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Episodio numero 17 del mio Podcast Articoli in voce
Indice
1. Missione Mars
2. Tutte le missioni sul Pianeta Rosso
3. Su Marte ci sono i Marziani?
4. Film, videogame, canzoni e libri su Marte
5. Conclusioni
Life on Mars?
Missione Mars
Negli ultimi 30 anni, la questione è stata sollevata diverse decine di volte, eppure, nonostante gli sforzi e le numerose missioni da parte delle varie agenzie spaziali, non abbiamo ancora una risposta certa.
Perserverance
Per questo motivo, la missione Mars 2020, il cui rover Perseverance è felicemente “ammartato” nei pressi del cratere Jezero 18 febbraio, è stata progettata, realizzata e lanciata (che fortuna gli anglosassoni che possono dire sempre landed, atterrato sulla terra ferma, su qualunque pianeta si trovino).
Ben otto anni di lavoro per molti scienziati ed ingegneri della NASA, che incessantemente si sono impegnati per garantirne il successo. A questo progetto ha partecipato anche l’italiana Leonardo, realizzando ben due bracci robotici.
Tale luogo di esplorazione è stato scelto perché dalla mappa di Marte, realizzata grazie alle missioni precedenti, esso appare come un’oasi o un lago con annesso delta fluviale, ora prosciugato. Un sito che potrebbe ospitare qualche forma di vita microbica preesistente.
È quello che tutti ci auspichiamo.
Ingenuity
Oltre al rover con le sue macchine fotografiche (le prime immagini sono arrivate dopo solo qualche minuto!) e i suoi sofisticati strumenti di analisi, a bordo si trova un piccolo elicottero (Ingenuity) che, se riuscirà a decollare, sarà il primo oggetto in grado di spostarsi volando e riportarsi sul suolo di un pianeta diverso dalla Terra.
Poiché l’atmosfera di Marte è molto rarefatta, le pale di questo mini-elicottero devono ruotare a velocità elevatissime: circa 2400 rpm, ovvero 8 volte più veloci delle pale di un normale elicottero terrestre. Personalmente, sono molto curiosa dell’esito di questo esperimento, primo nel suo genere.
Tutte le missioni sul Pianeta Rosso
Le prime missioni
Questa non è che l’ultima, in ordine temporale, delle innumerevoli missioni che a partire dal 1960 l’uomo ha lanciato in direzione del Pianeta Rosso. Così chiamato per via del suo colore, visibile anche a occhio nudo in certi periodi dell’anno. Pensate, in totale sono addirittura 49!
I progetti iniziali, partiti dall’Unione Sovietica, purtroppo, sono andati persi già durante il lancio.
La prima ad avere successo è stata la Mariner 4 della NASA nel 1964 che ha compiuto il primo Fly-by attorno al pianeta. Il primo orbiter russo ad entrare in contatto con la forza di attrazione marziana è stato quello della Mars 2, a 10 anni dal primo tentativo e la successiva Mars 3 che ha portato il primo rover sulla superficie.
Le missioni di successo USA-URSS
Successivamente, un alternarsi di missioni USA-URSS, di cui ricordiamo le principali. Le due Viking della NASA, di cui la seconda ammartata nel 1976, e le Phobos dell’Unione Sovietica, alla fine degli anni ’80.
Negli anni ’90 ci sono state la Mars Global Surveyor e la Mars Pathfinder.
Quest’ultima mi è particolarmente cara, non solo perché ho tuttora un modello in scala 1:1, con tanto di pannello solare funzionante, del suo piccolo rover Sojourner, acquistato durante una vacanza studio in California. Soprattutto perché è considerata una pietra miliare nelle esplorazioni spaziali. Il suo compito era quello di testare alcune soluzioni ingegneristiche messe a punto dalla NASA, per capire se quest’oggetto avrebbe resistito nelle insolite condizioni marziane.
Ricordo di aver seguito dalla TV di casa tutta l’operazione, riportata in alcuni servizi del telegiornale. All’epoca purtroppo Internet era appena nata e non aveva né i mezzi né la diffusione per permetterci di seguire gli avvenimenti in diretta come ieri sera. Ho posto seguire la missione dalla diretta trasmessa dalla Control Room del JPL (Jet Propulsion Laboratory) sul canale YouTube della NASA. Inviati speciali e speaker descrivevano minuto per minuto tutti i passaggi della missione.
Negli anni successivi, la NASA si scontrò con una serie di fallimenti, fino ad arrivare nel 2003 con il Mars Odissey, missione tuttora in corso!
Le missioni che tutti ricordiamo
Mentre l’ESA (l’agenzia europea) ha fatto il suo ingresso con il Mars Express, una missione di successo, anch’essa tuttora in corso. Peccato per la sonda, il Beagle 2, che è andata persa durante la fase finale. Ad ogni modo, l’orbiter ha ripreso molte immagini del pianeta, grazie al suo radar, fornendo agli scienziati un’idea abbastanza precisa dei bacini d’acqua una volta presenti sul suolo marziano. Informazioni fondamentali per la missione di Perseverance.
Molti di voi ricorderanno certamente Spirit e Opportunity, i due lander arrivati su Marte lo stesso anno del Mars Express, che avevano il compito di analizzare campioni di rocce, la composizione dell’atmosfera e di validare e calibrare le informazioni arrivate dai precedenti Orbiter.
Nel 2011 Curiosity riportava l’attenzione nuovamente sul Pianeta Rosso: anch’esso aveva come obiettivo, similmente ai rover che l’hanno preceduto, l’analisi di componenti organici, delle rocce e dell’atmosfera.
Le missioni recenti e quelle future
A partire dal 2011, abbiamo assistito a missioni di parte da altri Paesi, quali l’India, la Cina e gli Emirati Arabi, tutte di successo.
In ultimo, ricordo anche la missione ESA Exomars del 2016, il cui lander Schiapparelli si è schiantato al suolo (di qui il triste soprannome Schiantarelli).
Per il prossimo futuro, sono previste altre missioni su Marte, a partire dalla ExoMars 2022, con a bordo un braccio escavatore nuovamente realizzato da Leonardo, che per la prima volta scaverà la superficie più in profondità, nella speranza di trovare composti organici. Ovviamente, tutti progetti in preparazione per l’arrivo dell’uomo sul pianeta, come da tempo sta programmando il mitico Elon Musk (nella Categoria Spazio, trovi un paio di articoli su Space X e i suoi progetti futuri verso il Pianeta Rosso), che attualmente ha stimato per il 2024. Chissà se riuscirà a tenere questa data!
Su Marte ci sono davvero i Marziani?
La domanda che molti di voi si stanno ponendo è: come mai abbiamo impiegato, stiamo impiegando e impiegheremo così tanti mezzi per l’esplorazione di un solo pianeta del sistema solare?
La risposta tecnica è che è l’unico pianeta “interessante” da molti punti di vista su cui possiamo arrivare in tempi “umani” (è davvero il caso di dirlo).
I famosi canali di Marte
La risposta più romantica, invece, ha origine più antiche. Tale sete di curiosità, parrebbe essere scaturita grazie alle scoperte dell’astronomo nostrano Giovanni Schiapparelli, il quale osservava il cielo dal telescopio dell’Osservatorio di Brera (Milano). Attratto da Marte, lo aveva talmente studiato da disegnare una mappa dettagliata in cui apparivano dei canali. Per via del nome e di qualche ardita interpretazione da parte di altri astronomi, in primis Percival Lowell, sono stati associati a opere di origine aliena.
Si può dire che grazie a questi astronomi è nato non soltanto il mito del Pianeta Rosso e dei suoi abitanti presunti, i Marziani, ma l’intera ufologia!
La ricerca della vita
Da allora gli scienziati e l’umanità in generale, si sono adoperati con ogni mezzo a disposizione per capire se queste fossero delle illazioni o meno.
Quanti di voi si ricordano del volto di Marte immortalato dalla sonda Viking sulla superficie e trasmesso a Terra? Ci sono voluti più di 20 anni per smentire quella scoperta. Ma quell’incertezza era già stata sufficiente per farmi sognare e desiderare una carriera nell’ambito spaziale, ragion per cui mi sono iscritta alla facoltà di ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano.
Il meteorite più famoso della storia
Per non parlare del frammento di meteorite (ALH 84001), proveniente da Marte e ritrovato nel 1984 nell’Antartide, che aveva svelato al suo interno alcuni fossili di batteri, e che aveva dato concretamente speranza all’Umanità di aver trovato la vita altrove! Che momenti memorabili!
Sin dall’origine della scienza l’uomo ha cercato di dare risposta alla domanda “Siamo soli nell’Universo?”, perché sarebbe uno “spreco” essere gli unici esseri intelligenti nell’intero Universo. Se ci pensate bene, in effetti, è assurdo. Sapere che altre forme di vita, più o meno evolute rispetto a noi, esistono o sono esistite, ci toglierebbe un bel peso dal petto.
Drake: l’equazione e il SETI
Già nel 1961, l’equazione di Frank Drake aveva dimostrato che, anche ad essere molto pessimisti, il numero delle civiltà extraterrestri con le quali sarebbe possibile una comunicazione, è diverso da 0.
Proprio grazie a Frank, è nato il progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence), protagonista di una vera esplosione alla fine anni ’90, il cosiddetto SETI@home. Grazie ad esso, chiunque dal suo PC poteva contribuire all’analisi dei dati ottenuti scandagliando l’intero cielo a tutte le frequenze nella speranza di ricevere qualche tipo di feedback.
Anch’io, ovviamente, ho partecipato al progetto per anni, utilizzando direttamente dal computer in dotazione a Aermacchi, che nella modalità screen-saver, macinava milioni di informazioni.
Il progetto è stato interrotto solo l’anno scorso, perché i ricercatori non erano in grado di smaltire la mole immensa dei dati pre-analizzati dai vari utenti in tutto il mondo.
La fantascienza
Di fronte a questa realtà ai limiti dell’inverosimile, la fantascienza, sempre un passo avanti alle scoperte scientifiche, non poteva che trovare altra fonte di ispirazione.
Negli anni 80-90 era molto in voga la teoria del terraforming, ovvero della trasformazione di Marte, da pianeta arido e privo di vita, in un pianeta azzurro e abitato come la Terra. L’idea non era tanto folle, almeno in teoria.
Per prima cosa occorreva creare le giuste condizioni per ridare al pianeta un’atmosfera, capace di proteggere gli abitanti e permetter loro di respirare senza caschi. Ciò si otteneva liberando una grande quantità di gas serra, capaci di innalzare la temperatura della superficie e di sciogliere le vaste distese di ghiaccio, che, diventando acqua, sarebbe stata usata per far crescere le piante ed innescare così la fotosintesi, per generare sostanze organiche.
Film, videogame, canzoni e libri sul Pianeta Rosso
Film su Marte
Tantissimi film sono stati ambientati su Marte: personalmente credo di averli visti tutti e più di una volta.
Solo per citarne alcuni: the Martian, con Matt Damon del 2015, Mission to Mars e Red Planet, entrambi del 2000, con, rispettivamente, Tim Robbins e Val Kilmer. Più vecchi, ma non per questo meno belli, Mars Attacks! del 1996 con Jack Nicholson, che ha fatto la storia per il suo essere denigratorio e satirico nei confronti dei Marziani, e Total Recall del 1990, con il mitico Arnold Schwarzenegger (di cui hanno realizzato anche un remake nel 2012, un po’ deludente, lo ammetto). Non mi è rimasto molto impresso The last days on Mars, del 2013, con Liev Schreiber.
Ad Astra del 2019, con Brad Pitt, non mi è piaciuto, troppo introspettivo e lento, e Life del 2017, con Jake Gyllenhaal e Ryan Reynolds, invece, è troppo “splatter” anche se interessante per come il “minuscolo” (eheh) essere alieno, portato a bordo della loro astronave, si adatta ai comportamenti umani per trarne vantaggio.
Tra le serie TV, ricordiamo Marte andata in onda sul National Geographic channel dal 2016 al 2018 e la recentissima Away in onda su Netflix (non essendo abbonata, non posso pronunciarmi a riguardo).
Canzoni su Marte
Passando ai brani musicali, come quello citato nell’incipit di David Bowie, molti artisti italiani si sono ispirati al Pianeta Rosso. Altri brani che, pur non avendo come soggetto Marte, hanno tuttavia raccontato dello spazio e dei viaggi interplanetari.
Dai Beatles ai Pink Floyd, da Elton John ai Muse, dai Police agli Smashmouth, i riferimenti sono molteplici!
Pensate che nel 2018 la NASA per risvegliare dal torpore il rover Opportunity, soprannominato Oppy, messo fuori uso e “addormentatosi” a causa di una tormenta di polvere, la più devastante mai documentata, ha inviato verso di lui una playlist di brani musicali, che, tuttavia, a nulla sono valsi. La sua missione si è pertanto interrotta dopo ben 15 anni di attività. Che tristezza!
Libri su Marte
Riguardo ai libri su Marte, personalmente credo di possederne una decina (molti sono rimasti a casa dei miei genitori), alcuni regalati da chi mi conosceva bene e sapeva di andare sul sicuro. Mi ricordo in particolare uno di questi, il Rosso di Marte, di Kim Stanley Robison, un romanzo ambientato in una colonia su Marte, che raccontava le vicende socio-psicologiche dei suoi abitanti. L’ho letteralmente divorato! Gli altri libri, più tecnici, come The rivers of Mars, sono un po’ più di nicchia, la maggior parte recuperati alle fiere aerospaziali, come quella di Le Bourget di Parigi. In letteratura, il primo romanzo su Marte (Princess of Mars) risale al 1912.
Ora che ci penso, se mai scrivessi un romanzo, credo che lo ambienterei su Marte. Ritengo che il sci-fi sia il mio genere!
Giochi e Videogame su Marte
Infine, chiudo con i giochi e i videogiochi ambientati sul Pianeta Rosso. Tra i primi, i più famosi, Lego City Shuttle Ricerca su Marte e Missione su Marte della Playmobil o il gioco da tavolo Terraforming Mars; tra i secondi, Surviving Mars, Memories of Mars, Terraforming Mars (dall’omonimo nell’altra categoria), Red Faction, Occuping Mars, e chi più ne ha, più ne metta! Nemmeno la NASA è stata da meno: con l’app Mars Rover Game, consentiva agli utenti di giocare con il “loro simulatore” per provare l’ebbrezza dei veri piloti, guidando Curiosity tra le dune rosse!
Riprendendo il discorso ufologia e alieni, chi di noi non ha in casa almeno un pupazzo a forma di alieno e magari di colore verde? Personalmente, ne ho diversi, uno dei quali il classico gonfiabile con il testone triangolare, grossi occhi neri a mandorla e lunghe gambe magre. Chissà perché in casa mia è sempre stato associato a me! LOL
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Conclusioni
Forse vi starete chiedendo come mai gli alieni sono stati immaginati come omini verdi.
Omini verdi
La loro origine risale al folklore prima ancora che l’ufologia. Si narra che alla fine dell’800 in Spagna siano stati ritrovati due bambini la cui provenienza era ignota, caratterizzati dal colore verde della pelle dovuta, con ogni probabilità, ad un tipo di clorosi legata alla denutrizione.
Il passo all’ufologia è stato breve: essendo gli omini verdi strane creature, sono state facilmente associate agli alieni, guarda caso, provenienti da Marte.
Roswell e X-files
Penso che molti di voi si ricorderanno il tormentone dell’Area 51 e dell’incidente di Roswell, quando è stato divulgato il filmato della presunta autopsia aliena nel 1994, anno nel quale spopolava X-Files, una delle mie serie TV preferite in assoluto, avente come tema principale proprio la civiltà aliena.
Ma di questo ne parlerò in un altro approfondimento o chissà, nel mio nuovo romanzo!
Spero che quest’articolo, dedicato al Pianeta Rosso, il mio grande amato, vi abbia fatto sognare, divertire e soprattutto vi abbia svelato qualche curiosità.
Se vi è piaciuto, condividetelo con chi dei vostri amici e parenti è appassionato di esplorazione spaziale.
Vi do appuntamento alla prossima settimana!
Un abbraccio virtuale a tutti e buon weekend!
Cinzia
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