Indice
1. Il grande passo
2. Perché MacBook Pro
3. Lavorare con MacOS
4. Update a MacOS Monterey
5. Cosa mi aspetto dal futuro?
6. Conclusioni
Come il mio MacBook Pro è sopravvissuto alla grande
Il grande passo verso MacOs
Dopo più di 20 anni di Windows, mi sono decisa a passare dall’altra parte della barricata e ad utilizzare MacOs: ho acquistato un MacBook Pro nel 2019. Devo ammettere che dopo tanti OS schifosi, Windows 10 funzionava bene. Nel mio caso, la decisone è arrivata causa “hardware”, ovvero il mio laptop Asus stava diventando obsoleto, arrancava e aveva qualche problema tecnico.Asus
Ne ho avuti una serie di notebook della stessa marca: il primo, nel 2006, che è durato circa 6 anni, poi uno che ne è durati 5, con alcuni problemi (è finito due volte in assistenza), inframezzato da un prodotto intermedio touch screen. Posso affermare che questa marca è affidabile come dichiarano.Ad ogni modo, l’ultimo della famiglia, mostrava da qualche mese un difetto per me non accettabile: in pratica, la luminosità del monitor scattava al massimo “random” e io, essendo super-sensibile alla luce, diventavo pazza. Oltretutto, usavo il PC per post-produrre video e con Adobe Premiere Pro non ce la faceva: più di 20 minuti per elaborare un video da 5.Nuove necessità
Infine, avevo in testa mille progetti: scrivere, realizzare un sito web, registrare Podcast, ecc. Avevo bisogno di un computer per “creator”.Quale meglio di un Apple, che da sempre fa della creatività il suo marchio di fabbrica, il famoso “think different”?A proposito, ho scritto un articolo in memoria di Steve Jobs, a 10 anni dalla sua scomparsa.Per questioni logistiche, avevo bisogno di un notebook, con uno schermo abbastanza grande. Il 13” pollici, anche con una super risoluzione, è uno schermo troppo piccolo, specialmente se ci si deve lavorare per ore e seriamente.Gli step verso la scelta finale
Per mesi mi sono documentata, ho guardato centinaia di video di recensioni (Galeazzi, Markie Brown, The Tech Chap, ecc.), ho letto pagine di specifiche, ecc. tutto per trovare il migliore sul mercato. All’inizio ho cercato anche di stabilire un prezzo, ma, purtroppo, dopo qualche tempo, mi sono resa conto che questo limitava molto la scelta. Mi spiego: se si cerca un laptop con uno schermo da almeno 15”, meglio se 16 o 17, con almeno 16GB di RAM, disco SSD da 1TB, scheda grafica abbastanza potente, ecc., meno di 1800/2000 euro non si spendono più. Pensare che nel 2006 avevo speso 1000 euro per un top di gamma.Le altre marche
Lenovo, Dell, Asus, sono tutte ottime marche, e tutte offrono fantastici modelli. Peccato che abbiano sempre un “ma”. La tastiera, il monitor, la RAM, oppure scaldano troppo, ecc. Nessuno mi aveva davvero convinto.Finché, ho pensato: ma perché davvero non mi prendo un Apple? Dopotutto, da anni ho un iPhone e un iPad, ho avuto un iPod e conosco bene l’universo della mela morsicata. Inoltre, sono una fan del loro marketing e di tutte le scelte di design, compreso il fatto di far pagare di più per un prodotto unico.Infine, tutti gli amici che ne possedevano uno, me ne parlavano entusiasti e dicevano che duravano anni. Certo, se ad un certo punto ti rassegni a non updatare il sistema operativo e accetti di essere un po’ più vulnerabile a livello sicurezza.Detto ciò, sono andata sul sito di Apple, nella categoria MacBook (portatili) e, evitando gli Air perché non adatti allo scopo e scegliendo un monitor abbastanza grande, ho preso un mezzo colpo. A parte il fatto che esisteva un solo modello con tali caratteristiche, appunto il MacBook Pro, il prezzo era (ed è tuttora) davvero elevato, praticamente il doppio delle altre marche. Le recensioni erano però spettacolari, su qualunque piattaforma (Amazon, Google, YouTube, ecc.).Rispetto al modello del 2017, Apple aveva ascoltato tutti i feedback dei clienti (che sono per la maggior parte creator professionisti) e aveva applicato le modifiche richieste alla lettera sul modello in questione. Credo che sia stato questo elemento a farmi decidere.torna all’indicePerché MacBook Pro
Il Pro che ho acquistato era il top di gamma della storia del MacBook Pro, l’ultimo della serie con processore Intel. Dal 2021 in poi, tutti i nuovi Mac hanno il chip (o silicon come si dice in linguaggio tecnico) Apple Mx.Probabilmente ti starai chiedendo perché non ho atteso il primo modello con l’Apple silicon. In realtà è stata una questione di tempistiche. Purtroppo, la pandemia ha rallentato la produzione dei nuovi modelli e i primi ad essere realizzati e commercializzati sono stati i piccoli notebook, da 13”. Il nuovo da 16” è uscito quest’anno e io non avrei potuto più lavorare sul vecchio Asus per 2 anni.Unboxing
Quando è arrivato a casa, già dal packaging si capiva che mi avrebbe regalato enormi soddisfazioni. Ho realizzato dei video (che ho tenuto per me) dell’unboxing, della prima accensione, del login e dei settaggi. Non l’ho mai pubblicato, ma lo custodisco per ricordo.Come per gli altri prodotti, la configurazione è avvenuta senza fatica, perché tutto si basa sull’Apple ID. In pochi minuti ho iniziato il mio fantastico viaggio.MacOs vs Windows
L’universo Windows è completamente diverso da Apple. Mi ci sono volute un paio di settimane per adattarmi a tutti i comandi. Ancora oggi ho qualche problema a ricordarmi tutti gli shortcuts.Ora il mio cervello è duale, perché al lavoro ho un DELL e a casa uso il Mac. Ma va bene così, perché, in effetti, Microsoft sta lavorando bene, il nuovo Edge non solo funziona bene, ma permette di leggere il testo direttamente da browser, cosa che non fa Safari. Spero che, prima o poi, Apple si allinei a riguardo.Anche a livello di sicurezza ci sonno stati notevoli passi avanti. Peccato che sulle macchine che uso attualmente non possa installare Windows 11. Sarei curiosa di sapere se anche il nuovo OS sia efficiente come il precedente.Per quanto riguarda le app insite nel Mac, come Pages, Numbers, Keynote, devo ammettere che Microsoft Office è imbattibile. Dopo averle usate per mesi perché gratuite, ho dovuto cedere ai vecchi Word, Excel e Power Point. Sono troppo abituata a quelle interfacce e a quei comandi così rapidi e comodi. Ma è ovvio, il Mac non è un computer per ingegneri, come può essere un DELL!Certe volte mi domando se stia sfruttando la macchina veramente oppure se ho acquistato un modello superdotato per niente.Discorso diverso per Garageband, app per i suoni e la produzione musicale, che utilizzo costantemente per i miei Podcast. Similmente, quando giro un video, mi diverto ad editarlo con iMovie. Rispetto ad Adobe Premiere Pro, applicazione per professionisti del settore videomaking, è molto leggera ed intuitiva e permette di realizzare un post-processing essenziale, ma di tutto rispetto.torna all’indiceLavorare con MacOS
Nel 2019, l‘OS (Operating System, ovvero il sistema operativo) del Macbook era il Catalina, credo il decimo di una lunga serie di MacOS. Mi sono trovata molto bene almeno per il primo anno e mezzo, dopo di che…qualche problemino si è fatto avanti.Problemucci anche per i prodotti Apple
Non so se ti ricordi l’eccezionale imitazione di Crozza di Tim Cook (che chiamava Se ti giri T’In), a capo della Inc. Cool 8, che presentava tutte le geniali idee di marketing per fregare la gente.Ti lascio guardare un video, perché merita davvero:Ammesso che ciò fosse in parte vero, e al di là delle clamorose risate, mi era rimasta impressa una puntata in cui diceva che, ogni volta che il nostro cellulare (ma si può estendere anche al computer) rallenta e funziona male, è perché sta per uscire il nuovo modello o un update del software. Eccallà.
Infatti, sono rimasta scioccata quando ho dovuto provocare l’uscita forzata di Mail, ad esempio (il classico CRT+ALT+CANC di Windows), perché si era bloccata. A volte, capitava che alcuni programmi, spesso Safari, si chiudessero inaspettatamente. Tuttavia, in questo caso, un messaggio rassicurante che affermava “Sto inviando il log di questo errore ad Apple per analisi”, serviva un minimo a rincuorarmi. Ora che ci penso, chissà che fine ha fatto…
Finalmente, arriva MacOS Big Sur
Nel frattempo (sentivo arrivare Crozza con il gesto dell’Inc. Cool 8), usciva Big Sur, l’11° MacOS per i primi M1, il chip di casa Apple. Pensa che hanno trasmesso un keynote intero su questo fantasmagorico aggiornamento. Per fortuna, secondo quanto annunciato da Apple, tutti i computer e notebook, prodotti dal 2013 in poi, potevano tranquillamente allinearsi, senza problemi.
Tuttavia, non so bene se sia stata un mega bufala, se si cercavano le recensioni di tale sistema operativo sul web, si trovavano migliaia di siti che riportavano una serie di “big issues” piuttosto inquietanti. Batteria che non durava più, bluetooth che non funzionava correttamente, guasti all’hard disk, porte logiche perse, ecc.
In rete si trovavano molti casi (anche uno reale perché me lo hanno raccontato; tuttavia, non conosco i dettagli della macchina), in cui il Mac moriva durante l’installazione del nuovo OS e non c’era verso di resuscitarlo. Per i modelli non più coperti dalla garanzia, significava spendere dei soldi per la riparazione. Da 50 a 500 euro e più, a seconda della parte da sostituire. Nei casi di “morte” del computer, si doveva per forza buttare via il vecchio.
Questa situazione si ripeteva ad ogni “patch” (si tratta di versioni beta, per gli sviluppatori che le testano in anteprima) dell’OS in questione. Finché un anno dopo, ovvero a fine 2021 è uscito Monterey, il 12° della grande famiglia.
Prendiamo una decisione
Una delle ragioni che mi ha convinto a fare il salto al nuovo MacOS è proprio legata all’utilizzo delle app per Creator, Garageband e iMovie. Purtroppo, Catalina non permetteva di aggiornare all’ultima versione nessuna di queste e nemmeno quelle per la produttività (Keynote, Numbers, Pages, ecc.), perché tutte modificate per il chip M1, quindi come minimo per Big Sur o Monterey.
Ad esempio, quando registro un audio su iOS 15 (iPad o iPhone), lo importo sul Mac e lo modifico con Garageband, mi avvisava un messaggio che avrei lavorato con una vecchia versione. La mia curiosità in merito è aumentata di mese in mese, perché sono consapevole che Apple rilascia aggiornamenti solamente per rendere più semplice la vita dei Creator.
Apple da sempre cavalca il mito della libera espressione che deve fluire naturalmente, senza sforzo, “effortless”. È proprio questo il segreto del successo del Brand. Il MacBook o i Mac, così come tutti i prodotti Apple, aiutano gli utenti ad essere, non solo più efficienti, ma anche più creativi. Concentrandosi unicamente sull’output, senza preoccuparsi dell’environment, della sicurezza, ecc., si può arrivare a dare il meglio di sé.
Update a MacOS Monterey
Eccoci al succo dell’articolo, ovvero al fatidico giorno, il 25 maggio, giorno in cui ho buttato il cuore al di là dell’ostacolo.
Premetto che in diverse occasioni, in colloquio telefonico o in presenza all’Apple store il personale Apple mi abbia rassicurato sulle mie perplessità, espresse senza veli. Nessuno ha mostrato la minima esitazione nel rassicurarmi e nel dirmi che l’update sarebbe stato un successo.
Pensavo che fosse un dovere di etichetta, un obbligo, una specie di risposta ovvia ad una domanda scomoda. Per questo, ho cercato, innanzitutto, di capire cosa avrei dovuto e potuto fare in caso di insuccesso.
Non vedo più l’aggiornamento di MacOs!
Durante l’ultima telefonata, da me richiesta al supporto, perché non riuscivo più a vedere l’aggiornamento nelle preferenze di sistema, il che consente di lanciarlo, mi è stato precisato che in caso di problema HW, avrei dovuto inviare il Mac ad Amazon, dove l’ho acquistato. Perciò, prima di procedere, ho verificato sul sito Amazon quali erano le condizioni della riparazione in garanzia. In pratica, avrebbero ritirato a casa il prodotto, l’avrebbero riparato a costo zero (essendo ancora in copertura) e me lo avrebbero restituito entro 25 gg lavorativi al massimo. Tutto sommato, niente male.
Primo punto smarcato: non sarebbe stato necessario andare all’Apple store di Milano con il Mac.
Let’s go!
Anziché far partire l’aggiornamento in modalità safe, così come visualizzato durante la call con l’assistenza, ho deciso di posticiparlo all’uscita della versione 12.4 che avrebbe corretto altri bugs. Il solo fatto di aver atteso, mi ha permesso di visualizzare l’update in modalità normale. Così, dopo aver appreso anche che la release 1.2.4 era già disponibile ufficialmente (e non una beta come credevo), mi sono convinta del tutto.
Checklist
Per evitare dimenticanze, errori e per non andare in panico, ho scritto su un quaderno una checklist che prevedeva:
- Backup totale: iPhone, iPad, e Mac (Time Machine)
- Chiavetta USB con la versione precedente di MacOS Catalina (come recovery in extremis)
- Wi-Fi stabile (con la fibra non ci sono problemi)
- Spazio disco sufficiente (minimo 100GB)
- Disinstallazione dell’Antivirus (uso Intego) per evitare intoppi con il firewall (anche se non richiesta)
- Chiusura della VPN (rete virtuale privata)
Cosa fare in caso di problemi durante l’update
Ovviamente, occorre soprattutto saper come reagire in caso di malfunzionamenti. Su MacBook, è sufficiente avviare la funzionalità Recovery in uno dei seguenti tre modi:
- Ulteriore tentativo di update del MacOS
- Reinstallazione del MacOS precedente (nel mio caso Catalina)
- Ripristino totale del backup (da Time Machine)
Non ho reputato utili altri suggerimenti, quali il creare un disco di mirroring avviabile (o bootable), perché rischiavo unicamente di buttare via tempo e soldi. Infatti, acquistare un disco SDD (ovvero veloce) per usare il solo schermo del MacBook, non ha molto senso, se non si presuppone un guasto all’SDD interno. Mi chiedo per quale ragione debba verificarsi durante un update dell’OS.
Timori infondati
Strada facendo, mi sono resa conto che i timori dell’anno trascorso erano piuttosto infondati. Tuttavia, visto il loro eco mediatico, avevo preferito essere più che sicura di non rovinare una macchina che funzionava alla perfezione. Infatti, a meglio leggere le opinioni degli utenti sui vari forum, si capiva che i problemi principali sollevati erano legati ad un hardware non originale Apple installato nel computer! Ci credo poi che con un update dell’OS qualcosa possa non funzionare più!
L’installazione di MacOS Monterey
Una volta pronta a partire (ho scelto la sera per evitare che ci fosse troppo traffico sulla rete), dalla finestra delle preferenze di sistema ho lanciato il download di Monterey (circa 12GB). Pochi minuti dopo era già pronto per l’installazione!
Mi sono fatta il segno della croce e l’ho lanciato. Ero conscia che durante gli update di OS la macchina si sarebbe riavviata diverse volte, perché accade anche con piccoli aggiornamenti.
Se la ventola impazza
Tuttavia, ammetto di essermi agitata quando, pochi secondi dopo il primo avvio, ho sentito la ventola partire a razzo: il Mac era molto caldo (anche la casa non era fresca, in effetti, e ho notato che patisce l’ambiente, al contrario di altri notebook) e, più che altro, i minuti che dichiarava necessari al completamento dell’installazione non passavano e sembravano più lenti.
Finché, hanno cominciato a scorrere e, dopo vari riavvii e un’ultima attesa di una decina di minuti, è comparsa la finestra di login! Evviva! Il mio Mac è sopravvissuto! Ero felice come se avessi vinto un premio (pensa te!).
Mi sono collegata, ho aperto le app che uso sempre, come Mail e Safari. Ho dato un’occhiata al restyling generale (icone 3D, notifiche più evidenti, maggiori info sulla barra, allineamento della “full immersion” con gli altri dispositivi – molto utile! – ed altre features interessanti) e mi pareva che fosse tutto ok. La velocità era nella norma; ho subito reinstallato l’anti-virus e lanciato la VPN. Perfetto! Restavano un paio di test, rimandati al giorno successivo.
I test finali
Avevo letto che, in qualche caso, il Bluetooth non funzionava e che, pertanto, non era possibile collegare le cuffie, o il mouse, ad esempio. Io non ho avuto il minimo problema, anzi, se con Catalina le mie cuffie Sony faticavano ad essere visibili, ora il collegamento è pressoché istantaneo. Idem con le AirPods Pro.
Infine, il test più importante, era quello legato alla durata della batteria. Moltissimi riportavano importanti diminuzioni della sua durata, addirittura che non supportasse neppure un’ora di lavoro. Dimmi se si può stare tranquilli di fronte ad un tal scenario.
Morale: lo stacco dall’alimentazione e mi piazzo in soggiorno. Ci lavoro tutto il pomeriggio e alla sera ho ancora la metà della batteria. Ora posso davvero rilassarmi!
Ad una decina di giorni dall’update, continuo ad essere molto soddisfatta. Finora, delle App Apple per creator ho usato solamente Garageband che, tuttavia, non ha stravolto le funzionalità, anzi. Il design grafico è sì più elegante, ma nulla di degno di nota, soprattutto per selezionare più velocemente le varie tracce. Mi toccherà scrivere una recensione.
Cosa mi aspetto dal futuro?
Ovviamente, manco a dirlo, Apple ha lanciato il suo ultimo “event” proprio il 6/06, durante il quale ha trattato gli aggiornamenti di tutti i sistemi operativi.
Quello che segue è un aggiornamento dell’articolo.
Innanzitutto, ecco il video degli highlights del keynote:
Le novità di Apple in campo software
Nei prossimi mesi, a partire da settembre, usciranno gli update di: iOS, iPadOS, WatchOs e MacOS. Olè!
La release 16 di iOS e iPadOS promette miglioramenti notevoli sull’utilizzo dei messaggi (che si possono modificare o annullare); Mail che permette di richiamare una email inviata per errore o di programmarne l’invio (figo!); uno sharing ancora più intuitivo e completo dei contenuti; una maggiore flessibilità della gestione delle multi-app (soprattutto su iPad), tra queste, la possibilità di condividere durante una call lo stesso documento e permettere ai partecipanti di modificarlo in real-time.
Per i possessori di Apple Watch, l’App Sonno indicherà anche le diverse fasi (REM, profondo, ecc.) e, per chi ha problemi al cuore, l’App che rileva il battito cardiaco sarà in grado di capire, non solo se il cuore va in fibrillazione, ma anche per quanto tempo (in percentuale) è rimasto in quello stato. Infine, arriva una funzione che ricorda di prendere le pastiglie! Davvero molto interessante e soprattutto salva vita. Speriamo che l’App Health inserisca sempre più funzionalità di questo tipo. Apple è solamente agli inizi in questo campo, ma da qualche tempo collabora con aziende del settore per utilizzare nuovi sensori.
Infine, MacOS Ventura, permetterà di usare la camera di iPhone/iPad al posto della webcam integrata nel Mac! Per me che ho una “penosa” 720p, sarà una meraviglia poter usare direttamente il notebook per videocalls perfette, anche perché il software includerà un’illuminazione artificiale da set fotografico!
A prima vista, i sopracitati possono sembrare miglioramenti di poco conto, ma se pensiamo che esistono professioni per cui la condivisione da remoto (per via dello smart working) è tutto, capisci bene che Apple si sta muovendo verso la giusta direzione. Più che altro, Apple cerca di evitare, il più possibile, che gli utenti si appoggino ad app di terze parti per aumentare la funzionalità dei suoi prodotti. Nel frattempo, si mette al pari di competitors diretti ed indiretti! Un ottima strategia di marketing.
Conclusioni
Come avrai capito, sono un’appassionata del brand Apple, anche se, ogni tanto, ho lanciato qualche parolaccia anche al capolavoro di Steve Jobs, tra gli imprenditori che ho più stimato e amato al mondo.
Tuttavia, tutto è bene quello che finisce bene. Oltre ad aver fatto il passo importante dell’update di MacOS, ammetto di essere molto contenta di essere passata dall’altra parte della barricata, quella dei Creators. Spero, in futuro, di aver più tempo da dedicare alle mie passioni che mi permettono di meglio esprimere la mia personalità.
Mi auguro che questo articolo ti sia piaciuto, che tu sia un utilizzatore di Apple o meno. In questo caso, chissà, forse ti ho convinto a compiere il grande salto? Scrivimelo nei commenti!
A presto,




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