spazio: una Tesla Roadster con tanto di passeggero! Chissà dove sarà ora?

Nella piccola intervista di cui parlavo all’inizio dell’articolo, avevo affermato che Elon Musk muove il mondo. Il sopracitato non è che un esempio di questo. Le sue tecnologie, le sue idee innovative, la sua rapidità di sviluppo e i continui successi delle missioni, costringono tutti i competitors (concorrenti) ad apportare modifiche rapide al design per rimanere nel business.

Avendo già a disposizione tutta questa tecnologia, è ovvio che i viaggi spaziali per turisti arrivino gratis ed Elon sicuramente non si farà scappare l’occasione di aumentare la sua liquidità, sfruttando i suoi razzi e le sue navicelle anche per questo scopo. Ricordiamoci sempre che a livello immagine è un bel punto messo a segno!

Le collaborazioni

Infatti, Space X ha recentemente stipulato un contratto con la Axiom Space (un’azienda specializzata nei viaggi spaziali e nella ricerca in orbita) per portare sulla ISS alcuni privati, tre al momento, utilizzando la Crew Dragon e il Falcon 9. Dopo più di 10 anni, ecco che il sogno si avvera!

Il sito di SpaceX è una meraviglia: andate a dare un’occhiata.

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Al terzo posto: Blue Origin

Al terzo posto indicherei la Blue Origin, proprietà del magnate di Amazon, Jeff Bezos, da lui fondata nel 2000 con lo scopo ultimo di rendere i viaggi spaziali commerciali più “economici”.

Infatti, tale società è designata alla costruzione di razzi per missioni suborbitali, con lo scopo di ridurre il costo dei lanci, e partita in grande stile con tanto di investimenti da parte della NASA.

Nel corso degli anni, ha dovuto rivedere drasticamente i propri piani, probabilmente perché ha sottovalutato la rischiosità di un programma ambizioso come questo, finora appannaggio unicamente di agenzie o gruppi governativi.

I progetti

All’attivo, Blue Origin ha due razzi, in New Glenn e il New Shepard, entrambi, riutilizzabili, come il loro antagonista Falcon Heavy.

Ma anche un lander simil-LEM, chiamato Blue Moon, ma soprattutto l’HLS National Team, in collaborazione con la NASA per il progetto Artemis, che riporterà l’uomo sulla Luna.

Messo un po’ da parte il progetto principale su cui Bezos stava concentrando i suoi sforzi, negli ultimi anni si è concentrato su New Shepard. Questo razzo consente i viaggi sub-orbitali, ovvero riesce a raggiungere un’altezza pari a 100 Km, in modo da superare la linea di Karman che indica il raggiungimento dello spazio.

Dal 2018, dopo l’ultimo volo di prova, abbiamo dovuto attendere l’inizio dell’anno per sentire ancora parlare del progetto.

Il 15 gennaio il razzo di Bezos ha completato un volo sperimentale di grande successo. Tutte le operazioni, dal lancio, alla traiettoria, al rientro, nonché al recupero del razzo, sono state effettuate alla perfezione. Il che lascia davvero sperare che anche quest’azienda ci regali emozioni in futuro!

Se desiderate avere maggiori dettagli in merito, date un’occhiata al sito ufficiale: Blue Origin.

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Al quarto posto: le varie agenzie spaziali

Volevo infine segnalarvi altre aziende, che potremmo definire a ragione agenzie del turismo spaziale a tutti gli effetti, a cui ci rivolgeremo in un prossimo futuro per organizzare i nostri viaggi spaziali. Fa davvero impressione solo a scriverlo!

Space Adventures

La Space Adventures, una vera e propria agenzia per il turismo spaziale.

Sul loro sito, che vi invito a navigare in lungo e in largo, non fosse anche per lustrarvi la vista, a questo link, sono disponibili diverse esperienze, che lasciano unicamente l’imbarazzo della scelta.

i può optare per una passeggiata spaziale, una missione “circumlunare” (attorno alla luna), qualche giorno di permanenza sulla Stazione Spaziale (ISS) o il gettonatissimo volo suborbitale.

Perspective

Infine, citerei un’altra azienda privata, la Space Perspective, che nei prossimi anni, a bordo della sua mongolfiera, ci regalerà magici viaggi spaziale e ci permetterà di ammirare il nostro Pianeta da un’altitudine di 100000 ft (circa 30 Km) per ben due ore.

Nel giugno 2019 hanno annunciato che il lancio della loro modernissima Neptune avverrà da un sito storico, lo Space Kennedy Center in Florida. Il primo volo di prova senza equipaggio è attualmente previsto all’inizio nel 2021. Chissà se ci riusciranno?

Attiveremo sicuramente tutte le notifiche del caso per non perderci nulla!

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Conclusioni

A noi poveri mortali, che resteremo (per il momento!) con i piedi ben piantati a Terra, non resta che aspettare le immagini e i video di quei fortunati che non mancheranno certamente di condividere su tutti i Social immaginabili la loro memorabile (è davvero il caso di dirlo!) esperienza.

Tuttavia, sono certa che prima di morire organizzerò un indimenticabile viaggio nello spazio.

E voi, viaggereste nello spazio? E quanto sareste disposti a spendere? Scrivetemelo nei commenti!

Come ultima considerazione, mi domando se, dopo queste testimonianze, più alla portata di quelle dei pionieri dei viaggi spaziali della scorsa decade, i “terrapiattisti” finalmente si convinceranno che la Terra non è piatta, ma un bellissimo pianeta azzurro a forma di geoide.

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