Meta(verso)

di Cinzia Macchi | Articoli in pillole

Indice

1. Il Metaverso

2. Notizie dal Metaverso

3. I lavori del futuro nel Metaverso

4. La mia prima esperienza nel Metaverso!

5. La nostra vita nel Metaverso

6. Gli incubi nel Metaverso

7. Conclusioni

Il nuovo business di Mark Zuckerberg

Vi avevo annunciato nel precedente articolo (leggetelo se non l’avete ancora fatto!) questo interessantissimo argomento: perché Mark Zuckerberg sta investendo nel Metaverso.

Meta non è solamente il nuovo nome del gruppo Facebook, ma rappresenta piuttosto una possibile evoluzione del nostro futuro. Mi domando perché i media in generale non ne abbiano parlato molto finora. Per questo motivo, ho deciso di anticipare un po’ i tempi e darvi alcune importanti informazioni, nonché – come sempre – la mia opinione in merito.

Il Metaverso

Cos’è il Metaverso?

Con questo termine, proveniente dalla cultura Cyberpunk e coniato da Neal Stephenson nel libro di fantascienza Snow Crash del 1992, si intende un universo cibernetico in cui avatar agiscono al nostro posto. Chiunque di voi abbia visto il capolavoro di James Cameron, potrebbe già intuire dove si spingerà il nuovo progetto di Mark Zuck.

Lasciamo tuttavia un po’ di suspence e andiamo con ordine.

Meta – Facebook

Visitando il sito ufficiale, vi apparirà una frase che mi ha fatto accapponare la pelle:

The metaverse is the next evolution of social connection.

Nemmeno tradotta in italiano questa frase suonerebbe meglio. È estremamente inquietante.

Ma quindi si tratta di un nuovo Social? No, è molto di più: è un nuovo mondo, totalmente virtuale, e subito mi viene in mente il libro di Aldous Huxley, “Brave New World”.

In un video di soli 6 minuti, Mark ci spiega cos’è il Metaverso, o per lo meno, come lo abbia interpretato.

Siate folli

Capisco che durante la pandemia molte persone abbiano perso la testa, ma che ciò sia successo persino a Zuckerberg, mi preoccupa. Sembra che abbia preso alla lettera il consiglio del compassato CEO di Apple, Steve Jobs.

A mio avviso, se Zuckerberg ritiene che negli anni a venire le persone preferiranno vivere isolati nel mondo reale e connessi nel sue Metaverso, forse gli consiglierei un bravo psicoterapeuta e – già che ci siamo –un personal stylist. Quello che propone è ai limiti della fantascienza. Non, purtroppo, di quella a favore dell’umanità, ma piuttosto di quelle con un finale catastrofico.

Distanti ma connessi durante la pandemia

Certamente, negli ultimi ventiquattro mesi, abbiamo imparato (alcuni lo sapevano da tempo) che grazie ad Internet e ad un device (PC, smartphone, tablet, ecc.), potevamo fare di tutto senza uscire di casa. Era sufficiente avere una connessione abbastanza buona, meglio se una fibra, un programma o app per le riunioni virtuali (quasi tutti free) e si poteva, non solo organizzare riunioni tra colleghi, ma anche aperitivi, karaoke (anzi, il Karaoke del mitico Ariele Frizzante, con il quale ho allietato diversi sabato sera durante il lockdown!), giochi di gruppo, ecc.

Pensate che ho affrontato questo tema in uno dei capitoli più emblematici del mio eBook, In memoria di un virus, che potete approcciare nella pagina del mio sito web a lui dedicata.

Dopotutto, i gamer partecipano a tornei online, sfidando utenti da tutto il mondo, ormai da diversi anni.

Perché stupirsi pertanto del motivo per cui Mark Zuckerberg, con tutti i miliardi di dollari che possiede, stia investendo qualche centinaio di milioni in un business – attualmente allo stato embrionale – con enormi possibilità? Essere un pioniere è il suo marchio di fabbrica. Chissà che non ci azzecchi anche questa volta.

Successo o fallimento?

Per ogni persona “normale” come me, che guarda al di là della “figata spaziale” e ragiona sulle possibili implicazioni psicologiche, politiche, economiche, personali, ce ne sono migliaia (forse addirittura milioni) che manco si pongono il problema, anzi stanno già spendendo dei quattrini per assicurarsi un biglietto in prima fila. Perciò, sono abbastanza certa che questo progetto, per quanto assurdo, alla fine avrà successo.

Spesso la fantascienza ha anticipato moltissimi progetti scientifici che si sono verificati, cambiando in meglio le nostre vite. Ne hanno parlato recentemente durante il Focus Live, di cui ho approfondito qualche tema nel mio articolo. Staremo a vedere in quale caso finiremo a proposito del Metaverso.

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Notizie dal Metaverso

Se cercate Metaverso su Google, vedrete apparire notizie abbastanza surreali, inframezzate dalle dichiarazioni di Mark Zuckerberg, come ad esempio: “oggi sposi nel Metaverso”, “conviene acquistare un terreno nel Metaverso”, come diventare ricchi nel Metaverso grazie ai Bitcoin, “sono stata molestata nel Metaverso”, ecc.

Partiamo dall’ultima. Direi che come inizio non c’è male. Freschissima è la denuncia da parte di una persona che dichiara di essere stata molestata nel Metaverso. Ovviamente, i giornalisti (se lo sono davvero) hanno rincarato la dose, parlando di palpeggiamenti, ammiccamenti (come se fosse successo realmente!), senza affrontare argomenti molto più seri e di valore. No comment. L’essere umano è la sede indiscussa di contraddizioni: compie passi da gigante nella tecnologia, tuttavia, non sa rinunciare a comportamenti trogloditi, che regneranno indiscussi – temo – sempre e comunque!

Ecco perché, prima di affrontare questo futuro (molto prossimo, tra l’altro) universo, ho scritto un pezzo sulla Privacy: mi pregustavo il leggere una notizia di questo calibro.

Per come la vedo, non è che la punta dell’Iceberg e che, se Mark Zuckerberg non fa egregiamente i compiti a casa, saremo tutti nei guai. Seguitemi nel ragionamento e vi spiegherò perché.

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I lavori del futuro nel Metaverso

Come dicevo nell’introduzione del paragrafo, il Metaverso è un mondo nel quale presto – talmente presto che gli esperti lo prevedono tra cinque anni – saremo catapultati. Mark Zuckerberg sta creando un mondo virtuale parallelo, il Metaverso, nel quale si può accedere tramite un account Facebook e un caso di realtà virtuale (o di realtà aumentata). Una volta tali strumenti erano appannaggio di pochi eletti che se li potevano permettere; tuttavia, negli ultimi anni, comprare un casco è alla portata di tutti. Il loro costo è infatti sceso a poche centinaia di euro ed è utilizzato soprattutto dai gamer per disputare le partite di giochi che si basano, appunto sulla realtà virtuale.

Investire danaro per lo sviluppo tecnologico, anche se il fine può essere giudicato discutibile, ha un connotato comunque positivo.

Occhiali e caschi

La prima versione di casco già disponibile per l’acquisto (persino su Amazon) è Oculus, già re-brandizzato in Meta Quest 2.

Questo paio di occhiali consente di entrare nel Metaverso con il nostro avatar. Ovviamente, lo sviluppo è ancora agli esordi: in pratica, entreremo in mondo di videogames, una sorta di Playstation 5.0. Attualmente, sono disponibili già diverse app e giochi, tra cui la possibilità di praticare la meditazione in una zona remota del mondo, o gareggiare con Lady Gaga in una specie di Karaoke. I nostri avatar, almeno per il momento, assomiglieranno – per chi li ha visti – a quelli della Wii. Si muovono goffi e incerti, con un’espressione fissa sul volto.

In futuro, Mark ha promesso che la sua tecnologia sarà in grado di realizzare copie di noi stessi, corredate da espressioni facciali complete e comportamento analogo al nostro. A questo proposito, Mark, posso chiederti un favore? Mi puoi fare con la 5° di reggiseno? Sono curiosa di vedere come sarebbe la mia vita con questa dote, almeno nel mondo virtuale. Grazie.

Cambria

Per vedere i nostri Avatar più moderni, occorrerà attendere l’uscita di Cambria, ovvero il nuovo modello di Oculus (casco). Progetto di punta di Zuck, il nuovo casco, ad alta risoluzione, ci permetterà di visualizzare le espressioni facciali degli altri avatar presenti, di navigare nel mondo reale in trasparenza rispetto a quello virtuale, ecc. Sicuramente, tutte queste innovazioni non saranno gratis per gli utenti.

La realtà virtuale

Il design delle grafiche dei vari ambienti virtuali sarà un’ottima occasione per creare lavoro, per stimolare i giovani a riscoprire il diploma in grafica, con il quale, storicamente, è sempre stato piuttosto difficile trovare un impiego serio e a lungo termine. Grazie al Metaverso, con tutte le sue stanze ambientazioni, app, ecc. si genereranno nuove opportunità di impiego in un mondo che, se prende piede, non ci abbandonerà mai.

Negozi virtuali

Ormai tutti i Brand, sia i grandi stilisti che le catene di fast-fashion, hanno un sito online. Per questo, i più non si lasceranno di certo sfuggire il nuovo business nel Metaverso. Poter vendere i propri prodotti, creati ad hoc per questo ambiente virtuale, con avvisi pubblicitari che seguono letteralmente l’utente, integrati, personalizzati e adattati al momento topico, è il sogno di qualunque marchettaro in circolazione.

Così come già accade oggi, la raccolta dei dati sarà sempre più una guida fondamentale per aggiustare il tiro delle campagne commerciali. Sicuramente, assisteremo ad una personalizzazione degli articoli sempre più spinta: permettere al cliente di disegnare i propri abiti, o gli accessori, o almeno contribuire al loro risultato finale, agendo direttamente nel Metaverso, può essere una nuova chiave di lettura per rilanciare un brand o riaffermare gli esistenti.

Probabilmente, le campagne saranno meno impegnative economicamente, in quanto digitali al 100%. Forse ben presto spariranno i negozi fisici, potendo installare accattivanti vetrine direttamente nel mondo degli avatar e soprattutto perché nessuno più uscirà di casa per fare shopping.

Ancora una volta, mi sento di affermare che il limite è posto solamente dalla fantasia.

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La mia prima esperienza nel Metaverso!

Incredibile ma vero, ma proprio in questi giorni in cui scrivevo l’articolo, sono stata invitata da una piattaforma che vende monete virtuali (alla quale sono regolarmente iscritta) a partecipare ad una sorta di caccia al tesoro, in cui si potevano vincere dei buoni in Bitcoin. Devo ammettere che ero molto curiosa. Moltissimi i partecipanti, sicuramente giovani nella stragrande maggioranza, e – ci scommetto – tra loro numerosi uomini. Per evitare molestie, ho preferito non rivelare la mia identità di genere (comodissimo in certe situazioni) e mi sono quindi beccata un avatar maschile, assegnato a caso.

Il bottino

Non è stato semplicissimo muoversi usando il tablet; ad ogni modo, dopo un inizio un po’ a tentoni, sono riuscita a visitare i diversi ambienti di questo mondo virtuale. Il principale era costituito da un’isola, navigabile a 360° (persino nel mare), dov’erano stati nascosti alcuni forzieri, contenenti un tesoro. Per vincere qualcosa, bisognava o trovare il forziere giusto (dopo un po’ mi sono stancata), oppure rispondere ad una serie di domande inerenti ai portafogli virtuali, il Metaverso, gli NFT; insomma, di cultura generale sul mondo virtuale.

Grazie ad un aiutino dal pubblico (ecco la dark side che emerge nel mondo virtuale!), sono riuscita a portarmi a casa un ricco bonus da 5 euro in Bitcoin. Ho avuto anche la possibilità, se solo avessi voluto, di acquistare delle collezioni di abiti in vendita nelle esposizioni virtuali. Peccato che fossero da uomo.

Impressioni

Ho persino giocato al calciobalilla e al flipper e mi sono divertita. Ammetto che dopo un’oretta la testa ha cominciato a girarmi, forse perché non sono per nulla abituata ai videogames. Come vi preannunciavo, la grafica era molto semplice, le montagne erano dei mega blocchi di pixel giganti, le comunicazioni con gli altri giocatori ridotte all’osso (tuttavia non ho ben capito come mai abbiano permesso di emettere dei peti verdi e puzzolenti. Forse i ragazzi di oggi si divertono ancora con queste stronzate). Mi è piaciuto poter nuotare e guardare il fondale: l’ho trovato abbastanza realistico. Infine: ottimo il DJ set come colonna sonora al contest. Sicuramente parteciperò ancora, sempre da tablet, perché – almeno per il momento – non ho intenzione di spendere soldi per un casco e i suoi accessori.

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La nostra vita nel Metaverso

Immaginiamo la nostra casa ideale: 200mq, bagno enorme con vasca nel centro e jacuzzi in un angolo; salone infinito con tanto di camino, grandi vetrate con panorama mozzafiato e un pianoforte a coda in evidenza. In camera, un meraviglioso letto a baldacchino è il pezzo forte, ovviamente con dressing room attigua, ricolma di accessori e abiti per tutte le occasioni. Mettiamoci pure una palestra per fare i nostri allenamenti e un bell’ufficio insonorizzato per lavorare indisturbati. All’esterno, mega giardino con piscina e vasche idromassaggio. Location: dove meglio credete. Maldive, Antartide, su un faro in Scozia, sulle Alpi, in un attico a NY, ecc.

Nel Metaverso si può scatenare senza freni la fantasia. Spero solamente che non sarà necessario spendere dei Bitcoin per realizzare la casa dei nostri sogni, sarebbe una bella fregatura

Le relazioni

Sistemata la casa, possiamo spingerci nell’immaginare anche una serie ben nutrita di relazioni.

Chi è solo, perché non ha amici o questi ultimi sono lontani fisicamente, non si sentirà mai più tale: potrà invitare chiunque lo desideri nel proprio spazio virtuale per una partita a tennis, o per un tè, basta che abbia un account Facebook.

Non voglio tediarvi oltre con voli pindarici che, in questo preciso momento, sono piuttosto inutili. Mi basta che abbiate compreso il senso del discorso.

Meglio la vita virtuale, allora?

Mi domando quale senso avrebbe la vita reale, soprattutto se non ci soddisfa, quando si può vivere quella desiderata nel virtuale. Proprio come nel film Avatar, in cui il protagonista, costretto su una sedia a rotelle, poteva correre grazie al suo avatar in un mondo fantastico e virtuale. Anche senza problemi fisici importanti, se siamo pigri o per qualche motivo non possiamo più praticare uno sport oppure non possiamo uscire di casa, basterà indossare il nostro casco ed ecco che ci troviamo in pochi istanti sulle vette per una sciata, oppure su un aeroplano per un salto col paracadute (a questo punto forse anche senza). Molto probabilmente saremo in grado di suonare il Nocturne di Chopin in maniera impeccabile, anche se siamo degli inetti col pianoforte o non conosciamo la musica.

Far rivivere i nostri cari defunti

Ed eccomi all’apice del mio volo di fantasia. Che poi, ad onor del vero, non sono nemmeno stata la prima a pensarlo. In Trascendance, film con Johnny Depp, il protagonista defunto torna a rivivere in una realtà virtuale.

Nel Metaverso, forse, potremo farlo anche noi: sarà sufficiente ricostruire dettagliatamente l’avatar dei nostri cari estinti e grazie all’AI, egli/ella agirà esattamente come l’originale! Se non erro, una notizia del genere era già stata un tormentone qualche anno fa: nel 2016 una informatica russa chattava con l’amico morto, grazie ad un algoritmo, che lo simulava in una conversazione reale.

Il sesso virtuale

Infine, chiudo con un argomento un po’ più “leggero”.

Già nel lontano 1995, nel film Strange Days, si parlava di sesso virtuale, o per lo meno, i protagonisti usavano un casco per accedere ai propri ricordi, alcuni dei quali registrati durante l’atto sessuale. Altri film hanno parlato di sesso virtuale, ottenuto con caschi e tute speciali. Il lato positivo è che, se non altro, si eviterebbero le malattie trasmissibili. Inoltre, in caso di una nuova pandemia, in cui stare lontani fosse nuovamente comandato dagli odiati DPCM, basterebbe indossare i nostri caschi e accessori e finiremmo immediatamente tra le braccia del nostro amato.

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Gli incubi nel Metaverso

La Privacy

Come dicevo nel mio precedente articolo, vista la nomea che Facebook ha conquistato nella mala gestione dei dati e della Privacy, spero vivamente che passare per questa piattaforma non sia l’unica strada per accedere al nuovo mondo.

A ciò, dobbiamo aggiungere anche la sicurezza.

Mentre viviamo e agiamo nel Metaverso, potremmo rivelare dati importanti a cyber criminali, autorizzati ad entrare nella nostra stanza virtuale perché indossano le sembianze dei nostri amici. Oppure potremmo entrare in istituti di credito fasulli, creati ad hoc, nei quali inseriremmo le nostre credenziali. Infine, pensiamo anche ai pericoli che possono incontrare i minori. Le trappole in questo mondo potrebbero essere infinte. Già oggi subiamo numerosi attacchi informatici a vari livelli: dall’utente privato, alle istituzioni; dalle aziende, alle banche, ecc.

Controllare le menti

Oltre alla sicurezza, si pongono moltissimi problemi etici, come ad esempio il controllo mentale.

Pensiamo al potere che avrebbe sulla gente questa piattaforma (al momento, l’unica esistente): saremmo capaci di vendere qualsiasi cosa o di rinunciare a qualsiasi diritto, pur di rientrare nel nostro mondo virtuale? Non oso immaginare a quali ricatti e stratagemmi psicologici potremmo essere soggetti.

E se questo potere, ad un certo punto, passasse in mano a politici o a forze militari? Si arriverebbe fino ad un possibile controllo mentale? In questo caso siamo al limite del complottismo, ma la fantascienza non è avulsa da questi scenari. Bisognerebbe che Zuckerberg, o chi per lui, valutasse ogni risvolto, sia positivo, ma soprattutto negativo, per evitare che si possa incappare in un Universo maledetto.

Parlando di forze militari, ho pensato alle guerre. Esisterebbero anche in un mondo tutto virtuale, in cui la gente vivrebbe di relazioni ideali, perché non reali, in cui probabilmente molti di noi sarebbero felici? Immaginiamo un Putin o uno Xi Jinping che, simulando di essere i padroni del mondo virtuale, si accontenterebbero e non dovrebbero soggiogare nessun altro. Questo sarebbe un buon scenario!

Si potrà morire nel Metaverso?

Mi chiedo: ci si potrà ferire nel Metaverso? Si potrà morire? Non c’è film in cui manchi anche questo spunto. The Matrix (tra poco esce un quarto episodio di una delle trilogie più famose a livello cinematografico) ha mostrato che, chi veniva ferito nella Matrice, moriva anche al di fuori di essa.

Senza finire sul macabro, ad un certo punto dovremo espletare le funzioni basilari: bere, mangiare, andare in bagno, ecc. Di sicuro, anche se per pochi istanti, dovremo uscire dal mondo virtuale e tornare a quello reale.

Ma cosa succederebbe se, tornati in esso, non ci piacesse o lo odiassimo letteralmente? Potremo arrivare a restare nel mondo virtuale fino a dimenticarci di nutrirci, di lavarci? Oppure qualcuno arriverebbe persino al suicidio, in caso di un malfunzionamento della rete, non potendo tornare in esso?

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Conclusioni

Non era mia intenzione spaventarvi a morte con questo articolo sul Metaverso dai risvolti a tratti inquietanti. Piuttosto, volevo mettervi in guardia da un mondo che, pur all’apparenza dorato e ricco di potenzialità, può nascondere insidie molto gravi e pericolose se non opportunamente valutate.

Credo fermamente che entrare nel Metaverso sarà come aprire il Vaso di Pandora. Non troveremo Charms in regalo, ma piuttosto potremmo avere sgraditissime soprese. Non ci resta che sperare che Mark e altri imprenditori che – sono sicura – si infileranno presto nel business, sapranno regolare, controllare e monitorare questo mondo, in modo da renderlo piacevole e sicuro per tutti.

Spero che questo articolo vi abbia informato e intrattenuto a dovere.

Vi do appuntamento alla prossima settimana per gli auguri!

A presto,

Firma Cinzia

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